Ritorna la politica e subito è bagarre su abolizione del reddito di cittadinanza e green pass

di Dario Caselli

Mattarella richiama tutti al dovere della vaccinazione, ma Salvini e Meloni ribadiscono no all’obbligo

Dopo quasi un mese di stop Camera e Senato riaprono il portone principale e ritornano a popolarsi. Non che la politica sia davvero andata in vacanza in queste settimane. Anzi. Complici le elezioni amministrative e la pandemia gli esponenti politici non si sono risparmiati. Piuttosto a dire il vero la tragedia dell’Afghanistan ha un po’ messo la mordacchia alla politica nostrana, imponendo se non al silenzio almeno ad abbassare i toni.

Come detto, però, da oggi si ritorna in campo. Si riaccendono i riflettori di Montecitorio e di Palazzo Madama. E in un certo qual senso è già possibile capire quali saranno le grandi direttrici lungo le quali il dibattito politico si svilupperà, tenendo comunque presente che sullo sfondo si muoveranno i fili della grande partita del Quirinale.

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Ed a proposito di elezione del Capo dello Stato è da segnalare il grande convegno con tutti i leader politici che si terrà in Senato questo venerdì in occasione del ventennale della tragedia dell’11 settembre. Gran cerimoniere Pierferdinando Casini, da sempre dato in odore di Quirinale, e il fatto che venerdì ci saranno proprio tutti gli esponenti di peso dei partiti, riuniti attorno allo stesso tavolo, ha alimentato il sospetto che questo appuntamento possa servire anche ad altro. Malignità, vocifera qualcuno ma volendo fare affidamento sull’adagio di qualcuno che con Casini ha condiviso molto in passato: a pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca.

Tornando all’attualità, l’ultima domenica di ferie ha in un certo qual modo anticipato quelli che saranno i grandi temi del dibattito politico da qui almeno fino a Natale. Primo su tutti, chiaramente, il Covid-19. Ma rispetto a pochi mesi fa l’argomento principe non sono più i ristori e il sostegno alle categorie in difficoltà, quanto green pass e vaccinazioni.

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Le parole del presidente della Repubblica

Su questo tema ieri da Pavia proprio Sergio Mattarella è tornato a parlare con dichiarazioni forti: «Non si invochi la libertà per sottrarsi alla vaccinazione, perché quell’invocazione equivale alla richiesta di licenza di mettere a rischio la salute altrui e in qualche caso di mettere in pericolo la vita altrui». Frasi che in un certo qual modo sono sembrate ricordare quelle del premier Draghi di diversi mesi fa, quando parlò che l’appello a non vaccinarsi era un «appello a morire».

Parole che qualcuno, alla luce delle recenti polemiche nella maggioranza e del ‘no’ della Lega all’obbligo vaccinale, ha visto come un rimprovero a Matteo Salvini. Dal canto suo l’ex ministro dell’Interno ha ribadito che bisogna dare «fiducia agli italiani, che stanno liberamente scegliendo». Peraltro, ha continuato il leader leghista «quaranta milioni di italiani hanno già liberamente scelto questa strada. In nessun Paese europeo esiste l’obbligo, c’è in Tagikistan e in Turkmenistan».

Si tratta, comunque, di una posizione isolata nella maggioranza visto che persino l’alleato di centrodestra, Forza Italia, plaude alle parole di Mattarella. Comunque, ci sarà tempo per un disegno di legge che imponga la vaccinazione. Anche se qualcuno azzarda che potrebbe non arrivare mai visto che anche l’Ema su questo punto si è sfilata, lasciando alla politica il compito di decidere.

Green pass, oggi il debutto alla Camera

Piuttosto la strada sembra quella di un inasprimento del green pass nel senso di un’estensione del suo utilizzo, imponendo così indirettamente il ricorso alla vaccinazione. Riguardo il certificato verde digitale proprio oggi debutterà nell’aula della Camera il dl di fine luglio che, appunto, ne prevede l’introduzione nel nostro ordinamento. Giorni fa la Lega in Commissione aveva votato con Fratelli d’Italia contro il green pass, spaccando di fatto la maggioranza e le previsioni dicono che anche in Aula questo voto potrebbe ripetersi. Per questo le ultime notizie danno per probabile il voto di fiducia sul provvedimento, così da evitare pericolosi scivoloni ed occasioni di polemiche e tensioni.

Su questo, dal canto suo, Fratelli d’Italia è pronta ad approfittarne. E non a caso, sempre ieri, da Cernobbio Giorgia Meloni ha ribadito la sua sfida alla cancellazione del reddito di cittadinanza giudicandolo «metadone di Stato». Infatti, ha continuato la leader di FdI «non penso affatto che sia una misura di sviluppo. Non è mantenendo le persone nella situazione di difficoltà che si migliora la loro condizione, ma creando attorno a loro le condizioni per uscirne».

Parole che hanno innescato l’immediata e dura reazione del Pd con il ministro del Lavoro Andrea Orlando, «Probabilmente non si rende conto di che cosa sia la povertà», e il presidente del M5S Giuseppe Conte, «Immagino che Meloni non volesse offendere i beneficiari, ma è una espressione volgare, forte». In realtà, l’abolizione del reddito di cittadinanza potrebbe diventare una delle prime battaglie di tutto il futuro centrodestra di governo, anche alla luce delle recenti dichiarazioni di Salvini che ne chiedevano la soppressione nella prossima finanziaria.

Salvini e Meloni: nessuna alternativa al Centrodestra

E sempre Cernobbio è stata la cornice proprio per parlare del futuro del centrodestra con Salvini e Meloni che hanno ribadito che non c’è alcuna alternativa a quella di andare uniti alle prossime elezioni. «Non ho un piano B» ha chiarito Giorgia Meloni, «per me esiste solo quella di Centrodestra e spero che per Lega e Forza Italia sia lo stesso: sono abbastanza ottimista sul fatto che nel 2023 il Centrodestra si presenterà compatto».

Pensiero condiviso anche da Matteo Salvini, il quale ha assicurato che «con la Meloni tutto bene, governeremo insieme» e facendo sapere di essere «convinto che il centrodestra sarà chiamato a governare nel segno dell’unità, appena sarà possibile votare, e quindi ritiene che l’intesa con Fratelli d’Italia debba essere rafforzata affinché (pur con ruoli diversi) siano salvaguardate le battaglie della coalizione».

Insomma, tutto procede ma per capire davvero quale sarà il vero volto del futuro centrodestra bisognerà attendere la partita delle amministrative. I voti delle singole liste e degli stessi candidati a sindaco non avranno un peso secondario su quelli che saranno i futuri equilibri. Anzi, potrebbero essere determinanti ridisegnando addirittura i confini interni della coalizione di centrodestra. Però tempo al tempo, per adesso il bollettino dà sereno. Domani chissà…

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