Giorgia Meloni vede la von der Leyen: collaboriamo su Pnrr e migranti

di Fabio Maresca

La presidente della Commissione ha «molto apprezzato» il lavoro fatto da Roma fin qui

Il Pnrr, che va per forza rivisto per continuare a mantenere gli impegni come fatto finora. E i migranti, su cui va trovata una soluzione europea. Giorgia Meloni e Ursula von der Leyen si rivedono a distanza di due mesi dal primo incontro, quando la premier era entrata da pochi giorni a Palazzo Chigi. Sorrisi, gesti cordiali nel momento dell’accoglienza nella sede del governo, che mostrano, si racconta, un clima ben diverso dalla circospezione con cui le due leader si erano guardate a Bruxelles a inizio novembre. La «diffidenza» che le istituzioni europee avevano nelle prime settimane di vita del governo di destra, sintetizza un ministro, a questo punto non c’è più.

Il Piano di ripresa e resilienza

Anche perché l’Italia finora ha rispettato le scadenze, ha presentato una manovra che tiene in equilibrio i conti e si appresta a chiedere – ma entro le regole e senza stravolgimenti – di «implementare» il Piano di ripresa e resilienza per renderlo più attuale.

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Lo scenario di due anni fa quando era stato pensato, il concetto ripetuto da Meloni alla presidente della Commissione, è stato stravolto dalla guerra in Ucraina e dalla corsa dell’inflazione. Per questo non si può non mettere mano a quelle parti che oramai sarebbero obsolete o non contribuirebbero abbastanza a quella «ripresa economica» pure oggetto del colloquio. von der Leyen arriva a piazza Colonna sotto il diluvio, dopo avere reso omaggio a David Sassoli alla presentazione del libro coi suoi discorsi.

«Ottima occasione», sottolinea Palazzo Chigi, per «uno scambio di vedute in preparazione del Consiglio Europeo straordinario del 9-10 febbraio dedicato in particolare all’economia e alla migrazione». E per «riaffermare», per parte italiana, «l’impegno sul Pnrr». In apertura del colloquio le due condividono la condanna per le violenze in Brasile e la solidarietà per le istituzioni «democratiche» del Paese e confermano il comune impegno nel sostegno a Kiev.

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Gli aiuti all’industria Ue

Che porta ad affrontare uno dei temi che saranno al centro del Consiglio del 9 e 10 febbraio, cioè il dossier degli aiuti all’industria Ue. E’ la sfida che von der Leyen si è posta da qui alla prossima estate, quella di creare un Inflaction Reduction Act europeo in risposta alle legge sull’inflazione americana. Sfida che trova l’Italia favorevole, come assicura Meloni ribadendo che è fondamentale una risposta europea evitando azioni di singoli paesi (leggi la Germania) in base alle capacità di spesa. Con la presidente della commissione, nei resoconti dei bene informati sul colloquio, non ci sarebbero state «divergenze».

Von der Leyen ha «molto apprezzato» il lavoro fatto da Roma fin qui sul Pnrr e ha incitato a «continuare in questa direzione» la delegazione italiana, che a sua volta ha posto sul tavolo le varie opzioni per arrivare a modifiche guardando anche al RepowerEu e ai fondi legati alle politiche di coesione.

Sul dettaglio di tutte queste questioni – a partire dalle voci che potrebbero essere espunte dal Piano, fino al rinvio di alcune misure come l’entrata in vigore del Codice degli appalti – il ministro Raffaele Fitto, titolare del Pnrr e a fianco a Meloni durante l’incontro, si sta confrontando con le strutture della commissione. Temi che illustrerà, molto probabilmente, nella relazione al Parlamento che dovrebbe essere pronta prima di fine mese.

La gestione dei migranti

La sintonia registrata sul Pnrr non sarebbe venuta meno nemmeno nel passaggio all’altro tema oggetto del prossimo Consiglio straordinario di Bruxelles, quello della gestione dei migranti. Meloni avrebbe ribadito che vanno difesi i confini esterni della Ue, vanno fermati gli sbarchi intervenendo sui paesi di origine delle migrazioni. E le due avrebbero concordato sulla necessità di una «risposta europea» che però, difficilmente arriverà a febbraio. I tempi per una intesa a 27 sui migranti sono lunghi. E sui ricollocamenti la Svezia, presidente di turno dell’Unione, ha già fatto sapere che non ha intenzione di avanzare iniziative.

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