Condannata a 8 mesi, 85enne in cella per occupazione abusiva

L’anziana ha bisogno di un’assistenza personale

Il Tribunale di Sorveglianza di Milano ha disposto la scarcerazione, sospendendo l’esecuzione della pena, per la donna di 85 anni, non autosufficiente, che da circa due settimane si trovava a San Vittore per un ordine di carcerazione emesso dalla Procura per una condanna definitiva a 8 mesi per l’occupazione abusiva di un alloggio.

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La donna, dunque, a quanto si è saputo, in base al provvedimento preso immediatamente dal Tribunale di Sorveglianza, presieduto da Giovanna Di Rosa, torna libera. L’85enne, aveva fatto sapere ieri l’associazione Antigone, ha bisogno di un’assistenza personale e una gestione sanitaria costante da parte di altre detenute e degli operatori del carcere. L’associazione aveva parlato di una «situazione che non dipende dal penitenziario».

E’ stata la stessa 85enne, aiutata dagli operatori del carcere di San Vittore, a firmare l’istanza di differimento pena che oggi ha portato alla sua scarcerazione. Fuori dalla casa di reclusione ha trovato la figlia che l’ha presa in carico, ma ora, stando a quanto riferito, bisognerà capire se i familiari, che abitano in provincia di Novara, si prenderanno davvero cura di lei.

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La vicenda della 85enne

Emergono, inoltre, altri particolari che chiariscono il quadro della vicenda. La donna fu condannata, con sentenza diventata definitiva, a 8 mesi con sospensione condizionale della pena. Sospensione, però, legata al fatto che entro tre mesi avrebbe dovuto lasciare la casa di via Bolla, a Milano, occupata abusivamente. L’anziana non lascià l’appartamento e quindi il Tribunale revocò la sospensione della pena e l’Ufficio esecuzione della Procura di Milano, sulla base della sentenza, emise lo scorso marzo l’ordine di esecuzione della pena ma sospeso, perché la pena stava sotto i 4 anni.

Tra aprile e giugno per due volte la Procura notificò al difensore l’ordine sospeso. Difesa che aveva la possibilità così nei termini previsti (30 giorni) di chiedere, sulla base delle condizioni di salute e dell’età della donna, la misura alternativa al carcere. Nel frattempo, con un verbale di vane ricerche la donna era stata dichiarata irreperibile.

Così, quando a fine settembre l’85enne fu trovata dalle forze dell’ordine in un altro appartamento occupato di via Bolla venne eseguito l’ordine di esecuzione pena con carcerazione, perché erano scaduti i termini della sospensione e la difesa non aveva fatto istanze. La Procura, per legge, non può decidere il differimento pena e in questo caso nemmeno era stata avanzata istanza. Finita in carcere a fine settembre ha presentato lei stessa richiesta al Tribunale di Sorveglianza, che ha disposto un accertamento medico, i cui esiti sono arrivati il 3 ottobre: non è affetta da patologie gravi, ma non è in grado di compiere gli atti quotidiani in autonomia.

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