Conte, Sala della ‘Lupa’: un luogo austero e suggestivo trasformato in sede mercatale

di Nicolò Antonio Cuscunà

Secondo giro di consultazioni del presidente Roberto Fico con i rappresentanti di partiti, gruppi, gruppuscoli e movimenti sostenitori del ‘Conte bis’. Riunione mercatale nella sala della ‘Lupa’ di palazzo Montecitorio. Sala delle grandi circostanze, luogo austero e suggestivo, luminoso con ampie vetrate su piazza del Parlamento.

Méta agognata da tutti gli eletti parlamentari, per il tradizionale rito del “palpeggiamento delle tette della Lupa”. Ogni eletto, dopo l’accreditamento, accompagnato da un veterano (Maurizio Gasparri per il sottoscritto n.d.r.) deve far visita e salutare la “balia canina salvatrice di Romolo e Remo”. (Lupa Capitolina – scultura etrusca- copia dall’originale esposta nei Musei Capitolini).

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In quest’austera sala, ieri si è svolto l’affollatissimo incontro per salvare “Conte & C.”. Radio Parlamento informa di un’assemblea, mai vista prima, composta da decine di parlamentari assemblati per “scrivere il nuovo contratto di governo”. Stipula d’accordi chiesta da Matteo Renzi, condizione primaria per il prosieguo dell’avventura di governo allargato.

Ad onore del vero le cronache parlamentari non ricordano di altre simili adunanze convocate per «scrivere un accordo politico». Di prassi, disponendo di tempo contingentato, (oggi Fico salirà al Colle per relazionare su sconfitta o missione compiuta) dette delicate riunioni si svolgono tra pochi addetti, delegati a sostenere argomenti chiari e definitivi.

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Il ricorso ad assemblee allargate (partecipa anche l’ex badante di Berlusconi senatrice Rossi) è sinonimo negativo, preludio di non buoni risultati. O meglio, dimostrazione di assemblea di non amici, non predisposti a reciproca fiducia, non disposti a concedere su «programma da scrivere e sottoscrivere». Le grandi adunate rappresentazione: “mercato spartitorio”.

PROMEMORIA
Renzi, staccata la spina al Conte bis, ritenuto responsabile di danneggiare la «democrazia parlamentare» – DPCM -, annuncia la disponibilità ad un nuovo accordo di programma di legislatura. Dolce suono per i nominati in Parlamento attaccati allo stipendio. Immediata la reazione degli asserragliati nei due rami del Parlamento. Zingaretti, Di Maio & C., partiti con peste e corna contro l’inaffidabile fiorentino (conferenziere prezzolato in terra Saudita), ripiegano su miti consigli. Sostituirlo è d’obbligo, ma non si può. La corsa per racimolare “costruttori”, responsabili edificatori del nuovo palazzo Conte ter. Purtroppo, per loro, fallisce.

Dal corso di “formazione professionale” per muratori di palazzo Madama (sede del Senato della Repubblica) vengono assunti solo 10 ‘mezze cazzuole’, altro non è disponibile sul mercato. Giocoforza, gli arroccati al potere senza consensi elettorali – PD ,M5S, Leu e associati – ripiegano sul recupero dell’inaffidabile Matteo Renzi. Il presidente Mattarella incarica l’esploratore Fico d’aprire un passaggio nell’inestricabile giungla dei “sostenitori di legislatura”. L’ortodosso Fico lascia i panni di “indiana Jones” per diventare “cancelliere” del domatore Renzi, al lavoro con guanti d’acciaio, tridente e rete.

Matteo Renzi, non fidandosi dei compagni di strada, pretende l’accordo scritto. I compagni di merenda, non fidandosi di Renzi, accettano di scrivere il contratto di “legislatura”, pur sapendo di esaurire i residui di credibilità.

L’allegra compagnia, comunque, è consapevole d’avere in comune un sol punto: «… non vogliono andare al voto anticipato».

L’intero schieramento ne uscirebbe con le ossa triturate a solo vantaggio dei sovranisti-populisti avversari. Renzi con Italia Viva scomparirebbe dalla mappa elettorale.

Ciò detto, è facile comprendere gli accadimenti in atto, le assemblee nella sala della Lupa, l’azione mercatale controllata dal “battitore d’aste” Matteo Renzi.

Recovery Fund, vaccini a rilento, coloritura delle regioni, scuole aperte o chiuse, conta dei morti, ristori annunciati, 150 miliardi di debiti + altri 37, scostamenti di bilancio, e tutti gli annunci cantilenanti recitati per babbei, nella sala della Lupa è in atto il tentativo di cucire un nuovo abito da fare indossare al Conte ter.

Abito rattoppato, o meglio, cucito sempre con la stessa stoffa, con l’aggiunta di lustrini e paiette. Il monito del presidente Mattarella aleggia nell’austera sala: «maggioranza solit(d)a nei numeri e coesa negli intendimenti…». Stamani alla luce dei riflettori, stanotte nelle segrete stanze, riusciranno a trovare la quadra? Convinceranno Mattarella alla solidarietà raggiunta per il «bene del popolo italiano»? Ritorno al voto di fiducia nelle Camere, resterà l’enigma Matteo Renzi, nato quadrato, non morirà mai rotondo e, non morirà mai, democristiano.

Non s’è portati a credere ai salvatori della Patria, troppi galli a cantare, troppi capri espiatori adunati, troppe pire pronte all’accensione, tutto dipende dal “maledetto toscano”. Dipende dalle richieste avanzate e/o concesse. Dipende dalla dignità da continuare a dilapidare per salvare gli emolumenti (scatti pensione – ex vitalizi). Dalla pazienza del popolo italiano, sempre girato dalla parte opposta alla dimora dei propri interessi.

Siamo portati a credere che Renzi la spunterà con la benedizione di Mattarella. L’impegno è: sopravvivere a se stessi. Vorremmo sbagliarci, speriamo di sbagliare, errare è umano, perseverare negli errori è solo degli attaccati alle poltrone.

Nella sala della Lupa è in disfacimento la politica.

Setaro

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