Caro carburante, la protesta degli autotrasportatori blocca le autostrade

Nel Foggiano un autotrasportatore è stato colpito con un’arma da taglio

Dilaga in varie parti d’Italia la protesta degli autotrasportatori contro i rincari del carburante. E si registra anche un ferito. Un autotrasportatore che stava manifestando lungo la statale 16 nel Foggiano è stato colpito con un’arma da taglio, in modo non grave ad un fianco, da un automobilista nelle vicinanze dello svincolo per Torremaggiore.

Secondo alcune testimonianze, l’aggressore, un uomo di 50 anni, era a bordo della sua autovettura e alla vista dei manifestanti non avrebbe rallentato la corsa, anzi avrebbe fatto marcia indietro correndo il rischio di investirli. A quel punto sarebbe sceso dall’auto e armato di coltello ha ferito al fianco uno dei presenti.

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Continuano lungo i tratti autostradali campani i «blocchi mobili» degli autotrasportatori che protestano per il caro-carburante. Alcune decine di camion stanno effettuando blocchi nei pressi delle barriere di Napoli Nord lungo l’A1 Milano-Napoli e sull’A30 Caserta-Salerno, alla barriera di Mercato San Severino (Salerno). Questa mattina i tir avevano bloccato il casello di Caianello lungo il tratto casertano dell’A1, nella nottata la barriera di Napoli Nord, che ricade nel comune di Marcianise (Caserta). Tanti i disagi per gli automobilisti. A monitorare la situazione c’è la Polizia Stradale.

Ciro Russo (Fai): «Comprendiamo le ragioni della protesta ma non i modi»

«Comprendiamo le ragioni della protesta ma non i modi in cui viene attuata. La protesta non va esasperata anche perché p in corso una trattativa con il Governo, cui chiediamo regole certe perché la categoria degli autotrasportatori è allo stremo e in tantissimi sono in difficoltà».

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E’ quanto afferma il segretario campano della Fai (Federazione Autotrasportatori italiani) Ciro Russo, da giorni impegnato con i vertici nazionali dell’associazione e le altre sigle raccolte nell’Unatras (Unione delle associazioni nazionali dell’autotrasporto) in una «serrata trattativa» con il Governo in relazione alle enormi difficoltà che sta incontrando la categoria degli autotrasportatori, stretta tra il caro-carburante con aumenti in media di 20 centesimi al litro per il gasolio e la mancanza di controlli su quelli che sono gli standard minimi di sicurezza in cui gli autotrasportatori sono costretti a lavorare, pagati sempre meno dalle società committenti.

La richiesta al Governo

«Al Ministro Giovannini e al Governo – spiega Russo – abbiamo chiesto di mettere in atto un sistema di regole certo, che peraltro già esiste nell’ordinamento, che consenta di bilanciare il rapporto di lavoro tra autotrasportatore e committente. Ad oggi c’è un decreto del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti che prevede un costo minimo per chilometro, da 1,36 euro e 2,50 euro, in grado di coprire le singole voci di costo sostenute dagli autotrasportatori, per esempio per il carburante, per l’autostrada, per il salario dell’autista, e dunque anche la sicurezza del viaggio. Eppure le società committenti, spesso grandi gruppi, pagano al massimo 1,10 euro a chilometro, e ciò porta gli autotrasportatori a dover necessariamente ridurre la spesa per la sicurezza o altre voci.

«Il Ministero deve dunque controllare ma finora non lo ha fatto. Penso anche ai controlli che andrebbero fatti alla società committenti dopo un incidente grave che ha coinvolto un camion che viaggiava per loro; ciò è previsto per legge ma di controlli dopo sinistri gravi che hanno interessato camionisti durante il lavoro non ce ne sono mai stati» conclude Russo.

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