Conte annuncia il nuovo decreto e promette gli indennizzi, ma lo disse anche a marzo. E Bonomi attacca: Pil rischia -12%

Per la seconda settimana di seguito un Dpcm sarà protagonista in Parlamento. Da domenica a domenica, come in un viaggio coast to coast il premier Giuseppe Conte ha dato un giro di vite alle misure di contenimento al Covid-19, decidendo per un lockdown travestito da coprifuoco spinto.

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E stavolta non c’è stata nemmeno la grande attesa sia per il varo definitivo del Dpcm e della stessa conferenza stampa, segno che Conte non aveva alcuna intenzione di sfiancarsi in interminabili trattative. E’ infatti la firma è avvenuta nella notte tra sabato e domenica, quando ormai tutti erano con la testa alla mattina successiva nella convinzione che sarebbe stata una giornata di passione.

Invece Conte ha smentito tutto e alle 13.30, più puntuale dell’Angelus del Papa, è apparso dal cortile di Palazzo Chigi per spiegare le misure decise. E il presidente del Consiglio chiarisce subito che «l’obiettivo è chiaro, vogliamo tenere sotto controllo la curva epidemiologica perché solo così riusciremo a gestire la pandemia senza rimanerne sopraffatti». Ma soprattutto l’intento è «scongiurare un lockdown generalizzato, il paese non può più permetterselo».

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Conte conferma chiusura ristorazione ma aperti la domenica a pranzo

E Conte conferma le indiscrezioni uscite e cioè che «bar, ristoranti e pasticcerie chiuderanno alle 18 tutti i giorni compresi di festivi», facendo però salva l’apertura domenica (prima si era diffusa la voce che la domenica le saracinesche sarebbero rimaste abbassate) e soprattutto garantendo l’asporto e le consegne a domicilio dopo le 18.

Giuseppe Conte

Chiudono, invece, teatri, sale concerto e cinema per i quali, spiega Conte «è stata una decisione particolarmente difficile». Naturalmente la serrata riguarda anche palestre e piscine e così pure per fiere, congressi e convegni. Per quanto riguarda la scuola per le classi secondarie di secondo grado ci sarà la didattica a distanza per il 75 per cento.

Nessuna limitazione per gli spostamenti tra Regioni ma viene fortemente raccomandato di non spostarsi dalla propria residenza se non per lavoro e per stretta necessità. Mentre per i pranzi in famiglia nessuna limitazione ma una forte raccomandazione ad evitare riunioni ‘affollate’.

Conte: «Già pronto indennizzo per settori più colpiti». Arriverà bonifico da Agenzia Entrate

Ma è sugli aiuti economici che si sofferma in particolare Conte, il quale è ben consapevole della situazione sociale ed economica sempre più difficile che sta maturando nel Paese. E così annuncia che «è già pronto l’indennizzo per i settori più colpiti dalle chiusure», che arriverà direttamente attraverso un bonifico dell’Agenzia delle Entrate sul conto corrente dei diretti interessati. Parola di premier.

E non solo perché Conte annuncia anche che «arriveranno nuovi contributi a fondo perduto. Ci sarà un credito d’imposta per gli affitti commerciali per i mesi di ottobre e novembre. Verrà cancellata la seconda rata Imu dovuta entro il 16 dicembre». E riguardo la tempistica del varo delle misure Conte assicura tempi rapidissimi: «I nuovi indennizzi sono tutti aggiuntivi a quelli già in vigore e confidiamo di andare in Gazzetta Ufficiale già martedì. Vediamo se il Cdm sarà lunedì o martedì».

Confindustria Carlo Bonomi
Carlo Bonomi

Tutto tranquillo, quindi? Mica tanto perché poco dopo il leader di Confindustria, Carlo Bonomi, mai tenero con Conte stronca decisamente la politica del governo: «Nell’affermazione che sono già pronti i ristori bisogna considerare che abbiamo ancora 12 mila persone che aspettano da maggio la cig erogata dallo Stato. E’ su queste cose che gli italiani perdono la fiducia. Dobbiamo ristabilire la fiducia, altrimenti questi provvedimenti perdono efficacia».

Parole dure che non risparmiano critiche nemmeno al Dpcm: «Faccio fatica a capire qual è la direzione: una settimana fa le palestre restavano aperte, oggi le chiudiamo. Il tema non è la palestra, il tema è che noi certe cose le dicevamo ad aprile. Dicevamo che il tpl era uno dei grandi problemi. Adesso siamo ancora qua fermi. Ci siamo fatti cogliere impreparati e questa volta lo sapevamo».

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Bonomi: «Pil italiano potrebbe segnare un -11/-12 per cento»

Ma è sul Pil che Bonomi lancia l’allarme: «Il Pil italiano, se le misure restrittive andranno avanti, potrebbe segnare un -11/-12 per cento, con un danno per l’economia di 216 miliardi, superiore ai fondi del Recovery Fund». Infine, una stilettata sulla mancanza di dialogo da parte del governo: «Penso che il governo debba ascoltare di più le parti sociali: non tanto i tre Dpcm in 12 giorni, è che nessuno è stato coinvolto, nessuno sapeva quali erano i provvedimenti, e nessuno ha potuto contribuire, dare aiuto al governo in una fase difficile del paese. Io credo che il Governo debba cambiare il metodo».

Meloni: «Il governo naviga a vista, non ci stanno capendo niente»

Critiche condivise anche dall’opposizione dove Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, ospite di Lucia Annunziata a In Mezz’ora attacca il governo: «E’ Intollerabile che dopo otto mesi il governo navighi a vista. Non ci stanno capendo niente».

Giorgia Meloni

E sul tema delle chiusure punta l’indice contro il governo: «Quella dei ristoranti e bar è gravissima. Il governo fa una cosa cinica nel mantenerli aperti fino alle 18. Il che vuol dire mantenere per loro i costi, ma poi togliere loro il guadagno della sera. Questo serve a dire: io non ti ristoro ma la responsabilità è tua. Questo la politica non lo può. Qui si colpisce una serie di categorie senza evidenza specifica senza che il governo faccia le cose che doveva fare. Scarica le proprie responsabilità. Il governo deve dire quali sono le risorse per ristorare gli imprenditori che non sono responsabili e che hanno speso migliaia di euro per adeguarsi alle prescrizioni del governo».

Salvini: «Chiederemo un incontro al presidente Mattarella»

E Matteo Salvini si rivolge direttamente al presidente della Repubblica Mattarella al quale chiede un incontro: «Chiederemo un incontro al presidente Mattarella che è il garante della Costituzione. Il decreto è ingiustamente punitivo nei confronti di migliaia di lavoratori. Sono chiusure inutili e insensate. Che cosa ha fatto in questi mesi il signor Conte per aumentare i tamponi a domicilio e per i trasporti? Zero. Per i medici e gli infermieri? Zero. Il problema è in metropolitana, sui bus, in coda per fare il tampone, non al bar, al ristorante o in palestra».

Tutti temi che saranno senza dubbio al centro del confronto parlamentare quando, nella settimana, Conte si recherà per spiegare i termini delle nuove misure, come peraltro aveva fatto con il precedente Dpcm. Intanto per mercoledì ha fissato un incontro con i sindacati, proprio sulle misure economiche in seguito al Dpcm. Segno che a Palazzo Chigi sono pienamente consapevoli che la partita non è soltanto sul piano della tutela della salute ma anche su quello economico e di tenuta del tessuto sociale.

Non a caso ieri a Napoli per protestare contro il Dpcm c’erano in piazza oltre duemila persone. Stavolta senza alcun eccesso e violenza, ma che comunque evidenzia l’esistenza di un malessere che sia il governo e lo stesso Conte farebbero bene a non sottovalutare.

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