L’associazione suprematista denominata «Ordine di Hagal» con sede a Marigliano
Volevano compiere «eclatanti azioni violente» sia nei confronti di civili sia nei confronti di appartenenti alle forze di polizia, alcuni dei componenti dell’associazione sovversiva di stampo neonazista, negazionista e suprematista denominata «Ordine di Hagal» con sede a Marigliano, in provincia di Napoli. Sull’associazione si sono concentrate le indagini coordinate dalla Procura di Napoli, iniziate nel 2019 e che già a maggio e ottobre 2021 erano culminate nell’esecuzione di 30 perquisizioni.
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L’ordinanza emessa oggi dal gip del Tribunale di Napoli, su richiesta della Procura partenopea, è stata eseguita da Digos e Direzione centrale della Polizia di prevenzione-Ucigos con il servizio di Polizia postale nei confronti di cinque persone.
Quattro sottoposti alla custodia cautelare in carcere
Di queste, quattro sono state sottoposte alla custodia cautelare in carcere per associazione con finalità di terrorismo o di eversione dell’ordine democratico, in quanto ritenuti gravemente indiziati di avere costituito, organizzato, promosso e finanziato «un’associazione per delinquere, operante anche attraverso la diffusione del sito web dell’Associazione «Ordine di Hagal» e l’utilizzazione di altri social media, finalizzata al compimento di atti eversivi violenti, istigazione a delinquere, apologia e negazionismo, con finalità di terrorismo e di eversione dell’ordine democratico, diretta e idonea a sovvertire violentemente gli ordinamenti economici e sociali nonché quello politico e giuridico dello Stato, avente carattere e finalità neonazista, suprematista e di discriminazione razziale, etnica, e religiosa».
Gli stessi sono anche indagati per avere compiuto attività di propaganda delle idee fondate sulla superiorità e sull’odio razziale ed etnico, e di istigazione a commettere atti di discriminazione e di violenza per motivi razziali ed etnici, fondati anche sulla minimizzazione in modo grave e sulla apologia della Shoah.
Obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per una quinta persona
La quinta persona è stata sottoposta all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria a Roma, in quanto gravemente indiziata del delitto di propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa poiché, attraverso Facebook, «scambiava, diffondeva e propagandava materiali, testi e video nel web, in modo che derivasse concreto pericolo di diffusione, di ideali neonazisti e suprematisti fondanti in tutto o in parte sulla discriminazione per motivi razziali nonché sulla negazione, sulla minimizzazione in modo grave o sull’apologia della Shoah o dei crimini di genocidio, dei crimini contro l’umanità e dei crimini di guerra».
Contestualmente sono state eseguite anche 26 perquisizioni personali, domiciliari ed informatiche nelle province di Napoli, Avellino, Caserta, Milano, Torino, Palermo, Ragusa, Treviso, Verona, Salerno, Potenza, Cosenza, Crotone, nei confronti di altre persone, alcune indagate ed altre emergenti dalle indagini, poiché in contatto con le persone arrestate attraverso i social ed i canali dedicati nel complesso circuito nazionale neonazista.
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