I documenti sulla presunta frode processuale e depistaggio delle indagini
Sarebbero ancora in attesa di essere assegnati al pm gli atti sulla presunta frode processuale e depistaggio delle indagini su Yara Gambirasio che il gip di Venezia Alberto Scaramuzza ha deciso di trasmettere alla Procura veneta, per l’iscrizione nel registro degli indagati della pm bergamasca Letizia Ruggeri.
Gli atti, sui quali il gip ha chiesto un ulteriore approfondimento, arriveranno sul tavolo del Procuratore Bruno Cherchi, che li assegnerà ad uno dei magistrati del suo ufficio competenti in materia. Tutto nasce dalla denuncia e dall’opposizione all’archiviazione presentata a Bergamo dai legali di Massimo Bossetti, il muratore ritenuto colpevole dell’omicidio della ragazzina 13enne di Brambate scomparsa il 26 novembre del 2010 e trovata, tre mesi dopo, il 26 febbraio 201, morta in un campo.
Il tema su cui il Gip chiede una nuova tranche di verifiche è legato alla conservazione di 54 reperti con tracce di Dna che, di fatto, hanno rappresentato l’architrave dell’impianto accusatorio a carico di Bossetti. Il nuovo approfondimento d’inchiesta è legato, nell’arco temporale dei tre gradi di giudizio, allo stato di conservazione degli elementi di prova sul Dna, che secondo i difensori del muratore potrebbero aver subito un deterioramento delle tracce.
Dopo la condanna definitiva all’ergastolo, i legali di Bossetti avevano comunque chiesto di poter rivedere i campioni repertati. Ma le loro istanze erano state rigettate il 3 giugno 2021 dalla Corte d’Assise di Bergamo. A ciò è seguita la denuncia, trasmessa al Tribunale di Venezia, a carico della pm di Bergamo Letizia Ruggeri per presunta frode processuale e depistaggio, legate alla distruzione dei 54 reperti, senza specifica autorizzazione di un giudice. Querela che da Bergamo è stata trasmessa a Venezia.
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