«Trova ora conferma sulla stampa italiana quanto già emerso, nei giorni scorsi, su quella straniera, ovvero che i militari italiani sono costretti a lasciare la base aerea di Al Minhad negli Emirati Arabi Uniti. Premesso che tale scalo aereo è stato estremante importante, dal 2003 ad oggi, per il trasferimento degli uomini ed il trasporto dei materiali da e per l’Afghanistan; l’aeroporto di Al Minhad viene utilizzato come base avanzata per le missioni in Iraq e in Kuwait e rappresenta un appoggio logistico strategico per le operazioni italiane nel Golfo Persico».
Lo afferma in una nota la senatrice Isabella Rauti, capogruppo di Fratelli d’Italia in Commissione Difesa
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«Secondo alcune fonti – continua la senatrice -, i nostri aerei avrebbero già lasciato la base militare, per lo ‘sfratto’ intimato dall’Emiro – il Principe Mohammed Bin Zayed – entro il prossimo 2 luglio, mentre sarebbero rimasti da recuperare materiali di risulta appartenenti alla Difesa italiana. Al di là delle modalità logistiche del ritiro dalla base italiana, il nodo di fondo è diplomatico e lo ‘sfratto’ rappresenta un sonoro ceffone politico dato all’Italia al livello internazionale».
Rauti: «Ritorsione inaccettabile nei confronti dell’Italia»
«Gli Emirati Arabi Uniti, infatti, con questa mossa sanciscono una ritorsione inaccettabile nei confronti dell’Italia; una condotta ostile e minacciosa già manifestata dagli Emirati quando negarono, il sorvolo del loro spazio aereo al Boeing che trasportava in Afghanistan i giornalisti al seguito del ministro Guerini. È a tutti noto che all’origine di questa ritorsione degli Emirati ci sia la decisione, presa nel gennaio scorso, dall’allora governo Conte di congelare le licenze di esportazioni di armi agli Emirati ed all’Arabia Saudita; nonché l’iniziativa del ministro Di Maio di aggiungere all’embargo il blocco dei contratti per la fornitura dei materiali per gli aerei, le cosiddette “frecce tricolori” degli Emirati» rileva Rauti.
«Il tema oggi in questione è la reazione inaccettabile degli Emirati e lo sfratto intimato agli Italiani dalla base militare; ci auguriamo che il Presidente del Consiglio Draghi intervenga per difendere l’autorevolezza delle Missioni internazionali italiane di fronte a simili prepotenze diplomatiche. Il dossier è aperto e il tempo stringe; il Governo italiano dovrebbe mettere da parte le divisioni interne ed intervenire con un unico scopo, quello di riaffermare il prestigio delle nostre missioni internazionali e difendere una base militare chiave che non può essere oggetto di rappresaglie» conclude Isabella Rauti.
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