Il Carcere per i giornalisti. La Consulta invita il Parlamento a intervenire con una nuova norma

Il Parlamento ha un anno per intervenire sulla delicata questione del carcere per i giornalisti condannati per diffamazione. Lo ha deciso ieri mattina la Corte costituzionale, che ha rinviato al 22 giugno del 2021 la trattazione della questione di costituzionalità, sollevata dai tribunali di Salerno e Bari, in riferimento alle norme che puniscono con la detenzione i giornalisti condannati per diffamazione a mezzo stampa.

La questione era stata sollevata l’anno scorso, quando il Tribunale di Salerno aveva accolto, l’eccezione di incostituzionalità sollevata da Giancarlo Visone, avvocato del Sindacato unitario dei giornalisti Campania. Secondo la tesi portata avanti, dall’avvocato Visone, la previsione di una pena detentiva a mezzo stampa è incompatibile sia con la Costituzione sia con la Convenzione europea dei diritti dell’uomo. «Il processo per diffamazione aggravata, con l’attribuzione di un fatto determinato – ha sottolineato ancora l’avvocato Visone, nel corso di una iniziativa a promossa l’altroieri a Napoli dal Sindacato Unitario Giornalisti della Campania – prevede, in caso di condanna, il carcere da 1 a 6 anni e contestualmente anche una sanzione pecuniaria».

Pubblicità

Il carcere per i giornalisti è previsto nell’articolo 13 della legge sulla stampa e dall’articolo 595 del Codice penale, relativo alla diffamazione a mezzo stampa. L’eccezione di legittimità è stata sollevata «ritenendo che l’articolo 13 della legge sulla stampa violi la Costituzione e sia in contrasto anche con l’articolo 10 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà». «Attendiamo di capire come la Corte costituzionale scioglierà questi nodi – ha concluso Visone – e se si arriva all’abolizione del carcere per i giornalisti per il reato di diffamazione a mezzo stampa».

Sull’argomento era intervenuto anche Carlo Verna, presidente Nazionale dell’Ordine dei giornalisti, sottolineando che: «Sul giornalismo in Italia, purtroppo – i temi concernenti le regole obsolete sono tanti e auspichiamo che, a partire dalla pronuncia della Corte che auguriamo vada incontro alla libertà di stampa, e si possa avviare una revisione complessiva delle norme».

Pubblicità Federproprietà Napoli

Ora, quindi, il Parlamento avrà dodici mesi le Camere per intervenire con una nuova disciplina, visto che – come fa notare il comunicato stampa della Consulta, «sono attualmente pendenti in vari progetti di legge in materia». Una decisione che è stata presa, come spiega la stessa nota, «nel rispetto della leale collaborazione istituzionale».

POTREBBE INTERESSARTI ANCHE:

Setaro

Altri servizi

Falso in bilancio, il 2 ottobre l’udienza davanti al gup per De Laurentiis

I pm di Roma contestano irregolarità nelle annate dal 2019 al 2021 È fissata per il 2 ottobre l’udienza davanti al gup di Roma del...

Manovra, il governo studia misure per aiutare i salari più poveri. Ipotesi Dta per le banche

Dal taglio dell’Irpef ai buoni pasto, fino alla detassazione dei premi Ridurre l’Irpef al ceto medio, detassare i premi di risultato e le tredicesime, alzare...

Ultime notizie

Monte Sant’Angelo, Simeone: «De Luca inaugura ma la mobilità resta ferma»

Cerimonie sì, treni no. Il consigliere: teatro delle illusioni «Napoli sarà pure la città delle cerimonie, ma il Presidente uscente De Luca ne è stato...

San Charbel, chi è il santo che ha miracolato i fedeli a Napoli

Un prodigio a Napoli: l'olio di San Charbel Il 24 luglio 2025, nella chiesa di San Ferdinando a Napoli, si è verificato un evento straordinario...

Sentenza choc per l’uomo che massacrò di botte l’ex, il giudice: «Va compreso»

L'ex marito assolto dall'accusa di maltrattamenti «Va compreso». Così il giudice del tribunale di Torino Paolo Gallo nelle motivazioni, anticipate da La Stampa, della sentenza...