Il ponte sullo Stretto di Messina: una necessità per tutta l’Europa

di Marco Carmine Foti

Il governo ha affidato a RFI un nuovo progetto di fattibilità

Il ponte sullo Stretto di Messina è una priorità. Non vi è dubbio alcuno. Si è tornato a parlare, nelle ultime settimane, in modo sempre più insistente. Al punto che il Governo, sentita la Struttura Tecnica di Missione del MIMS che ha curato gli approfondimenti sulle diverse soluzioni proposte (ricordo «Ponte ad unica campata» secondo il progetto esistente; «Ponte a più campate»; «Tunnel cd. Archimede – sospeso»; «Tunnel subalveo – appoggiato»), nell’Allegato Infrastrutture al DEF 2022 ha chiesto a «RFI di provvedere, mediante procedura ad evidenza pubblica e a valere sui fondi previsti a tal fine dalla legge di bilancio n. 178/2020 (50 milioni di €) alla redazione del progetto di fattibilità tecnico-economica di soluzioni alternative per il sistema di attraversamento stabile dello Stretto di Messina».

Un nuovo progetto di fattibilità che RFI dovrà realizzare sulla base delle analisi approfondite su circa venti punti evidenziati dal MIMS, tra i quali spiccano gli studi da compiere su buone pratiche internazionali, criticità trasportistiche, proposte progettuali tecnicamente plausibili per due tipologie di ponte (campata unica e campata multipla), rischio sismico, risposta dell’impalcato al vento turbolento (mediante studi aerodinamici e aeroelastici), tempi e costi di costruzione, impatti ambientali.

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Il finanziamento del ponte sullo Stretto di Messina

In sostanza, come anticipato, si tratta di un nuovo progetto che, secondo il MIMS, deve affrontare il dibattito sul finanziamento dell’opera, che non può e non deve essere basato sui ricavi da pedaggio ma debba pensare ad un intervento dell’Europa, qualora a Bruxelles ritengano lo Stretto di Messina strategicamente di rilievo per l’economia continentale.

Nel frattempo si procede con l’attraversamento dinamico, ovvero permane lo status quo dell’offerta di trasporto che sarà oggetto di una profonda riqualificazione grazie ad un investimento di circa 500 milioni di Euro a valere sui fondi PNRR.

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Le soluzioni tecniche per il ponte sullo Stretto di Messina

L’aspetto che non trova una risposta si riferisce alle considerazioni del GdL il quale «ritiene che la soluzione aerea a più campate sia potenzialmente più conveniente di quella a campata unica e sconsiglia di fatto le soluzioni dei tunnel subalveo e in alveo (Archimede)». Per cui, il ponte a campata unica, di cui esiste il progetto e se ne parla da decenni, non va bene.

Per quale motivo? I tecnici della STM scrivono: «Un aspetto sfavorevole di questa soluzione è sicuramente il vincolo della sua ubicazione nel punto di minima distanza fra Sicilia e Calabria (circa 3 km), che allontana l’attraversamento dai baricentri delle aree metropolitane di Messina e Reggio Calabria, ma che al tempo stesso comporta comunque la necessità di realizzare un ponte sospeso con una luce maggiore del 50% di quella del ponte più lungo ad oggi realizzato al mondo».

Traduco: non essendoci un esempio al mondo tale da poter effettuare un confronto il gruppo di lavoro ritiene che la soluzione progettuale proposta da fior fiori di professionisti in questi decenni non sia fattibile. Sempre il GdL aggiunge che il disegno del ponte è distante dai baricentri delle due città metropolitane dimenticando però che lo stesso si colloca all’interno di un’area definita appositamente dalle due regioni, Sicilia e Calabria, «Area metropolitana integrata dello Stretto» ed il ponte si posiziona proprio baricentricamente alla stessa.

Lo studio riporta, tenuto conto della complessità e dello stato di conoscenza delle problematiche sismiche, geotecniche, geologiche, ambientali e meteo-marine ad esso relative, di sviluppare la prima fase del progetto di fattibilità limitando il confronto ai due sistemi di attraversamento con ponte a campata unica e ponte a più campate, anche ipotizzando diverse soluzioni progettuali per i collegamenti a terra e, nel caso del ponte a più campate, per la localizzazione e la struttura.

La richiesta del Governo a RFI

Da queste esigenze parte la richiesta del Governo a RFI di realizzare un nuovo studio di fattibilità tecnica ed economica. È interessante sottolineare come il «GdL ritiene che sussistano profonde motivazioni per realizzare un sistema di attraversamento stabile dello Stretto di Messina, anche in presenza del previsto potenziamento/riqualificazione dei collegamenti marittimi (collegamento dinamico), pur necessario in relazione ai tempi per la realizzazione di un collegamento stabile».

Progetti, studi, analisi e valutazioni sono già in possesso del Ministero, ne sono stati realizzati a iosa nel tempo. Realizzare un altro studio significa affossare definitivamente le possibilità di realizzazione di una infrastruttura che oggi più che mai necessita ad un territorio «staccato» letteralmente dal Continente e dai Corridoi TEN.

Il ponte sullo stretto è la logica prosecuzione delle opere strategiche in continuità e coerenza con la programmazione nazionale e comunitaria, atte a contribuire allo sviluppo della rete europea «core» e «comprehensive», collegando in maniera efficace, efficiente e sostenibile il territorio siciliano con il resto del Paese, con l’Europa e con i traffici internazionali del Mediterraneo, a completamento di una infrastruttura transeuropea che parte dal Baltico e termina a Palermo. Spero e mi auguro, prima da tecnico e poi da calabrese, cittadino italiano ed europeo, che non si metta la parole «fine» a questa necessità infrastrutturale.

Setaro

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