Azovstal, Zelensky: «Forze russe bombardano costantemente, colloqui complessi»

Le trattative con la Russia per far uscire gli ultimi difensori dallo stabilimento

Nel suo ultimo video-discorso il presidente ucraino Volodymyr Zelensky di colloqui «molto complessi» con la Russia per far uscire gli ultimi difensori dallo stabilimento Azovstal di Mariupol, aggiungendo che Kiev si avvale di «intermediari influenti». «Le forze russe bombardano costantemente le acciaierie nel porto meridionale di Mariupol, l’ultimo bastione di centinaia di difensori ucraini in una città quasi completamente controllata dalla Russia dopo più di due mesi di assedio» afferma Zelensky.

Al momento «sono in corso trattative molto complesse sulla prossima fase della missione di evacuazione: l’allontanamento dei medici gravemente feriti. Stiamo parlando di un gran numero di persone. E stiamo facendo di tutto anche per evacuare tutti gli altri, tutti i nostri difensori. Abbiamo già coinvolto tutti coloro che nel mondo potrebbero essere gli intermediari più influenti», dice il presidente ucraino senza fornire dettagli al riguardo.

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Il presidente ucraino: guerra e blocco russo dei porti possono «provocare una crisi alimentare su larga scala»

Poi ha avvertito che la guerra e il blocco russo dei porti ucraini possono «provocare una crisi alimentare su larga scala». «I russi stanno minacciando apertamente il mondo che ci sarà carestia in decine di paesi – afferma Zelensky -. E quali potrebbero essere le conseguenze di una simile carestia? A quale instabilità politica e flussi migratori questo porterà? Quanto si dovrà spendere allora per superarne le conseguenze? Queste sono le domande a cui devono rispondere coloro che stanno ritardando le sanzioni alla Russia o stanno cercando di rinviare gli aiuti all’Ucraina».

Il vicesindaco di Odessa: «Non ci siamo mai considerati russi»

«Non ci siamo mai considerati russi, pur parlando russo. Secondo un sondaggio ora il 90% dei cittadini reputa Mosca un aggressore. Ma questo non significa prendere le distanze dalla nostra cultura. Noi chiamiamo nemico chi ci ha invaso non la cultura russa o le nostre tradizioni». Lo spiega il vicesindaco di Odessa, Oleg Bryndak, in un’intervista al Corriere della Sera.

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«I militari russi si aspettavano che qui sarebbero stati accolti con lanci di fiori come eroi e, quando questo non è avvenuto, hanno voluto scatenare il loro tentativo di vendetta sulla città. La città di Odessa è sempre stata nel mirino, fin dall’inizio – prosegue il vicesindaco – Putin la vuole insieme a tutta la fascia che collega la Transnistria alla Crimea. Dal momento che non sono riusciti ad attaccare via terra, i russi hanno iniziato a usare missili sia contro obiettivi militari che civili».

Uno dei fronti aperti è quello dell’Isola dei Serpenti

«Che i russi vogliano fare dell’Isola dei serpenti una base per tentare lo sbarco su Odessa è sempre stato chiaro – spiega – Il problema è far sì che non ci riescano. Ma siamo fiduciosi, speriamo di riprendercela presto». Odessa è anche un porto con migliaia di tonnellate di grano ferme. La città sta soffrendo «tanto. Abbiamo sette navi commerciali bloccate in porto. E altre tre battenti bandiera internazionale che sono state danneggiate – conclude – Putin sta usando quest’arma di ricatto, minacciando di affamare intere città e pensando così di poter vincere la guerra»

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