Protesta per la sua esclusione da tutti i lavori legislativi e la messa al bando dei suoi delegati al Pe
Il Qatar alza i toni e avverte l’Ue sui rischi di una rottura delle relazioni, a cominciare dalle forniture di gas. A una settimana dallo scoppio della scandalo delle mazzette all’Eurocamera, Doha protesta per la sua esclusione da tutti i lavori legislativi e la messa al bando dei suoi delegati al Pe. E mette in guardia sul possibile impatto «negativo» nei rapporti con l’Unione, parlando di una restrizione «discriminatoria»: «Avrà un effetto negativo sulla cooperazione regionale e globale e sui colloqui in corso su energia, povertà e sicurezza», si stigmatizza in una nota del Qatar puntando il dito contro le autorità belghe, accusandole di «inaccuratezza» delle informazioni usate.
«Respingiamo fermamente le accuse che associano il nostro governo a cattiva condotta: il Qatar non è stata l’unica parte nominata nelle indagini, eppure il nostro Paese è stato esclusivamente criticato e attaccato». Per un’idea del peso del Qatar nello scenario energetico, va ricordato ad esempio che il Paese ha avviato una massiccia espansione della produzione di gas naturale liquefatto giusto nel momento in cui l’Ue cerca di diversificare gli approvvigionamenti dalla Russia.
In estate ha siglato intese di ampio respiro, anche con l’Eni, per il progetto North Field Expansion, con il quale aumenterà la produzione di gnl di 48 milioni di tonnellate l’anno nel 2025-2027, portando l’export totale a 126 milioni di tonnellate all’anno, circa il valore delle forniture totali di gasdotti e gnl dalla Russia all’Europa.
Le indagini degli inquirenti belgi
Proseguono intanto a tutto campo le indagini degli inquirenti belgi, dopo gli arresti scattati ormai più di una settimana fa, e il sequestro di ben oltre un milione e mezzo di euro in totale all’ex eurodeputato e fondatore della Ong Fight impunity Antonio Panzeri, all’eurodeputata greca ed ex vice presidente del Pe Eva Kaili, e a Francesco Giorgi, suo compagno e assistente parlamentare.
In base alle richieste dell’ordine di investigazione europea del giudice belga Michel Claise, la Procura di Milano – secondo indiscrezioni di stampa circolate negli ultimi giorni – ha delegato la Guardia di Finanza ad acquisire in particolare due conti correnti italiani riconducibili a Panzeri, un altro riconducibile alla figlia Maria Dolores Colleoni, uno a Luca Visentini e uno a Giorgi.
A casa di Panzeri, poi, le fiamme gialle avrebbero cercato documenti relativi a conti in Italia. Ma anche all’estero presso Lift bank del Brasile, aprendo l’ipotesi di una pista sudamericana. Verifiche sarebbero in corso poi da parte della Procura di Aosta, su richiesta di Claise, secondo quanto riferito dalla Verità, su un presunto riciclaggio realizzato nell’acquisto di un appartamento a Cervinia da Niccolò Figà-Talamanca, il fondatore della Ong ‘No peace without justice’, agli arresti.
Le indiscrezioni della stampa italiana
«Le ricostruzioni che stanno uscendo sulla stampa italiana stanno disturbando le indagini», si è limitato a replicare un portavoce della Procura belga. Il tema, più in generale, comunque, sarebbe quello degli approfondimenti avviati dopo le dichiarazioni di Giorgi, che stando alle prime indiscrezioni avrebbe indicato le Ong come il mezzo usato per far «girare i soldi» dal ‘sistema’ emerso nello scandalo.
Alle 11, intanto, comparirà in Corte d’Appello a Brescia la figlia di Panzeri, nell’udienza per decidere sulla sua consegna alle autorità belghe, durante la quale potrebbe fare dichiarazioni spontanee. Martedì alle 12.30 toccherà alla moglie dell’ex sindacalista, Silvia Panzeri. Non è escluso che i giudici si prendano qualche giorno per decidere.
Nel provvedimento di convalida dell’arresto delle due, comunque, la giudice della Corte d’appello di Brescia Anna Dalla Libera aveva indicato che «non appaiono sussistere cause ostative alla consegna» al Belgio. Le due donne, come i quattro arrestati a Bruxelles, sono accusate di corruzione, riciclaggio e associazione per delinquere.
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