Acerra, la battaglia di monsignor Di Donna: «No a un nuovo impianto per i rifiuti»

di Redazione

Il vescovo scrive alla Conferenza dei servizi della Regione Campania

«Vi supplico, in nome di Dio, non vi fate complici di quanti stanno inquinando il nostro territorio procurando malattie e morti di cui sono responsabili». È quanto scrive il vescovo di Acerra (Napoli), monsignor Antonio Di Donna, in una lettera indirizzata alla Conferenza dei servizi della Regione Campania, ribadendo «con grande rammarico lo sconcerto di fronte all’ennesimo progetto di impianto di trattamento dei rifiuti, ignorando completamente il ‘disastro ambientale’ del nostro territorio da tempo autorevolmente dichiarato».

Il presule chiede di scongiurare la costruzione e l’esercizio di un impianto per lo stoccaggio, lo smaltimento ed il trattamento di rifiuti speciali liquidi, autorizzato nei giorni scorsi dalla Conferenza dei servizi. Monsignor Di Donna, quindi, invoca ancora una volta una moratoria che impedisca l’insediamento ad Acerra «di impianti a impatto ambientale» sottolineando che il territorio deve essere configurato quale «agricolo-urbano».

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Il vescovo: «Un “gioco delle parti” dei potenti»

Il vescovo sottolinea il proprio «profondo turbamento, e quello della città, di fronte a quello che fin dall’inizio è sembrato un “gioco delle parti” dei potenti, per poi giungere in maniera beffarda alla realizzazione di un altro impianto di smaltimento e stoccaggio di rifiuti», rilevando «i continui rimpalli di responsabilità, ai ‘limiti’ disposizioni vigenti, e il ricorso, a seconda della convenienza, alle ‘maglie’ della burocrazia, con fughe in avanti e apparenti marce indietro».

«Tutti vogliamo che le nostre terre tornino ad essere l’antico “giardino” che sono chiamate ad essere – prosegue monsignor Di Donna – come affermato dal ministro Mara Carfagna lo scorso 26 gennaio presentando il Contratto Istituzionale di Sviluppo. E invece ci si ritrova a combattere contro l’ennesimo insediamento di impianti di trattamento di rifiuti speciali».

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«Prendiamo atto – conclude il vescovo rivolgendosi alla dirigente della Conferenza dei servizi regionale – che c’è una volontà politica della Regione di non voler affrontare questo problema. Mi appello, perciò, cara Dirigente, alla sua coscienza, e attraverso di lei ai membri della Conferenza dei servizi e alla Giunta regionale. Vi supplico, in nome di Dio! Non vi fate complici di quanti stanno inquinando il nostro territorio, procurando malattie e morti, di cui sono responsabili».

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