Investì e uccise due cugini in bicicletta: 61enne a giudizio

di Redazione

L’incidente avvenuto ad Orta di Atella nel Casertano

Rinviato a giudizio per omicidio stradale il 61enne casertano G.F. che il 3 agosto 2021, mentre guidava in via Brugnano a Orta di Atella, investì e uccise due cugini che si stavano recando al lavoro in bicicletta. Si tratta di Salif e Moctar Sare, di 43 e 51 anni, originari del Burkina Faso e residenti a Succivo. I familiari delle due vittime si sono affidati a Giesse Risarcimento Danni, gruppo specializzato in incidenti stradali mortali, per chiarire la causa del sinistro e si sono costituiti parte civile con l’avvocato Norberto Quieti.

“L’incidente è avvenuto su un rettilineo dove la visibilità era buona e i due cugini procedevano in fila indiana – chiarisce Fernando Rosa, responsabile della sede Giesse a Monza – L’automobilista, che peraltro guidava con la cintura di sicurezza non allacciata, andava a una velocità di oltre 76 km/h, ben superiore al limite previsto in quel tratto, pari a 50 km/h: in un colpo solo ha strappato alla vita due persone, lasciando la famiglia Sare e un’intera comunità nel dolore”.

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Era il 3 agosto 2021. Verso le 5.40 del mattino, G.F. stava guidando la sua Citroen C3 in via Bugnano a Orta di Atella. Più o meno all’altezza dell’impianto di depurazione, non si accorse delle bici color rosso e nero-viola che aveva davanti a sé e le travolse. Per Salif, investito per primo, non ci fu nulla da fare. Mentre Moctar fu trasportato d’urgenza all’ospedale di Aversa e poi ricoverato al Cardarelli di Napoli dove morì il primo settembre.

Il consulente tecnico del pm ha evidenziato la responsabilità dell’automobilista: «In condizioni di visibilità diurne, in un tratto rettilineo, pianeggiante e a visuale libera, imprudentemente viaggiando a una velocità di circa 26-29 km/h oltre il limite, negligentemente non si accorgeva della presenza di due velocipedi che venivano impattati da tergo».

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Avesse rispettato i limiti previsti in quel tratto dal Codice della Strada, l’automobilista sarebbe riuscito a frenare in tempo: “Il nostro consulente, così come quello del pm, ha rilevato che all’atto della “percezione” da parte dell’automobilista della presenza dei due ciclisti, questi si trovano ancora a non meno di 20-30 metri di distanza dalla vettura – aggiunge Fernando Rosa, di Giesse Risarcimento Danni – Alla velocità di 50 km/h, a parità di ogni altra condizione, questo spazio avrebbe consentito all’automobilista di evitare il sinistro e di arrestare il proprio mezzo prima dell’impatto coi ciclisti”.

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