Guerra in Ucraina, partita l’offensiva per il Donbass. Bombe su Kharkiv e su altre città

Un villaggio russo sarebbe stato bombardato dal lato ucraino

Mosca ha lanciato la sua offensiva sull’Est dell’Ucraina. «Le truppe russe hanno iniziato la battaglia per il Donbass», ha detto ieri sera il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. «E’ un inferno», ha dichiarato il governatore della regione di Lugansk, Sergei Gaidai. Diverse esplosioni sono state sentite nelle prime ore della notte a Mykolaiv, a est di Odessa. Bombardamenti sono stati segnalati anche a Kharkiv. E notizie di danni e feriti sono arrivate anche dal territorio russo: un villaggio della regione di confine di Belgorod sarebbe stato bombardato dal lato ucraino.

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Prosegue intanto l’assedio di Mariupol. Sono almeno 1.000 i civili che si stanno nascondendo nei rifugi sotto l’acciaieria Azovstal, per lo più donne con bambini e anziani, afferma su Telegram il Consiglio comunale della città portuale. E il sindaco Vadym Boichenko ha detto che circa 40.000 civili sono stati «deportati con la forza» dalla città verso la Russia o le regioni dell’Ucraina controllate dai russi. Numeri che sono stati «verificati attraverso il registro municipale», ha spiegato il primo cittadino.

Il fronte diplomatico

La Casa Bianca ha fatto sapere che oggi pomeriggio il presidente americano Joe Biden terrà una videochiamata sulla crisi ucraina con i suoi alleati e partner. Il presidente francese Emmanuel Macron, parlando al canale tv France 5, ha risposto invece a chi gli chiedeva come mai non si rechi a Kiev sull’esempio di altri leader europei. «Ci tornerò, ma per apportare qualcosa di utile: per dimostrare semplicemente il mio supporto non ho bisogno di recarmi lì. Se andrò a Kiev, dovrà essere per fare la differenza», ha detto Macron aggiungendo di non aver più parlato con il presidente russo Vladimir Putin dalla scoperta delle uccisioni di massa a Bucha e in altre città ucraine.

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Per coloro che sono restati in Ucraina, l’Unicef lancia l’allarme acqua: oltre 4,6 milioni di persone hanno un accesso limitato a questo bene primario a causa della guerra, con oltre sei milioni di persone che lottano ogni giorno per l’accesso all’acqua potabile.

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