Paesaggio Culturale Unesco, Venia: «Ischia-Aenaria la candidata perfetta. Lo dice anche la storia»

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L’avvocato Luciano Venia chiede alla Regione Campania, in una missiva inviata al presidente Vincenzo De Luca, di sostenere la candidatura dell’Isola verde a Paesaggio Culturale Unesco.

Onorevole Vincenzo de Luca
Presidente della Giunta Regionale della Campania

Egregio Presidente,

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lo scrivente è il Promotore della Iniziativa per la Candidatura di ISCHIA-AENARIA quale PAESAGGIO CULTURALE riconosciuto dall’Unesco. Come sapra’, tale nuova categoria mira a includere Luoghi che mostrino presenza contemporanea di indubbi pregi naturalistici ed ambientali e segni della civiltà e della storia dell’uomo. L’isola di Ischia ha una lunga storia di incidenza e di importanza nello sviluppo dei popoli e delle culture del mediterraneo. Per millenni l’uomo ne ha solcato i mari e ne ha colonizzato le coste almeno dai fenici ai greci di Eubea, agli Italici e ai tanti popoli che si sono succeduti nel dominio del mezzogiorno.

Questi sono i mari dell’Odissea e restituiscono ancora gli echi di una straordinaria vicenda di incivilimento umano, di traffici, di confronto tra le culture, di diffusione di arti e tecniche, di elevazione di canti ed inni. Hegel afferma che «il mare scinde le terre ma unisce gli uomini».

E in questa chiave gli insediamenti protostorici alla Punta Chiarito con enigmatici avamposti di controllo strategico dei mari isolani, quelli al Castiglione, le testimonianze archeologiche del Monte Vico, di santa Restituta, della collina di Mazzola a Mezzavia, dei sepolcri di San Montano si sommano alle meravigliose tracce disseminate fino alla Vetta dell’Epomeo che con i suoi 789 metri torreggia sul Golfo di Napoli.

La famosa Coppa di Nestore recante uno tra i primi esempi di scrittura è solo uno dei numerosi gioielli. Ai quali non possono che sommarsi i ritrovamenti delle mattonelle votive in area della sorgente di Nitrodi (oggi Parco termale) e tante altre luci del genio umano.

Si pensi solo alla città di Ischia, capoluogo isolano e sede dei cinque cataclismi  – due per formare il cratere vulcanico poi Lago e infine porto con l’apertura dell’istmo di sabbia ad opera di Ferdinando di Borbone nel 1854 con lo spofondamento repentino di un antico borgo,  l’eruzione del 1301-02 e la formazione dell’Arso con la vicenda ancora oscura ma ipotizzata della distruzione della antica città di Geronda nell’area all’incirca compresa tra la via de Luca, la Piazza degli Eroi e l’attuale caserma dei Carabinieri, il sisma localizzato nel 1300 in Campagnano e la straordianria AENARIA nello specchio d’acqua tra il Castello Aragonese e Cartaromana  città sommersa e della quale archeologi e studiosi stanno rinvenendo non solo reperti ma le prove della esistenza di edificazioni, strade, laboratori per la lavorazione dei metalli. Da qui la mia proposta che di fatto opera come un fatto rivoluzionario perchè inquadra finalmente in modo sistemico una teoria di bellezze, reperti, vestigia, monumenti insieme a luoghi di bellezza straordinaria.

Con questa prospettiva lacaniana ritengo e riteniamo che Ischia rappresenti un Unicum che include le sorgenti a mare di Cartaromana con gli scogli dalle forme fantastiche che le contornano, la chiesetta antica dedicata a Sant’anna dove le partorienti portavano e scioglievano i loro voti, la Torre di Gevara (o di Michelangelo), il Castello Aragonese con i suoi edifici, le chiese monumentali, il carcere borbonico, il cimitero delle monache, lo specchio acqueo ricco di emissioni gassose e di praterie di posidonia, il Ponte storico e la sua apertura detta la Corrente che consente di attraversare la infrastruttura storica senza circumnavigare il Castello, la spiaggia del Muro Rotto davanti alla Siena, l’Arenile della Mandra, il carcere borbonico dove legge e umanità si davano la mano, gli scogli e la veduta di Punta Molino luogo di riprese cinematografiche per decenni, le grandi pinete pubbliche, il Lungomare Cristofaro Colombo, il Lido di Ischia ma anche le numerose basiliche cristiane del Ponte, i vicoli marinari come lo Stradone, le Chiazze, il vico di Lucione,  i Palazzi Antichi, il Litorale,  l’antica libreria, il palazzo dell’Orologio, il Museo del Mare, la fonte Mirtina, le piazze storiche, il cisternone, la fontana, il Palazzo dello Scuopolo, i luoghi favolosi dove si sono girati tantissimi film da Cleopatra con Burt Lancaster e Liz Taylor, a Il Corsaro dell’Isola verde, da Cosa è successo tra tuo padre e mia madre con Jack Lemmon a Il Talento di Mister Ripley con una delle più belle scene della storia mondiale del cinema quando dalle acque di Ischia nel film con Matt Damon emerge il corpo della ragazza, da L’amica geniale alle infinite altre pellicole ambientate a Ischia.

Ischia è davvero un Luogo di Cultura Reale non artefatto o propagandato ad arte ma veritiero e significativo per la civiltà europea.

Basti fare cenno agli Angioini, agli Aragonesi, ai Borboni o alle ripetute scorrerie di corsari e pirati e le guerre e battaglie epiche con i popoli africani spintisi sulle coste campane.

Non è più il tempo di agitare microiniziative o fare cultura a bassa intensità. Occorre riscoprire, rivalutare,riqualificare, promuovere, rilanciare CULTURA E NATURA ad Ischia.

Ischia Aenaria. La Collina di Soronzano che sovrasta il Borgo Antico di Ischia Ponte ad esempio è area botanica di immenso valore con frutteto ed arbusti specifici che insieme alle varietà viventi e vivaci delle nostre Pinete rappresentano una densa, ricca, articolata, capillare, importante macchia mediterranea.

La proposta di candidare Ischia Aenaria a «Paesaggio Culturale» riconosciuto dall’Unesco rappresenta un fatto nuovo e originale che supera le sterili e improduttive saghe particolari e segna una autentica Rivoluzione Culturale nel segno dell’art.9 della Costituzione della Repubblica realizzando così una visione di Sistema del nostro grande patrimonio ambientale e culturale.

Le adesioni alla Iniziativa per Ischia Aenaria Paesaggio Culturale Unesco  sono notevoli, ampie e qualificate e riguardano espressioni del sapere, della imprenditoria, della società civile. Vi concorrono uomini di ogni estrazione culturale, di ogni appartenenza e di molteplici credi e professioni uniti fervidamente dal Grande Progetto di volere immettere proprio oggi nell’Infosfera un elemento di cambiamento radicale. L’intento è provocare un cambio di passo, un mutamento del metodo, una revisione della prassi, una Rivoluzione Culturale.

Prima di ogni altro aspetto particolare e politico, questo è il grido di battaglia, deve prevalere una tutela assoluta della Natura e della Cultura che devono tornare o diventare fattori trainanti della Nuova Ischia che risorge dalle proprie ceneri dopo la crisi di prodotto, il post terremoto di Casamicciola, la pandemia.

Oltre a una ottimizzazione del servizio ricettivo e all’allestimento di una serie di altri fermenti della intrapresa bisogna quindi riscoprire le radici e trovare la genesi sommersa di quello che noi stessi siamo. Hegel definisce il mare l’elemento che scinde le terre ed unisce gli uomini. Braudel descrive nei suoi scritti con assoluta precisione il clima, i suoni, le rughe, gli afrori, i mestieri delle rive del Mediterraneo dal Nordafrica a Venezia, dalla Turchia alla Grecia. La cultura dell’Odissea.

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Queste onde sono le stesse dell’Odissea e questi sono i mari in cui le navi veloci degli achei, le imbarcazioni di Ulisse si aggiravano tra Ciclopi, Maghe, donne fascinose e dei. Oggi Nicos Kazantzakis finalmente pubblicato in Italia ci offre un secondo tempo di bellezza e ci narra un Ulisse inedito sin dal suo ritorno a Itaca. In ogni rigo dei classici vi sempre è un insegnamento ed un mito inteso da Giovanni Reale come escogitazione didattico-espostiva per iniziare alla conoscenza.

Heidegger afferma con la sua precisione che l’Inizio non smette di parlarci. Mentre un altro greco moderno atto a rileggere Ulisse, il poeta Kavafis nella sua splendida ‘Itaca’ ci lancia un monito austero e vibrante «Se per Itaca volgi il tuo viaggio, fa voti che ti sia lunga la via, e colma di vicende e conoscenze. Non temere i Lestrigoni e i Ciclopi o Poseidone incollerito: mai troverai tanti mostri sulla via, se resta il tuo pensiero alto e squisita è l’emozione che ci tocca il cuore…». E noi vogliamo rovesciare il tavolo da gioco riprendendo in mano il nostro destino all’insegna della Ragione.

Vogliamo dare una fortissima spinta capace di portare al collasso gli equilibri del già stato e della poltiglia culturale riscoprendo direttrici, storie, leggende, tracce forti e significanti. Basta pappa riscaldata, basta equilibri precari, posticci e instabili. Basta fatterelli da scuola serale in bocca a incompetenti e inadeguati. Serve un colpo d’ala, una Rivoluzione Conservatrice, una Via Nuova, un Progetto Strategico che valuti, tuteli, promuova e conservi le nostre bellezze naturali e paesaggistiche e tramandi le culture materiali e immateriali del nostro luogo.

Aveva ragione Pier Paolo Pasolini nei suoi film e nelle sue poesie a denunciare la scomparsa delle lucciole, la distruzione delle pietre miliari della tradizione, la continua furia devastatrice della cultura satanica della cancellazione della storia e della cultura classica e il degrado inquinante delle metropoli che consumavano voracemente suolo per favorire la speculazione del capitalismo.

Aveva ragione Bauman quando denunciava la vacuità e la temporaneità della società liquida che «ingoia tutti i fracassi» (Verso di Panella/Battisti) e schiaccia l’individuo al fondo delle sue possibilità rendendolo merce, cifra contabile, algoritmo, numero di conto, iban, codice fiscale deprivandolo della sua grande ricchezza l’Umanità figlia di amore e di legge dal decreto di Urukagina al Vangelo. Questo immenso caos che sta divorando l’essere si può neutralizzare con la conoscenza.

Difendere la Natura scrivevo anni fa non è solo una delle mille concezioni possibili ma è un dovere per l’uomo e le comunità. Basta inquinatori e inquinamenti. Basta sottrazione di beni pubblici da parte di profittatori. Kae Tempest scrive «Perfino la pioggia era silenziosa, gli alberi trattenevano il fiato, in nessuna bocca c’erano parole degne di essere dette. Era una lite continua, e dappertutto c’era Rabbia. L’opinione si torceva le mani brille e si ritirava nella sua gabbia».

La sfida contro una politica che guida senza occhiali e una economia onnivora che maciulla e digerisce tutto è colossale. Il Progetto di «Ischia Aearia- paesaggio Culturale riconosciuto dall’Unesco» è un seme che germogliando potrà insieme ad altri semi alimentare la stagione del cambiamento che nutrendosi di luoghi, monumenti, fatti, racconti e storie potrà generare uno tsunami spirituale che in grado di travolgere la mediocrità seppellendola per sempre incatenandola agli inferi lasciando riemergere dall’Antico il Puro Futuro che è l’unico tempo per l’Uomo.

Ischia come dissi anni fa è un Universo Spirituale sorretto da bellezze e tradizioni. Un Universo che Respira. Un luogo dove si possono captare angoli, illuminazioni, raggio verde, tramonti ed albe meravigliose e stupefacenti e ciò che creiamo noi stessi con la nostra intelligenza parafrasando Robinson «può portare i profumi e i vapori della prima creazione».

Fare della Cultura e della Natura il Primo Motore di Ischia è un Volere gigantesco, è un fatto inaudito, è una colossale rivoluzione. Ischia è un Pianeta ancora sconosciuto, va recuperato, riscoperto, riqualificato, valorizzato e promosso nel mondo intero. Giù le mani dalla nostra terra e della nostra storia. Con queste premesse propongo che il Comune di Ischia avanzii la candidatura del BORGO ANTICO DI ISCHIA -AENARIA quale PAESAGGIO CULTURALE da sottoporre al RICONOSCIMENTO da parte DELL’UNESCO.

Paesaggio culturale (dal 1992):

paesaggi che rappresentano «creazioni congiunte dell’uomo e della natura», così come definiti all’articolo 1 della Convenzione, e che illustrano l’evoluzione di una società e del suo insediamento nel tempo sotto l’influenza di costrizioni e/o opportunità presentate, all’interno e all’esterno, dall’ambiente naturale e da spinte culturali, economiche e sociali.

La loro protezione può contribuire alle tecniche moderne di uso sostenibile del territorio e al mantenimento della diversità biologicaPoiché ciò che rende eccezionale il concetto di Patrimonio Mondiale è la sua applicazione universale e i beni che lo costituiscono appartengono a tutte le popolazioni del mondo, al di là dei territori nei quali esse sono collocati, per essere inseriti nella Lista i siti devono essere di eccezionale valore universale e rispondere ad almeno uno dei 10 criteri previsti nelle linee operative;

  1. Rappresentare un capolavoro del genio creativo dell’uomo.
  2. Mostrare un importante interscambio di valori umani in un lungo arco temporale o all’interno di un’area culturale del mondo, sugli sviluppi dell’architettura, nella tecnologia, nelle arti monumentali, nella pianificazione urbana e nel disegno del paesaggio.
  3. Essere testimonianza unica o eccezionale di una tradizione culturale o di una civiltà vivente o scomparsa
  4. Costituire un esempio straordinario di una tipologia edilizia, di un insieme architettonico o tecnologico o di un paesaggio che illustri uno o più importanti fasi nella storia umana.
  5. Essere un esempio eccezionale di un insediamento umano tradizionale, dell’utilizzo di risorse territoriali o marine, rappresentativo di una cultura (o più culture) o dell’interazione dell’uomo con l’ambiente, soprattutto quando lo stesso è divenuto vulnerabile per effetto di trasformazioni irreversibili.
  6. Essere direttamente o materialmente associati con avvenimenti o tradizioni viventi, idee o credenze, opere artistiche o letterarie dotate di un significato universale eccezionale.
  7. Presentare fenomeni naturali eccezionali o aree di eccezionale bellezza naturale o importanza estetica.
  8. Costituire una testimonianza straordinaria dei principali periodi dell’evoluzione della terra, comprese testimonianze di vita, di processi geologici in atto nello sviluppo delle caratteristiche fisiche della superficie terrestre o di caratteristiche geomorfiche o fisiografiche significative.
  9. Costituire esempi significativi di importanti processi ecologici e biologici in atto nell’evoluzione e nello sviluppo di ecosistemi e di ambienti vegetali e animali terrestri, di acqua dolce, costieri e marini.
  10. Presentare gli habitat naturali più importanti e significativi, adatti per la conservazione in situ della diversità biologica, compresi quelli in cui sopravvivono specie minacciate di eccezionale valore universale dal punto di vista della scienza o della conservazione.

Avv. Luciano Venia

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