M5S, sì al ‘mandato zero’ e alle alleanze con i partiti tradizionali. Meno di 50mila i votanti

E ora è davvero il nuovo partito casta. Un cambiamento che l’ex capo pentastellato politico Luigi Di Maio considera una «nuova era». Gli iscritti 5 Stelle, questa mattina, hanno approvato sulla piattaforma Rousseau la possibilità di alleanze amministrative con i partiti tradizionali. Il che significa dare il via libera alla sottoscrizione di intese col Pd in vista regionali di settembre. Ma hanno espresso anche il proprio assenso alla modifica del ‘mandato zero’ per i sindaci che accende il semaforo verde alla candidatura di Virigina Raggi, consentendo di ricandidarsi per il Campidoglio a Roma e l’eventuale alleanza con i dem in occasione del secondo turno.

M5S, questi i numeri del doppio voto

Il quesito sulla possibilità di alleanze per le elezioni amministrative, oltre che con liste civiche, anche con i partiti tradizionali ha ricevuto 29.196 voti favorevoli, pari al 59,9% dei votanti sulla piattaforma Rousseau, mentre i «no» sono stati 19.514, il 40,1% del totale. Per la modifica del mandato zero i «sì» hanno ricevuto 39.235 voti pari all’80,1 %, mentre i «no» hanno ricevuto 9.740 voti , pari al 19,9% del totale.

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Ma al di là dei «no» e dei «si», e della constatazione che questo risultato serve soltanto ad omologare il M5S a tutti gli altri partiti, preoccupati più del futuro delle proprie poltrone di potere che del futuro del Paese e degli italiani. E non è un caso che fra i pentastellati l’unica corrente che continua crescere è quella dell’astensionismo. Purtroppo, Grillo e i suoi lacchè (Di Maio, Fico, Crimi & c.) ancora non hanno capito, e forse non lo capiranno mai, che anche la stragrande maggioranza dei loro iscritti alla decrescita (in)felice, preferiscono la crescita serena.

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