«Per la prima volta nella nostra storia – ha detto Luciano Schifone presidente del Centro Studi La Contea, in apertura della presentazione del libro – “La Repubblica di Arlecchino – Così il regionalismo ha infettato l’Italia” di Mario Landolfi – anziché stimolare la maggior presenza di pubblico possibile, abbiamo dovuto sollecitare, tanti a seguirci attraverso la diretta facebook su “IlSud24.it”». «E – alla fine nel salutare e ringraziare tutti ha aggiunto – possiamo essere davvero soddisfatti, perché siete stati davvero tanti a seguirci, qui in presenza (vincoli, ma sparpagliati, come da disposizioni anticovid), che in streaming».
Al dibattito sono intervenuti il sen. Antonio Iannone, commissario regionale di Fdi che ha ricordato la prima riforma sbagliata di Renzi, in fatto di autonomie: «l’abolizione delle province che ha rappresentato il primo significativo momento di rottura istituzionale, che tuttora resta nostro ordinamento» e ha ribadito di aver «presentato una legge per il ritorno all’elezione diretta dei presidenti di provincia e dei consiglieri provinciali».
Stefano Caldoro, candidato del centrodestra a governatore della Campania, per le elezioni settembrine che ha sottolineato «gli errori commessi durante l’emergenza coronavirus, in conseguenza del fatto che ogni regione – Campania compresa – (vedi le zone rosse in Lombardia, ma anche quella di Ariano Irpino, istituita senza aver di fatto prima messo in sicurezza la tutela della salute dei cittadini, rafforzando il 118, impedendo al presidio sanitario di accogliere chiunque andasse lì e rafforzando con i militari i controlli attorno allo stesso) è andata per i fatti propri».
E ha sottolineato, poi, di aver presentato come Campania – insieme ad altri – la richiesta di indizione di un referendum costituzionale per l’istituzione della macroregione meridionale, per consentire «alle regioni – come da art. 117 e 118 della Costituzione – con proprie leggi l’istituzione di organismi comuni per la gestione unitaria delle questioni di area vasta ovvero che interessano più regioni. Vedi ad esempio, il ciclo delle acque, la portualità, i rifiuti, le energie alternative, ecc.».
«Diciamola tutta – ha esordito l’autore del libro, Mario Landolfi – durante la pandemia si è capito ben poco nulla. Nessuno sa, ad esempio – quanti tamponi abbia fatto la Campania, nè quanti nè abbiano fatte le altre regioni, o quanti e quali disinfettanti abbiano usato. La verità è che come istituzioni, non abbiamo dato una bella prova di noi stessi. A differenza dei cittadini che rispettando le disposizioni ricevute hanno consentito di superare il momento di difficoltà con il minor danno possibile».
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«Ecco perché – ha proseguito Landolfi -, sono d’accordo con il governo delle funzioni proposto dal presidente Caldoro, ma temo, che per realizzarlo, prima sia necessario modificare l’articolo 114 della Costituzione vigente “La Repubblica si riparte in Regioni, Provincie e Comuni”. Che mette tutte sullo stesso piano, non delinea alcuna gerarchia di controllo e finisce per generare quella confusione che fa del nostro Paese, ‘La repubblica di Arlecchino’».
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