Guerra in Ucraina, Putin: «Europa non può sostituire il nostro gas»

Il leader russo è sicuro: «Il futuro delle forniture verso l’Occidente si ridurrà»

Non è affondato l’incrociatore lanciamissili russo Moskva, che Kiev afferma di aver colpito ieri nelle acque del Mar Nero al largo di Odessa con due missili Neptune. «Non ci sono incendi attivi e le esplosioni di munizioni si sono fermate», sostiene il ministero della Difesa russo parlando dell’unità, che conta un equipaggio di 500 marinai e ha a bordo 16 missili antinave con una gittata di almeno 700 km.

Mosca spiega che sono in corso le indagini per stabilire le cause dell’incendio che ha provocato l’esplosione delle munizioni sull’ammiraglia russa nel Mar Nero, che sarà rimorchiata in porto. Ma secondo l’esperto Andrei Klimenko, dell’Istituto studi strategici sul Mar Nero, a quanto riporta Unian, a questo punto il Moskva, resterà fuori combattimento per almeno un anno. Intanto ad Odessa c’è il timore di una rappresaglia russa, e due esplosioni sono state udite non lontano dal porto della città costiera questa mattina poco dopo le 10 locali (le 9:00 in Italia).

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L’altolà a Finlandia e Svezia

Dal Cremlino arriva un forte altolà ai progetti di Finlandia e Svezia, che non vogliono fare la fine di Kiev e per questo sono entrate in pressing per il loro ingresso nella Nato. «Ci si può dimenticare dei Baltici non nucleari se Svezia e Finlandia si uniscono alla Nato», scrive su Telegram Dmitrij Medvedev, vicepresidente del consiglio di sicurezza della Russia, citato dalla Tass. E chiarisce che in caso di questa eventualità la Russia rafforzerà i suoi confini occidentali, perché «la lunghezza del confine terrestre dell’alleanza con la Russia sarà più che raddoppiata. E naturalmente, sarà necessario rafforzare questi confini».

Immediata a queste parole arriva una replica da Vilnius, con la premier lituana Ingrida Šimonytė che le definisce «piuttosto strane», visto che «tutti sanno – aggiunge – che già da prima della guerra in Ucraina, i russi tengono le armi a 100 chilometri dal confine della Lituania. Le armi nucleari sono sempre state tenute a Kaliningrad», e vengono usate come una minaccia.

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In un aggiornamento nel 50mo giorno dall’invasione russa, Kiev afferma che le forze di Mosca continuano a lanciare attacchi missilistici e bombe sulle infrastrutture militari e civili nelle regioni di Kharkiv, Donetsk e Zaporizhzhia, riporta la Bbc, mentre il consigliere del capo dell’Ufficio del presidente ucraino, Oleksiy Arestovych, fa sapere intanto che marine della 36ma brigata sono stati fatti prigionieri dai russi mentre tentavano di sfondare il fronte a Mariupol per raggiungere il reggimento Azov, ma che non si tratta di mille militari, come invece annunciato da Mosca, ‘ma molti meno’.

Kramatorsk, 59 vittime tra cui bambini

Da autorità locali, invece, arriva la denuncia di bombardamenti da parte delle forze ucraine sulla cittadina russa di Klimovo, poco lontana dal confine, dove sono stati colpiti edifici residenziali e ferite delle persone. Intanto, il bilancio delle vittime nell’attacco alla stazione ferroviaria di Kramatorsk, nell’est ucraino, è salito a 59 persone, tra cui 7 bambini, mentre Kiev sostiene di aver ucciso quasi 20mila soldati russi dall’inizio della guerra.

Sul fronte della diplomazia, Ankara continua a lavorare per il negoziato e fa sapere che sarà il presidente russo Vladimir Putin a prendere la decisione finale su un suo possibile incontro in Turchia con l’omologo ucraino Volodymyr Zelensky. Peraltro, il portavoce dello zar oggi precisa che Putin non ha mai rifiutato in linea di principio di tenere un incontro con Zelensky, ma un documento deve essere redatto prima che tale incontro possa essere organizzato. Ma il leader ucraino avverte che o la leadership russa russa cercherà la pace o, come risultato di questa guerra, la Russia lascerà per sempre la scena internazionale.

Le parole del presidente della Federazione Russa

Per l’Europa è impossibile sostituire per ora il gas in arrivo dalla Russia. Lo ha sottolineato il presidente russo Vladimir Putin, in un incontro sulla situazione dell’industria petrolifera e del gas, citato dalla Tass. «Ciò che sorprende è che i ‘paesi ostili’ ammettono di non poter fare a meno delle risorse energetiche russe, incluso il gas naturale, per l’Europa il suo sostituto semplicemente non c’è», ha affermato.

«L’Europa è pronta ad abbandonare l’agenda verde e a scommettere di nuovo sull’energia fossile», ha detto ancora Putin, ricordando che «fino a poco tempo fa la definivano ‘arcaica’ e ‘sporca’». Il presidente russo ha poi sollecitato il riorientamento dell’export energetico russo dall’Europa verso l’Asia, a causa delle sanzioni per la guerra in Ucraina, e accusato gli europei di «destabilizzare il mercato» dal momento che vuole rinunciare agli idrocarburi russi. «Bisogna partire dal principio che il futuro delle forniture verso l’Occidente si ridurrà – ha detto – Bisogna dunque riorientare le nostre esportazioni verso i mercati del sud e dell’est che crescono rapidamente».

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