Arriva il Dpcm de ‘La finestra sul cortile’. Conte entra nelle case degli italiani per vietare le feste

di Dario Caselli

Addio feste in casa. C’è voluta un’intera giornata per varare il nuovo Dpcm ma alla fine in nottata il via libera è arrivato. Proprio il tema dell’inibizione delle feste all’interno del proprio domicilio era stato al centro di un vivace braccio di ferro che all’inizio aveva consigliato di attendere una notte di riflessione. Invece, alla fine è prevalsa la volontà di trasformarci tutti in piccoli James Stewart, l’attore protagonista de La finestra sul cortile, film del 1954 diretto da Alfred Hitchcock, per controllare e casomai denunciare feste troppo numerose negli appartamenti dei nostri vicini.

Il governo così ha deciso di entrare nelle abitazioni degli italiani imponendo regole ben precise per contrastare l’epidemia di Covid-19. Alla fine però non si tratterà di un divieto ma di una «forte raccomandazione», così recita l’ultima bozza del Dpcm. Si stabilisce quindi di limitare le feste nelle proprie abitazioni a non più di sei persone non conviventi e di utilizzare la mascherina.

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Una sorta di punto medio tra la posizione del ministro della Salute, Roberto Speranza, che era per imporre un esplicito divieto, e quello del premier Conte che riteneva impossibile prescrivere un simile obbligo, che di fatto avrebbe rappresentato un’eccessiva violazione della libertà individuale e soprattutto del proprio domicilio.

Fatto sta che comunque ha prevalso la linea del ministro Speranza, il quale non più di due sere fa da Fabio Fazio aveva evidenziato come il 75 per cento dei contagi si verifica proprio nelle mura domestiche. Nessun cenno, fortunatamente, alle delazioni o denunce dei vicini a cui proprio Speranza aveva fatto riferimento come strumento di deterrenza e di contrasto alle violazioni delle disposizioni governative.

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Il Dpcm raccomanderà di non tenere feste in casa con più di sei persone e vieterà quelle nei locali pubblici

Se quindi si potrà far festa in casa, ma con ospiti ridottissimi di numero, vietate sono quelle nei locali pubblici. Perciò, niente compleanni, anniversari o festeggiamenti in occasioni di ricorrenze. Fatte salve soltanto le feste che seguono cerimonie religiose, quelle continueranno a svolgersi ma con l’obbligo di non superare le 30 unità.

Per quanto riguarda le attività di ristorazione rimarranno aperte fino alle 24 ma soltanto per servizio ai tavoli, mentre in assenza dovranno abbassare la saracinesca alle 21. Una misura che solleverà aspre critiche dalle organizzazioni di settore che già nel pomeriggio di ieri avevano bollato qualsiasi restrizione come «del tutto non necessaria».

Vietati gli sport amatoriali di contatto. Nello stadio soltanto mille persone

Vietati gli sport di contatto amatoriali, invece per gli spettatori negli stadi e nei palazzetti prevarrà la regola di massimo 1000 persone oppure un numero non superiore al 25 per cento dell’intera capienza della struttura. Sul posto di lavoro il Dpcm proporrà un utilizzo maggiore dello smart working, insieme all’incentivazione del lavoro agile, di ferie e congedi. Insomma, tutto pur di ridurre le presenze.

Sul fronte scuola al momento non si prevede alcun intervento. Nessuna didattica a distanza quindi, si andrà avanti con le regole varate dall’inizio dell’anno scolastico che sembrano al momento funzionare. Queste le nuove misure previste dal governo, che avranno validità di 30 giorni, per mettere un freno all’aumento esponenziale dei contagi che, fortunatamente, per il momento non stanno producendo grandi effetti sulle terapie intensive.

Sul Recovery Plan il Parlamento chiede una Commissione bicamerale

A parte il Dpcm il governo è atteso da una duegiorni molto complicata. Si inizierà già questa mattina con la discussione e voto di Camera e Senato sulle Linee guida sul Recovery Plan. Proprio ieri sera le Commissioni Bilancio e Politiche comunitarie hanno dato il via libera con osservazioni al piano del governo. Da entrambi i rami del Parlamento è giunta la richiesta del pieno coinvolgimento di Camera e Senato in tutto il processo decisionale delle risorse del Recovery Plan. Dai progetti alla loro attuazione. Insomma, riprende quota l’ipotesi di una bicamerale.

Il premier Giuseppe Conte

Nel pomeriggio, al Senato, e mercoledì mattina alla Camera il premier Conte riferirà del prossimo Consiglio europeo del 15 e 16 ottobre. C’è da scommettere che il Dpcm e la risalita dei contagi saranno i temi centrali degli interventi e soprattutto per l’opposizione, che da tempo aveva chiesto che proprio Conte venisse in Parlamento per riferire sulla situazione epidemiologica.

Il clou sarà però mercoledì con la votazione della Nadef e del nuovo scostamento di bilancio visto che tra quarantena dei parlamentari e i noti problemi di tenuta al Senato della maggioranza il voto è in bilico. Infatti, per lo scostamento è necessaria la maggioranza assoluta e sia alla Camera e sia a Palazzo Madama si è proprio sul filo del rasoio.

Una possibile soluzione sarebbe stato un pubblico appello del governo e della maggioranza all’opposizione per spoliticizzate il voto e quindi evitare una rischiosa conta o la penosa ricerca di voti sottobanco. Ma finora dal governo non è giunto alcun segnale, perciò è possibile che alla fine si vada al muro contro muro e ad una conta ricca di suspance.

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