Ma davvero l’Italia ha bisogno di questa Unione europea?

di Mauro Della Corte

La stretta sull’efficientamento energetico rischia di mettere fuori mercato milioni di immobili

Ma davvero l’Italia e gli Stati europei hanno bisogno di questa Unione Europea che, ogni giorno, sembra sempre di più distaccata dalla realtà? L’ultima dimostrazione l’ha data sugli immobili. Secondo quanto riportato da organi di informazione la Commissione Europea starebbe preparando una nuova misura che, se approvata, dal 2027 metterà circa 5 milioni di edifici fuori dal mercato immobiliare.

Secondo l’assurdo provvedimento entro il 2050 tutti gli immobili in Europa dovranno essere a «emissioni zero». Per fare ciò ogni Stato definirà quali sono gli standard minimi di prestazione energetica che dovranno essere applicati a partire dal 2027. Entro il 2035 invece tutti gli immobili dovranno rispettare questi parametri. Gli edifici che non li rispetteranno non potranno né essere venduti né essere affittati.

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Una misura che ha dell’assurdo se si conta che in Italia sono pochissimi gli immobili messi a posto sotto questo punto di vista. È vero, per rimodernare gli edifici, il nostro Paese ha investito enormi capitali con superbonus e bonus vari ma al momento riferisce il ministro Daniele Franco secondo «i dati Enea a fronte di 9,6 miliardi di lavori gli oneri ammontano a 10,5 miliardi, e siamo allo 0,5% del patrimonio immobiliare italiano». Praticamente nulla.

Le conseguenze di una simile decisione

Una decisione simile come al solito andrà a premiare i ceti più ricchi che avranno la liquidità per ristrutturare mentre colpirà quasi a morte quelli più deboli che questa disponibilità non la hanno. Tantissime le persone che hanno ricevuto un appartamento o un immobile in eredità ma che non sono in condizione agiate per intervenire subito sull’efficientamento energetico. Gli edifici di quest’ultimi, a questo punto, rischiano seriamente l’abbandono. Per non parlare delle ripercussioni sul mercato degli affitti.

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Una decisione simile porterà inevitabilmente all’aumento del canone mensile visto che dopo aver ristrutturato difficilmente i proprietari immobiliari decideranno di non alzare l’affitto per recuperare quanto speso.

Insomma, tra la voglia di mettere fuori mercato vino e birra, la cancellazione delle parole «Maria», «Giovanni», «festività natalizie», e l’imposizione entro sei anni a tutti dello stesso standard energetico l’Unione Europea sembra ormai fuori binario. Più che l’Europa dei popoli ci ritroviamo davanti a un’Europa dei burocrati e dei capitalisti che ogni giorno di più mira a colpire il ceto basso e medio a favore dei potenti. Ma davvero l’Italia e i cittadini hanno bisogno di questa Ue? Forse, il Regno Unito, tutti i torti non li aveva.

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