Eletta fra i nominati, ancora una volta mette in mostra il lato arrogante dell’Ue
La presidente della Commissione europea, eletta tra nominati, moltiplica le sue dichiarazioni non richieste da alcuno, chiede di continuare l’opposizione alla Russia senza debolezze e, a forza di fare da cassa di risonanza della sottomissione UE agli Usa e di manifestare la sua monomania ideologica, ci mette tanti dubbi su quell’articolo del catechismo unionista che tuttavia sembrava ormai ben radicato e per il quale l’Unione aveva ottenuto persino un Nobel: l’Europa è sinonimo di pace.
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Così oggi arriviamo al secondo tempo della de-costruzione dei tanti celebrati valori europei perché l’Europa non era soltanto la tanto decantata pace ma anche l’inflazionata democrazia: era una Comunità europea del carbone e dell’acciaio in modo che nessuno potesse avere il monopolio dell’industria, una bandiera stellata e un inno massonico con il IV movimento della IX sinfonia di Beethoven. Ce n’era per tutti i gusti ma il messaggio era sempre lo stesso.
Oggi anche il carattere democratico sembra aver perso lucidità vista la sempre più evidente esclusione dal nucleo degli Stati obbedienti dei Paesi del gruppo di Visegrad che non accettano le imposizioni democratiche di Bruxelles e, ad esempio, non hanno accettato di accogliere i migranti per arricchire i vecchi Paesi stanchi.
I mezzi per punire ogni deriva
Oggi tutto diventa chiaro e ufficiale. Interrogata sulle prospettive di una vittoria della coalizione di destra in Italia, Ursula l’ha fatta «fuori dal rinale», dichiarando di avere in ogni caso i mezzi per punire ogni deriva al pensiero dominante e lo ha fatto nel silenzio preoccupante delle autorità italiane che invece avrebbero avuto il dovere – per orgoglio nazionale o per dignità da reggitori della Cosa pubblica – di richiamare la signora Ursula al rispetto delle scelte democratiche di uno Stato nazionale.
Certo si può ben capire la difficoltà che si troverà ad affrontare la tecnocrazia bancaria di Bruxelles quando un popolo avrà votato male e non avrà fatto quello che gli si è consigliato, una trasparenza nella tirannia che appare stupefacente: fate come volete, siamo in democrazia, ma se non verranno eletti i nostri amici ci potranno essere problemi seri.
La risposta dei cittadini italiani ed il responso delle urne hanno dimostrato come la minaccia di Ursula Von der Leyen, «noi abbiamo gli strumenti», sia veramente raccapricciante. Soprattutto se espressa da questa donna, nominata alla testa di un’Europa ormai inutile, con una voce neutra e con un leggero accento… bavarese.
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