I sindacati definiscono «una scena vergognosa, lesiva dei diritti umani e della dignità di un intero Corpo di Polizia» quello che è accaduto ieri nel Casertano, laddove «alla presenza di esponenti della Magistratura, alcune unità dei Carabinieri hanno proceduto all’identificazione e alla notifica di atti giudiziari, previa esibizione del documento di identità, al personale di Polizia Penitenziaria che, in divisa, faceva ingresso in Istituto. Il tutto accadeva nel piazzale antistante l’ingresso dell’istituto, in violazione del diritto alla riservatezza e alla privacy in maniera inspiegabilmente plateale in presenza dei familiari dei detenuti da ammettere ai colloqui».
Nei prossimi giorni, informa ancora la nota, «congiuntamente saremo presenti, senza bandiere di appartenenza sindacale, ma con il tricolore, con un sit-in di protesta pacifica davanti al carcere di Santa Maria Capua Vetere in segno di solidarietà e vicinanza a tutto il personale ivi in servizio».
Per Palmieri (Osapp), Gallo (Sinappe), De Benedictis (Uil. P.A.), Strino (PP FNS Cisl), Auricchio (Uspp) e Napoletano (Cnpp), «è superfluo sottolineare la nostra indignazione dinanzi alla profonda umiliazione che hanno dovuto subire i nostri colleghi per una ingiustificabile procedura che, probabilmente, non si è mai verificata in precedenza. Riteniamo che sia giunto il momento di sdegnarsi con forza per quanto sta accadendo quotidianamente negli Istituti Penitenziari, per mostrare alla politica assente, sorda ai nostri costanti richiami ed appelli, e ad una Amministrazione Penitenziaria silente ed incapace di gestire e risolvere le continue criticità e le pessime condizioni lavorative ed organizzative degli Istituti penitenziari».
Per questi motivi, le segreterie regionali dei sindacati, «hanno costituito una larga intesa per porre in essere azioni di protesta, necessarie per consentire alla Polizia Penitenziaria di svolgere i compiti affidati dall’ordinamento giuridico con efficienza ed efficacia senza essere esposti al quotidiano rischio di aggressioni e rivolte e, per di più, costretta a subire passivamente anche eventuali risvolti penali solo per aver espletato il proprio dovere nel fronteggiare situazioni di estrema criticità ed evitando così il collasso del sistema».
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