Appuntamento oggi a Napoli alle ore 12 nella sede del Coordinamento regionale di Forza Italia, dove il capogruppo dei forzisti alla Regione Campania, Armando Cesaro, terrà una conferenza stampa. Tema? “Forza Italia e le elezioni regionali in Campania”. Insomma, tutto e nulla. Ma qualcuno dall’isola F13 del Centro direzionale, dove ha sede il Consiglio regionale della Campania, sussurra una voce che se confermata potrebbe avere l’effetto di una bomba: Armando Cesaro darebbe comunicazione della sua indisponibilità a candidarsi al Consiglio regionale.
Se confermata la notizia sarebbe, come detto, una bomba visto che toglierebbe dalla contesa un bomber delle preferenze, l’attuale capogruppo regionale degli azzurri oltre che figlio del senatore Luigi Cesaro i cui fratelli sono stati arrestati per camorra e lui indagato. In breve, questo passo indietro suonerebbe come un’ammissione di responsabilità, parentale s’intende, ma soprattutto una vittoria della Lega e di Matteo Salvini che da giorni stanno chiedendo liste pulite, che tradotto in campano significa appunto niente Cesaro candidati alle elezioni regionali.
Indice Articolo
- Zingaretti tenta accordo Centrosinistra in extremis
- Conte alla finestra: si tiene alla larga dalle regionali ma punta sul dl Semplificazioni
- Castelli (M5S): riduzione Iva in una riforma organica
- E’ flop bonus vacanze. Soltanto 3,3 per cento di alberghi lo accettano in agosto
- Domani vertice Conte-maggioranza su dl Semplificazioni
- Prossima settimana in Parlamento voto su comunicazioni Conte per Consiglio europeo
- Forza Italia e Fratelli d’Italia tentati a non votare scostamento di bilancio
Una ritirata che potrebbe anche essere il prezzo pagato da Forza Italia per aver ottenuto il via libera dal partito di via Bellerio a Stefano Caldoro, anche se non è da escludersi che Armando Cesaro possa finire nel listino dello stesso candidato presidente oppure, una volta ottenuta la vittoria, trovare posto come assessore.
Comunque sia al momento, se tutto fosse confermato, si tratterebbe di una notizia destinata a segnare la campagna elettorale e le elezioni e c’è da giurarci che adesso gli azzurri, in nome delle liste pulite, faranno le pulci ai candidati leghisti. Perché come insegna la vita c’è sempre uno più epurato che ti epura.
Insomma, questa prima settimana di luglio parte subito con il botto dopo aver vissuto il primo vero week end estivo dove gli assembramenti, le folle e la confusione sono state tante e numerose mentre di mascherine, francamente, se ne sono viste molto poco. Complice senza dubbio la riduzione dei morti e dei contagi, escludendo i focolai che ogni tanto si accendono in alcune parti d’Italia.
Zingaretti tenta accordo Centrosinistra in extremis
Le regionali però continueranno a segnare la settimana. Nicola Zingaretti sta cercando di recuperare il tempo perduto ed è impegno ventre a terra nel cercare un accordo con il M5S in alcune regioni. Si parla della Liguria dove Pd e Cinquestelle potrebbero convergere sul professor Aristide Massardo, sul cui nome è addirittura giunto ieri sera un appello del M5S rivolto alle forze del Centrosinistra. Invito al quale però subito si è defilato Leu.
E pure in Puglia si sta cercando di arrivare a una sintesi tra le forze di governo, ma qui il problema è Italia Viva che non ha alcuna intenzione di chiudere un’intesa sul nome di Michele Emiliano.
Insomma, dopo aver fatto passare settimane e aver deciso la data del 20-21 settembre, il Pd sta premendo sull’acceleratore consapevole ormai che la sconfitta nelle regionali (5 a 1 o addirittura 6 a 0) potrebbe travolgere il governo e anche il vertice di largo del Nazareno. Infatti, non sono passate inosservate le manovre di Giorgio Gori, da un lato, e di Stefano Bonaccini, dall’altro, che in maniera più o meno esplicita hanno messo in discussione la gestione di Zingaretti.
Ecco perché da giorni Zingaretti ha deciso di investire tutte le sue risorse e il tempo per stracciare un’intesa.
Conte alla finestra: si tiene alla larga dalle regionali ma punta sul dl Semplificazioni
Chi invece rimane alla finestra è il premier Giuseppe Conte che cerca di tenersi a distanza di sicurezza dalle regionali. Non vorrebbe ripetere l’esperienza di Massimo D’Alema, unico premier ad essere travolto dal risultato delle regionali ed a dimettersi.
Questo non significa che Conte segua placidamente le sue giornate, anzi a Palazzo Chigi le spine sono tantissime. A cominciare dal cammino zoppicante della Fase3. Gli Stati Generali dell’Economia, conclusisi una settimana fa, rimangono un mistero. Nessun documento finale, nemmeno qualche slide. Soltanto foto e video si possono scaricare dal sito del governo, quasi a confermare che è stata una kermesse a beneficio del personalismo e protagonismo del presidente Conte.
Castelli (M5S): riduzione Iva in una riforma organica
Per questo, secondo qualcuno, Conte aveva annunciato la riduzione dell’Iva proprio per distrarre l’attenzione dai risultati molto deludenti degli Stati generali. Ma sono bastati pochi giorni per rimanere lettera morta. Anche ieri il viceministro all’Economia, Laura Castelli, in un’intervista ad Avvenire ha bocciato una riduzione tout court spiegando che “la riduzione dell’Iva va inserita in una riforma organica”.
E’ flop bonus vacanze. Soltanto 3,3 per cento di alberghi lo accettano in agosto
E anche sul fronte del turismo non vanno meglio le cose visto che il famoso bonus vacanze sarebbe un vero e proprio flop. Sulla piattaforma italyhotels.it, Il Resto del Carlino, ha condotto un’inchiesta evidenziando che nei primi quindici giorni di Agosto sul 27mila 236 alberghi soltanto 897 consentono di utilizzare il bonus vacanze. Per farla breve soltanto il 3,3 per cento. Un fallimento.
Domani vertice Conte-maggioranza su dl Semplificazioni
Ecco, che Conte vuole rifarsi puntando sul dl Semplificazioni. Questa settimana dovrebbe essere la settimana buona, o questo spera il premier Conte. Domani ci sarà un vertice di maggioranza a Palazzo Chigi proprio per stringere i bulloni del provvedimento in vista del Consiglio dei ministri fissato per mercoledì. Il decreto sarebbe quasi completato. In tutto circa 50 articoli dove si punterebbe a velocizzare i tempi di realizzazione delle opere circoscrivendo abuso d’ufficio, controlli erariali e valutazioni d’impatto ambientale.
Infine, non dovrebbe esserci il ricorso facilitato al sistema commissariale, come accaduto per il ponte di Genova, e che Matteo Renzi aveva indicato come la soluzione principe per battere le lungaggini burocratiche.
Nei radar di Palazzo Chigi sempre presente, poi, l’Europa con il Recovery Fund e il Mes. Il ruvido botta e risposta tra Angela Merkel e Giuseppe Conte ancora risuona nei Palazzo della politica, a conferma che la trattativa sarà più complicata di quello che si pensa.
Il pomo della discordia continua ad essere il Mes. Il Pd continua a chiederne l’attivazione, così come Italia Viva e Forza Italia, mentre a frenare con decisione sono i Cinquestelle. L’orientamento del premier Conte di spostare tutto a settembre ha infastidito non poco i vertici di largo del Nazareno che avrebbero voluto che Conte si intestasse una trattativa all’interno della maggioranza. Cosa che non è avvenuta dando così la sensazione di un premier troppo propenso a cedere al diktat grillini.
Prossima settimana in Parlamento voto su comunicazioni Conte per Consiglio europeo
E così in vista del Consiglio europeo della prossima settimana (17 e 18 luglio) in Parlamento il voto sulle comunicazioni di Conte, alle quali stavolta non potrà sottrarsi, non farà alcun riferimento al Mes ma soltanto al Recovery Fund. Anche se è evidente che dalle opposizioni ci sarà il tentativo di spaccare e mettere in difficoltà la maggioranza attraverso una mozione-trappola, a cui raccontano Roberto Calderoli ci starebbe già lavorando.
Mancato ricorso al Mes che imporrà un nuovo scostamento di Bilancio che sempre la prossima settimana dovrebbe essere votato. Si parla di 20 miliardi di euro, cifra lievitata rispetto ai 10 miliardi iniziali, che serviranno tra l’altro ai Comuni sempre più in difficolta e alle famiglie e alle imprese alle prese con la crisi economica.
Forza Italia e Fratelli d’Italia tentati a non votare scostamento di bilancio
Scostamento che però rischia di essere carico di tensione, in particolare al Senato dove la maggioranza assoluta per il governo è un miraggio. E l’ipotesi di aiuti dalle opposizioni si scontrano con i dubbi di Giorgia Meloni, “Non mi sento di dire su due piedi che autorizzeremo lo scostamento di bilancio senza colpo ferire. Gli 80 miliardi che abbiamo già autorizzato sono fino ad oggi stati utilizzati pessimamente. Il dl rilancio lo racconta bene”.
E l’ostilità di Forza Italia che con Anna Maria Bernini, capogruppo al Senato, spiega: “:Se sono vere le indiscrezioni di stampa secondo cui la risoluzione di maggioranza non conterrà alcun riferimento al Mes, per non irritare i Cinque Stelle e rinviare tutto a settembre, noi lo riterremmo un atto di totale irresponsabilità di fronte al quale Forza Italia sarebbe costretta a modificare il suo atteggiamento di collaborazione istituzionale con un governo che rema palesemente contro l’interesse nazionale. Per essere più chiara: in una situazione del genere non voteremmo lo scostamento di bilancio”.
E la Lega? Matteo Salvini da Lucia Annunziata, padrona di casa di “In Mezz’ora” dice: “Se alcuni parlamentari M5s diranno di voler proseguire la loro battaglia di cambiamento con la Lega, sono i benvenuti. Noi non andiamo a cercare nessuno e a offrire niente a nessuno. Ma se qualcuno bussa per dare una mano, le porte sono aperte, senza garantire in cambio niente”.
Insomma per Giuseppe Conte e per il governo si prospettano giorni difficili.