Campania, con la pandemia l’industria ritorna ai livelli 2014. Sospesi o rinviati gli investimenti per la sostenibilità ambientale

L’industria regionale campana, che già nel 2019 attraversava una fase di rallentamento, è stata duramente colpita dalla pandemia. Lo rende pubblico il bollettino economico di Banca d’Italia i cui dati descrivono il valore del comparto in forte calo. Un arretramento che porta le condizioni del sistema produttivo campano ai livelli del 2014, con una flessione registrata nel 2020 di oltre dieci punti in percentuale.

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L’indagine condotta sulle imprese industriali e dei servizi dalle filiali della Banca d’Italia mostra che, nel 2020, più della metà delle aziende con almeno 20 dipendenti, ha subito una riduzione del fatturato, mentre solo un terzo di esse ha fatto registrare un aumento. La flessione è particolarmente pronunciata sia fra le piccole imprese che in quelle dell’industria manifatturiera; ad eccezione del comparto agroalimentare, che in virtù dell’alta specializzazione presente in Campania, ha beneficiato di un aumento della domanda, in particolare quella estera.

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L’attuale pandemia ha, inoltre, inciso notevolmente sui piani di investimento e sviluppo delle imprese, in considerazione della contrazione della domanda aggregata, del clima di incertezza circa l’evoluzione futura del quadro epidemiologico ed economico e delle misure governative che hanno comportato rilevanti restrizioni alle attività economiche nel corso del 2020. Dalle statistiche pubblicate nel bollettino della Banca Centrale, solo tre imprese su dieci hanno effettuato investimenti in misura maggiore rispetto al 2019.

Le ripercussioni della pandemia potrebbero avere influito negativamente sui processi di transizione ecologica e digitale delle aziende e rallentato gli sforzi degli operatori per aumentare la sostenibilità ambientale lavorazioni aziendali, oltre che la diffusione di nuove tecnologie digitali.

Nel 2020 la metà delle imprese ha sospeso o rimandato gli interventi per adattare i processi produttivi al cambiamento climatico

Secondo un sondaggio congiunturale sulle imprese industriali e dei servizi con più di 20 addetti, condotto da Banca d’Italia, nel 2019 poco più di un quarto delle aziende del Mezzogiorno aveva intrapreso o programmato per il successivo biennio azioni volte ad adattare i processi produttivi al cambiamento climatico. Nell’analoga rilevazione del 2020, oltre la metà delle stesse imprese aveva sospeso o rimandato gli interventi in programma.

Per ciò che concerne la diffusione nel tessuto produttivo regionale delle nuove tecnologie digitali, i dati ISTAT, relativi al censimento permanente delle imprese, realizzato nel 2019, e riferito al triennio 2016-2018, mostrano che le imprese campane presentano un tasso di adozioni di tali tecnologie inferiori rispetto alla media nazionale. Rispetto al resto del Paese, il divario si rileva più marcato negli investimenti per l’uso di software gestionali, servizi in cloud e sicurezza informatica, decisamente meno per ciò che concerne lo sviluppo in applicazioni di intelligenza artificiale.

Quella della trasformazione digitale resta una delle grandi sfide per sostenere l’innovazione, oltre che fattore indispensabile per la competitività del sistema produttivo, e l’emergenza pandemica ne ha evidenziato tutta la sua importanza.

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