In difesa della nostra dieta mediterranea: anche i nutrizionisti dicono «no» all’algoritmo del nutri-score

di Felicia Di Paola

Il Nutri-score: che cos’è?

Il nutri-score è un sistema di etichettatura nutrizionale a colori, molto discussa nell’Unione Europea, che penalizzerebbe i nostri prodotti agroalimentari, di eccellenza. È stato ideato dalla Francia, anche se cominciano a essere dubbiosi anche loro. Le multinazionali, come Francia e Germania, trarrebbero grande vantaggio dal nutri-score.

Ogni alimento avrebbe un colore che viene assegnato in base al contenuto di zuccheri, di grassi e di sale in 100 grammi. Così un prodotto di colore verde è più sano di un prodotto di colore rosso. Risulterebbero danneggiati i nostri prodotti made in Italy, come l’olio extravergine d’oliva, base della dieta mediterranea, il parmigiano reggiano, che rischiano il colore rosso (ovvero non sano, non nutriente), mentre i cibi spazzatura, ad esempio le patatine fritte, la coca-cola, ricchi di grassi, di sale, di zucchero potrebbero avere il verde (indicatore di nutriente e sano).

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Il Nutri-score: nutrizionisti, governi, gruppi industriali dicono no al nutri-score

Numerosi sono i nutrizionisti, i gruppi industriali, le associazioni di agricoltori europei e  molti governi che con forza dicono «no» secco all’algoritmo del nutri-score. Perché? Perché è un meccanismo che non informa e non tutela il consumatore. Anzi privilegia il cibo spazzatura, ricco di grassi, di sali, di zuccheri, dannoso e pericoloso per la nostra salute e tra i responsabili del sovrappeso e dell’obesità globale.

È contro quei sani e i corretti principi della nostra dieta mediterranea, definita persino dall’Unesco «patrimonio immateriale dell’umanità», che è costituita da alimenti nutritivi, sicuri, stagionali, imitati e invidiati in tutto il mondo come già scrivo nel mio “Elogio del cibo e della Dieta Mediterranea”, controcorrente edizione.

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Il nutri-score: quali i rischi se venisse approvato?

Lo scopo delle multinazionali sta nell’omologazione, nella standardizzazione del cibo, senza sapore, senza odori, senza qualità organolettiche. Per loro, sia il cibo sano e nutriente che quello non sano stanno sullo stesso piano senza distinzione. Così i consumatori non sono liberi di scegliere tra il cibo di qualità e quello scadente. Saranno condizionati nelle scelte da un colore selezionato dalle multinazionali e non dalle autentiche caratteristiche nutrizionali e/o organolettiche. Una cosa inammissibile in Italia, che è il Paese che vanta più di cinquemila prodotti di eccellenza, con la maggiore biodiversità. Noi vogliamo più consapevolezza per quello che consumiamo con etichettature veritiere e non fuorvianti come potrebbero essere quelle del nutri-score.

L’algoritmo del nutri-score: perché privilegerebbe più il cibo spazzatura?

L’algoritmo del nutri-score è un sistema ingannevole per i cittadini e il consumatore. Non c’è un criterio giusto e scientifico. È tutta una questioni di interessi delle multinazionali. Esso privilegerebbe più il cibo spazzatura, in seguito a un analisi dei contenuti di zucchero, di sale, di grasso, presi singolarmente senza essere inseriti in consumi in termini di dieta. Quindi un prodotto di scarsa qualità, non nutriente prevarrebbe sui nostri prodotti sani. Una cosa inaccettabile.

Il nutri-score: occorre più tutela per i nostri prodotti made in Italy, di eccellenza

«Il nutri-score è un qualcosa di grave per il nostro Paese»: così ha esordito il premier Draghi. È proprio così. Abbiamo bisogno di etichettature che ci diano informazioni più chiare sui nostri prodotti agroalimentari. Più tutela, più sicurezza e più tracciabilità. In gioco c’è la nostra salute.

Una dura battaglia da vincere

Al fianco della bella Italia ci sono, fortunatamente, altri sei, sette Paesi (come la Spagna, la Francia addirittura) grintosi nel combattere questa dura battaglia contro il nutri-score che condiziona e non informa. Un’alleanza che cresce sempre di più a discapito del cibo spazzatura. Perché non dimentichiamo: «la dieta mediterranea con i prodotti dell’Italia, del Sud, è la sfida vincente del locale nei confronti del globale».

No al nutri-score: il cibo è anche cultura, storie e identità

Il cibo è anche storia, cultura, identità. È un elemento determinante della nostra civiltà, ricca di tradizione, di memoria. L’alimentazione è una scienza a tutti gli effetti. Non a caso all’Università si studiano materie come la chimica degli alimenti, i cibi contaminati, le tossinfezioni alimentari, la sicurezza alimentare, l’ igiene degli alimenti, ecc… La cultura dell’alimentazione è alla base della salute.

dott.ssa Felicia Di Paola
Biologa e Nutrizionista
Specialista in Scienza dell’Alimentazione
Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli

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