«La scuola riaprirà in tutta sicurezza il 14 settembre». E’ ormai un refrain continuo quello del ministro Azzolina. Ma a parte lei non tutti sembrano pensarla così. A cominciare dai sindacati che lamentano la carenza di personale e la disorganizzazione.
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E ora ci si mettono anche i produttori di arredi scolastici a ‘rompere il giocattolo’ al Ministero dell’Istruzione. Nei piani della Azzolina per riaprire la scuola a settembre sono necessari i nuovi banchi monoposto per poter ottimizzare gli spazi. Tre milioni di banchi scolastici da acquistare e consegnare entro il 31 agosto. «Impossibile» assicurano i produttori.
«Leggendo il bando di gara indetto dal commissario Arcuri per l’acquisto di banchi monoposto e sedute destinati alle scuole italiane viene da chiedersi se, prima di stenderlo, qualcuno si sia posto il problema che poteva andare deserto» si domandano le aziende del settore. Ma «i numeri dicono che il bando andrà sicuramente deserto». Una richiesta che non è realizzabile. Perché «in pratica significa che dal 7 al 31 agosto, cioè in 23 giorni compresi tutti i festivi, dovrebbe essere concentrata la produzione di 5 anni».
Scuola, i produttori: «3,7 milioni di banchi è pari a 5 anni di produzione di tutte le aziende»
«Un acquisto centralizzato di 3,7 milioni di pezzi tra banchi monoposto e sedute, è pari ad oltre la produzione di 5 anni di tutte le aziende nazionali certificate per fornire arredamento alla pubblica amministrazione. Ma non solo, il bando prevede la sottoscrizione del contratto entro il 7 agosto e la consegna nelle scuole (ovunque sul territorio nazionale) entro il 31 agosto», indicano Assufficio di FederlegnoArredo e Assodidattica, a cui aderiscono i produttori e i distributori italiani dell’arredo scolastico ed educativo per il 95% del fatturato nazionale.
«Nella migliore delle ipotesi – indicano le due associazioni – la capacità produttiva attuale potrebbe arrivare a 120.000 pezzi consegnati entro fine settembre, a patto che siano disponibili pannelli, tubolari, insomma tutti i componenti che concorrono alla realizzazione dei prodotti oggetto del bando. A tutto ciò si aggiunga che anche la consegna e la messa in loco degli arredi è in capo ai fornitori è evidente come siamo stati messi davanti a una missione impossibile che avrà due gravi conseguenze».
«I ragazzi non potranno avere i nuovi banchi con ricadute sull’avvio dell’anno scolastico e le procedure di gara regolarmente in corso o addirittura già vinte saranno bloccate, pertanto i quantitativi su cui le aziende avevano già predisposto un piano di produzione adeguato alle tempistiche richieste dalle stazioni appaltanti, non saranno consegnati».
Arcuri: «Non è il momento delle polemiche, apertura scuola in sicurezza obiettivo fondamentale»
«Non è questo il momento di fare polemiche o alimentare divisioni» affermano dall’ufficio del Commissario per l’emergenza Domenico Arcuri. «L’apertura delle scuole in sicurezza è un obiettivo fondamentale per l’intero paese» ed è per questo «necessario lo sforzo di tutti e un forte senso di responsabilità per permettere ai nostri ragazzi, agli insegnanti e al personale non docente di riprendere le attività».
Peccato però che, a sentire i produttori, manchi proprio il tempo materiale per produrre e consegnare gli arredi richiesti. Una situazione che per alcuni ha dell’assurdo e che per altri ricorda già quanto successo nei mesi scorsi, quando Arcuri, in qualità di commissario per l’emergenza coronavirus, decise l’acquisto di dpi da rivendere in farmacia a 0,50 centesimi e che scatenò numerose polemiche. Verrebbe proprio da dire «ti conosco mascherina».
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