Dopo due mesi riscoppia il caso AstraZeneca. C’era il no agli under 60 ma nessuno lo ha rispettato, perché?

Oggi il Cts decide per sconsigliare l’uso di Astrazeneca agli under 60, ma Speranza lo aveva deciso due mesi fa

Ancora tu, dove per tu sta per Astrazeneca. Sì il vaccino anglosvedese, quello che fin dall’inizio della campagna vaccinale ha sollevato dubbi e problemi, almeno per quanto riguarda l’Italia, e che, volendo parafrasare la canzone di Lucio Battisti, «non dovevamo vederci più» o per lo meno per chi ha meno di 60 anni.

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Invece, non è stato così ed a quasi due mesi dalla decisione del ministero della Salute e di Aifa con cui si raccomandava l’utilizzo di Astrazeneca soltanto agli over 60 anni, il tema si è riproposto. Ed anche in maniera drammatica, vista la morta di una giovane ragazza di 18 anni per una trombosi proprio dopo la vaccinazione con il siero anglo-svedese.

Una morte che ha riproposto i tantissimi dubbi ed interrogativi che dall’inizio di questa pandemia avvolgono il Covid19, ma soprattutto la campagna vaccinale. Ieri in Senato il ministro della Salute, Roberto Speranza, rispondendo al question time sugli open day con Astrazeneca ha spiegato che «il ministero ha già raccomandato con una circolare l’uso preferenziale del vaccino AstraZeneca agli over-60 e Aifa ha ribadito che il profilo beneficio-rischio sia più favorevole all’aumento dell’età». Valutazioni che «saranno sicuramente considerate nel prossimo parere del Cts. Tutti i vaccini sono però sicuri ed efficaci».

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Insomma, il Cts ritornerà sulla questione e probabilmente confermerà quanto due mesi fa era stato già indicato dal ministero e dalla stessa Aifa. Ma proprio questo spinge a fare alcune riflessioni ed a porsi diversi interrogativi e il primo fra tutti è per quale ragione, a fronte di una circolare del ministero che raccomandava l’utilizzo di Astrazeneca per gli over 60, siano stati organizzati open day, quindi aperti a tutti, somministrando il vaccino anglosvedese anche a chi non avrebbe dovuto averlo? Perché nessuno ha alzato il dito, o quantomeno il sopracciglio, dinanzi a quanto stava accadendo obiettando che bisognava attenersi alle raccomandazioni?

Tema di non poco conto che chiama in causa, in primo luogo, le Regioni responsabili di aver organizzato questi open day, ma che comunque non escludono il governo da responsabilità. Infatti, il governo non può pensare di scaricarsi da qualsiasi responsabilità avendo semplicemente formulato la raccomandazione. Avrebbe potuto e dovuto esercitare il proprio ruolo per far sì che quanto meno quello che era indicato nella circolare del ministero fosse rispettato. Va bene gli open day ma che si svolgano seguendo le indicazioni stabilite a livello nazionale. Volendo essere più chiari: evitare che agli under 60 venissero inoculati dosi di Astrazeneca.

Invece, abbiamo assistito ad occasioni, anche di grande partecipazione, dove è stata in maniera evidente disattesa la raccomandazione degli under 60. Per quale ragione? Il sospetto, ed è davvero pesante soltanto il pensarlo, è che così facendo sarebbero aumentati i numeri della campagna vaccinale, dando quella spinta verso l’alto che ha permesso di raggiungere quota 500mila somministrazioni al giorno e poi di sfondare questo tetto andando verso 600mila. Senza contare la gara che le varie regioni hanno voluto ingaggiare tra di loro per dimostrare di essere più virtuose delle altre, facendo quanti più vaccini possibili.

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Per non parlare poi del problema dello smaltimento delle tante dosi di Astrazeneca rimaste in frigo proprio a causa della circolare del ministero che ne ha limitato l’utilizzo, e che attraverso questi open day adesso potevano essere velocemente consumate. Insomma, gli interrogativi sono tanti ma quello che è certo è che qualcosa non è andato per il verso giusto e tra governo e Regioni, diciamolo con chiarezza, la campagna vaccinale è sfuggita di mano.

Ora il governo torna a far sentire la sua voce. Speriamo che non sia tardi, ma non è pensabile fare finta di nulla. Giorgia Meloni lo ha detto ieri in modo molto chiaro: «Governo riferisca immediatamente in Parlamento. Gli italiani devono sapere. Pretendiamo trasparenza e chiarezza: non si scherza con la salute dei cittadini» e questo perché «in pochi mesi siamo passati alla raccomandazione di AstraZeneca solo per alcune fasce d’età e non per gli anziani, poi ancora ‘buono per tutti’, per essere poi sospeso da Ema e da Aifa per tre giorni a livello precauzionale, infine per essere sconsigliato ai giovani, ma allo stesso tempo somministrato anche ai giovanissimi durante gli open day. Ora basta, non se ne può più di questo caos e di questa approssimazione».

Parola dure anche da Matteo Salvini che ha dismesso i panni del moderato indossati in questi ultimi giorni per dire che «non è possibile invitare alla corsa al vaccino senza cautele. In Italia c’è qualche genio che organizza gli open day, alè…noi diciamo stop. Astrazeneca lo si dia agli over 60, chi ha autorizzato gli open day per bambini e ragazzi? Prima di sperimentare sulla pelle dei bambini, calma. Vaccinare i fragili sì, ma prima di vaccinazioni di massa dei bambini di 12 e 13 anni dico calma».

Oggi dovrebbe arrivare il parere del Cts che sta facendo una sintesi delle varie posizioni che sono emerse nel frattempo, ed a sua volta le Regioni stanno bandendo (vedi la Sicilia) la somministrazione di Astrazeneca per gli under 60. Viene da chiedersi perché dopo due mesi siamo di nuovo punto ed a capo, perché si è consentita, come ha detto Salvini, «la corsa al vaccino senza cautele»?

È evidente che gli sguardi siano rivolti al ministro Speranza a cui spettava quanto meno una vigilanza attiva su quanto stava avvenendo, o almeno che dicesse una parola. Invece, solo silenzio quello che avrebbe voluto anche intorno la pubblicazione dei verbali delle riunioni del Cts, che la magistratura grazie a Fratelli d’Italia ha imposto.

Tanti dubbi e incertezze su come è stata gestita e affrontata questa pandemia, su cui prima o poi bisognerà fare chiarezza. E infatti una proposta di una Commissione d’inchiesta giace ancora al Senato, chissà che non sia giunto il momento di costituirla.

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