Caserta, Carlo Marino nomina assessore Gerardina Martino

di Nicolò Antonio Cuscunà

Chi come noi, non proviene dalla cosiddetta cultura della lotta di classe, è abituato a pesare fatti e accadimenti, uomini, vicende e storie per il loro reale valore. Sicuri avversari di quote spartitorie per sfumature di colore, nel merito, asseriamo i reali valori da possedere, indispensabili da valutare, consistenti: morale, amore, amicizia, bontà, buonsenso, integrità e coerenza, lealtà, gentilezza, saggezza, sincerità, impegno, integrità competenze, sapere, gratitudine ecc., ecc..

Ciò premesso, la nomina dell’assessore Gerardina Martino, ci ha indotto a pensare per il meglio del pensiero e dell’essere al femminile. Grazia, dolcezza, determinazione, con i rimanenti (at)tributi, sono necessari ed indispensabili alla «buona amministrazione». Non abbiamo pensato male, ed ancor meno a scelte derivate da manuali in uso in politica. Positivi come siamo, abbiamo pensato all’unico possibile motivo-valutativo per la cernita: «tutelare gli interessi della città di Caserta».

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Oggi più di ieri, nell’epoca della comunicazione per masse, nella società dell’immagine a ogni costo e prima di tutto, per un attimo, ci siamo illusi della svolta epocale casertana. Abbiamo cercato e trovato e, crediamo di non sbagliare, i motivi basilari alla scelta a favore di Gerardina Martino. Entrando nel merito della nomina di Carlo Marino, non per mettere il dito nelle piaghe dei travagli in casa PD, ma per i doverosi dubbi da sollevare in certi frangenti, questa nomina è apparsa immediatamente fuori spazio, tempo e luogo.

Dovere dell’informazione libera, oltre a mettere il naso dove c’è puzza, è l’obbligo di saggiare, appurare e verificare certi accadimenti. In particolare se trattasi di scelte pregiudizievoli (in bene o in male) della Res Publica (casertana). Oramai siamo abituati alle scelte del primo cittadino Marino, sempre e solamente derivate da “equilibrismi” personali, imposti nell’esclusivo interesse di non avere oppositori o di rimanere a galla ancorato alla poltrona.

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Non abbiamo corta memoria, quindi, ricordiamo gli innumerevoli licenziamenti di assessore/i scaturiti dal non essere incline al confronto interno alla Giunta, oltre alle ritorsioni contro i non allineati. Senza distingui di “genere”, donne e uomini sono stati usati e gettati. Nello specifico: Maddalena Corvino, Antonella De Benedictis, Daniela Borrelli, Stefania Caiazzo, Rita Martone, Pietro Riello, Vincenzo Girfatti, Camillo Federico, non ultimo, tenuto a mezzo servizio, Federico Pica. Record di cui non essere lieti, senza precedenti e senza “scuorno”.

Avevamo intuito bene, Marino con una “cicerchia” ha preso due galline. E’ d’obbligo il riferimento al femminile, in quanto fava e piccione comunemente, in particolare in certe Regioni del Sud, sono simboli al maschile (fallico).

Una “cicerchia” per scontentare tutti.

Malcontenti generati all’interno della compagine comunale di maggioranza-variegata. Il PD è composto da 4 consiglieri e 1/2, ma detiene il potere assoluto in giunta e Consiglio. Sono iscritti al PD (almeno sulla carta): sindaco, vice sindaco, presidente del consiglio e 3 assessori. I rimanenti gruppi, bivaccanti nella giunta Marino, campicchiano accontentandosi di quanto loro elargito.

Il PD casertano, da intendersi contenitore-simbolo e non contenuto politico, soffre di malanni ancor peggiori di quelli denunciati a Roma da Nicola Zingaretti. I problemi sono ovunque uguali. Quando l’acqua è poca, ossia scarseggia, le papere non galleggiano. Nello stagno PD (oramai e purtroppo, il grande lago della sinistra italiana s’è prosciugato), in vista di scadenze elettorali, locali e nazionali, si scatenano le guerre di posizionamento (come oramai accade in tutti gli schieramenti dei partiti residui della I e II repubblica).

Ricerca di nuovi equilibri, assestamenti correntizi, favoritismi per ingraziarsi i possessori del potere regionale, rafforzamento delle personali posizioni di controllo e comando, solo così appare la nomina dell’assessora proveniente da Acerra.

Cerchiamo e facciamo chiarezza.

Gerardina Martino, curricula vitae e benemerenze politico amministrative di spessore; 5 anni + 2 e 1/2 quale assessora al personale, fondi UE e PIP ad Acerra. Candidata PD nelle ultime regionali, approda sulla spiaggia casertana per salvarci o per salvarsi? Ad Acerra lascia un vuoto, talmente incolmabile che dalla defenestrazione, avvenuta all’annuncio della candidatura regionale, le deleghe assessorili lasciate vacanti, le detiene ancora il sindaco Raffaele Lettieri. Ed ecco spiegato l’arcano.

L’assessore Martino, approda a Caserta per un riequilibrio da concedere alle forze interne alla Regione Campania. Riequilibrio alle lotte di potere tra De Luca, i deluchiani e i suoi oppositori, entrati in collisione d’interessi elettorali sparsi nel territorio campano.

Raffaele Lettieri, molto simile per origini, metodi e costumanze (ndr) a Carlo Marino, estromette dalla sua giunta la Gerardina Martino lo stesso giorno in cui annuncia la candidatura regionale. Lettieri mal sopporta quell’assessora di “peso”, impegnata a fare voti in proprio, e non indirizzati alla figlia Vittoria, eletta in Regione e suffragata da oltre 11.000 preferenze.

Continueremo a credere nelle favole, come all’impegno della Martino per i rimanenti 6 mesi mancanti al rinnovo elettorale di Consiglio e sindaco. Non crediamo a un colpo di mano mariniano per spiazzare nemici interni favorendo amici potenti esterni. Rileviamo, comunque, l’atto di sfiducia all’intera città. Sfiducia verso le intelligenze, professionalità e competenze (in materia politico-amministrativa), presenti in Caserta e non utilizzate.

La città annovera menti eccelse, professionisti di grande valore, giovani talentuosi costretti a recarsi altrove per lavorare in posti di assoluto rilievo. Figure di competenze professionali di rilevanza nazionale ed europea, non interpellate, non fatte emergere e accantonate perché, evidentemente liberi e non utili ai progetti del ‘capo’.

Non ci stancheremo mai d’informare, cercando nelle più facce del cubo di Rubik (le due delle medaglie sono poche), convinti come siamo e da sempre asseriamo che amministrare la res publica (città) è solo trasparenza, onestà morale. Cultura e onestà da spendere per l’interesse di tutti e non solo per la propria parte (partito), amici, occasionali sostenitori, portaborse e faccendieri portatori di consensi.

All’assessora Gerardina Martino, esperta in gestione asili nido, lanciamo la sfida del recupero dell’unico nostro degno di tale nome, ubicato in viale Cappiello. Asilo nido costato tanti soldi dei contribuenti e messo, da Carlo Marino, in gestione privata al miglior offerente.

Non sarà facile, da sola e senza dipendenti adeguatamente formati, assolvere a 7 (sette) deleghe di importanza epocale, anche con l’appoggio del declassato prof. Federico Pica (rimasto stipendiato come tecnico). Siamo preoccupati per la nostra Caserta. La città non può perdere la grande occasione dei fondi comunitari di cui al Next Generation Eu.

Per ottenere i soldi dei piani comunitari non servono post da Web, né strombazzarli mediaticamente. Una sola grande “assessora”, fortificata d’esperienza e da amici potenti, crediamo, entrerà ben presto, in panne per la mole di lavoro da assolvere. Programmazione finanziaria, entrate comunali, recovery fund, recovery plan, digitalizzazione della pubblica amministrazione e programmazione comunitaria non si attuano in pochi giorni e senza il supporto di dipendenti quantitativamente e qualitativamente sufficienti.

E’ sufficiente quest’analisi per ulteriormente dimostrare come, l’uomo solo al comando, è dannoso. Irrimediabilmente dannoso per la democrazia, per la libertà e per il vivere civile.

Setaro

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