Benvenuti nell’era delle pandemie ben diversa da quella del cinghiale bianco

Schäuble è convinto che alla pandemia da Covid potrebbe seguire la ‘pandemia da debito’

Che ci piaccia o no, ormai siamo entrati nell’era delle pandemie. Lo si può verificare attraverso la sfera di cristallo messa a disposizione dal gruppo di scienziati arruolati dalla Von der Leyen, Presidente della Commissione europea, e da Mario Draghi, in qualità di Presidente di turno del G20 e del Global Healt Summit del 21 maggio scorso.

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Qualcosa del genere era stata detta anche da Antony Fauci, l’immunologo amico delle case farmaceutiche, promotore di vaccini più che di cure, il gran guru messo al vertice della sanità americana da tutti i presidenti a stelle e strisce.

Anche la sfera di cristallo della Merkel dice la stessa cosa, ma con impeccabile precisione teutonica, com’è giusto che sia: «Questo post-pandemia è una pre-pandemia».

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Verrebbe da dire che se tutto andrà bene saremo rovinati. Invece no, ci salverà il Recovery Plan, che va bene per tutto, anche per i virus e relative varianti.

Nel pnrr (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) sono previsti per la salute circa 15 miliardi euro spalmati in sette anni, cui verrebbero aggiunti altri tre miliardi prelevati da un Fondo complementare alimentato con gli scostamenti annuali di bilancio. In tutto poco più di due miliardi e seicento milioni l’anno.

A leggere i documenti ufficiali verrebbe da pensare ad una autentica rivoluzione nel mondo della sanità. Si parla della creazione di 1.288 Case di comunità e 381 Ospedali di comunità, nonché di acquisto di 3.133 nuove grandi attrezzature e interventi di ristrutturazione e messa in sicurezza di strutture esistenti.

In realtà, scremando l’abbondante fuffa di cifre e di parole inglesi, sempre buone per dare un tono a discorsi privi di sostanza, si scopre che nessun ospedale, tra le centinaia che sono stati chiusi negli ultimi anni, verrà aperto e che oltre la metà delle somme a disposizione andrà alla digitalizzazione del sistema sanitario.

Se si pensa che nell’ultimo anno, per la sola emergenza causata dalla pandemia, si è già fatto ricorso a Bandi Covid per oltre 23 miliardi, una spesa di 18 miliardi in sette anni, solo in parte dedicati a forniture e ristrutturazioni, appare quantomeno insufficiente, per non dire stitica.

Adesso sappiamo pure che la pandemia non finirà mai e con essa bisognerà convivere, perpetuando uno stato di emergenza senza fine. A sentire Wolfgang Schäuble, presidente del Bundestag e già ministro delle Finanze della Merkel, alla Pandemia da Covid si potrebbe aggiungere una ‘pandemia da debito’.

Tutti gli stati hanno fatto ricorso a massicci indebitamenti per fronteggiare l’epidemia ed anche la Germania, considerato il paese più virtuoso, ha fatto ricorso a diversi scostamenti di bilancio che ne hanno fatto lievitare il debito pubblico fino all’80% del pil.

Ma questo poco importa a Schäuble. Come da copione, secondo il suo autorevole pensiero, il pericolo di contagio viene sempre dall’Italia e raccomanda a Draghi di evitare «l’azzardo morale» di un debito eccessivo. Evidentemente non è rimasto convinto dalla teoria del nostro premier sul debito buono (fatto dal suo governo) e sul debito cattivo (fatto dai governi precedenti).

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Ma come faranno i Paesi europei, e soprattutto l’Italia, a stringere la cinghia di fronte all’emergenza da coronavirus di oggi e di domani, visto che siamo entrati nell’era delle pandemie?

Questo Schäuble non lo dice, da buon tedesco dei giorni nostri, non teme il debito pubblico in sé, oggi riconosciuto necessario, ma il rischio d’inflazione derivante da un eccesso di liquidità monetaria immessa nel circuito economico e finanziario.

Fa notare a tal proposito che la base monetaria in Europa, che nel 2009 era di mille miliardi, è cresciuta fino ad arrivare a seimila miliardi di euro.

Ma chi li ha visti così tanti miliardi? Non certo l’economia reale messa in ginocchio da crisi ormai ricorrenti e senza sbocco.

Sicuramente ne ha beneficiato la speculazione finanziaria, che gioca con i titoli di debito degli Stati e sulla pelle del mondo del lavoro. Tanto c’è la BCE che dal nulla crea per loro (e solo per loro) montagne di denaro affinché la giostra non si fermi. Per questo tipo di pandemia non c’è ancora il vaccino che possa estirparla. E nessuno lo cerca.

Franco Battiato cantava di una mitica era del cinghiale bianco, una sorta di età dell’oro che affonda nella notte dei tempi e nella quale non contava il valore dell’oro come metallo ma il benessere materiale e spirituale dell’umanità felice e senza pensieri.

Oggi purtroppo siamo precipitati nell’età del ferro, nel punto più basso di una umanità spaesata e raggirata, in mano alla manipolazione mediatica ed ai menestrelli della politica, che – soprattutto nelle nostre terre italiche – si sono seduti intorno ad un tavolo per spartirsi nomine e finanziamenti pubblici e che, come i ladri di Pisa, rubano insieme di notte e di giorno litigano.

Non ci resta che sperare nella teoria dei cicli, aspettando di toccare il fondo di questa fase calante per poter cominciare a risalire e almeno a fare in tempo a vedere l’alba dentro l’imbrunire.

Nuccio Carrara
Già deputato e sottosegretario
alle riforme istituzionali

 

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