Mattarella si ‘veste’ da sovranista e ‘avvisa’ l’Europa: decidete prima che sia troppo tardi

Secondo messaggio alla Nazione del Capo dello Stato

Nel giorno in cui opposizione e governo per la prima volta si riuniscono attorno a un tavolo per cercare di trovare un filo comune in grado di orientarsi nelle misure che dovranno fronteggiare la più grave crisi economica dal dopoguerra ad oggi, scende in campo il presidente Mattarella con un intervento alla Nazione. Il secondo dall’inizio dell’emergenza per «esprimere rinnovata riconoscenza nei confronti di chi, per tutti noi, sta fronteggiando la malattia con instancabile abnegazione» e per «ringraziare tutti voi. I sacrifici di comportamento che le misure indicate dal governo richiedono a tutti sono accettati con grande senso civico, dimostrato in amplissima misura dalla cittadinanza».

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Mattarella: indispensabili ulteriori iniziative comuni, superando vecchi schemi ormai fuori dalla realtà

Ma è il cuore politico dell’intervento quello che lascia maggior traccia, quando da un lato ammette che «nell’Unione Europea la Banca Centrale e la Commissione, nei giorni scorsi, hanno assunto importanti e positive decisioni finanziarie ed economiche, sostenute dal Parlamento Europeo», ma dall’altro che «non lo ha ancora fatto il Consiglio dei capi dei governi nazionali. Ci si attende che questo avvenga concretamente nei prossimi giorni».

E qui il monito che stride con la mitezza a cui ci ha abituati Mattarella e che per assurdo sembra quasi avere un vago sapore sovranista: «Sono indispensabili ulteriori iniziative comuni, superando vecchi schemi ormai fuori dalla realtà delle drammatiche condizioni in cui si trova il nostro Continente. Mi auguro che tutti comprendano appieno, prima che sia troppo tardi, la gravità della minaccia per l’Europa. La solidarietà non è soltanto richiesta dai valori dell’Unione ma è anche nel comune interesse».

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La situazione è critica. Rischio crollo Pil a -15 per cento

Non è la prima volta dall’inizio della crisi sanitaria che Mattarella si rivolge a brutto muso alle Istituzioni europee. Lo aveva già fatto nelle ore immediatamente successive allo scivolone della Lagarde, sempre che si tratti di questo, sulla sterilizzazione dello spread che fece perdere oltre 17 punti alla Borsa di Milano. Un’uscita durissima in cui il Capo dello Stato chiese di «non ostacolare l’Italia» e all’Europa di «essere solidale». Ritorna stavolta a rampognare duramente l’Europa e in particolare i vari capi di governo e di Stato (l’Asse del Nord Europa) che hanno impedito l’accordo due giorni fa al Consiglio europeo. E’ evidente che Mattarella sa benissimo che la situazione è davvero critica, che il peso della recessione sull’Italia sarà durissimo tanto che si parla di un Pil in caduta libera a doppia cifra (qualcuno parla di -15 per cento). Quindi non è più tempo di filosofia, di manifesti di Ventotene o di discutere di rispetto di parametri e regole, è tempo di agire in fretta prima che la casa bruci definitivamente.  E lo stesso Mattarella sa benissimo che per casa non si intende soltanto l’Italia ma l’intera Unione europea, visto che l’epidemia colpirà tutta l’Europa e che quindi la crisi non avrà confini nazionali. E un’Ue senza un cuore, appunto solidale, ma fondata soltanto su regole matematiche e contabili finirebbe per esserne travolta.

Discorso Mattarella in sintonia con Conte e Draghi

Ecco il senso politico dell’intervento di Mattarella che, peraltro, segue una linea che aveva già portato avanti lo stesso premier Conte non più di due giorni fa, quando con il sostegno del collega spagnolo nel corso del Consiglio europeo rivolgendosi ai Paesi del Nord Europa aveva detto che senza un intervento comune europeo l’Italia farà da sola. Molto simile al «prima che sia troppo tardi» presidenziale. Il tutto in sintonia con Mario Draghi, che dalle colonne del Financial Times aveva ammonito l’Europa spiegando che ci troviamo in una guerra e che per questo è stato necessario ricorrere al debito.

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Prima riunione del tavolo governo-opposizione. Prossima settimana incontro Conte con Salvini, Meloni, Tajani

Discorso di Mattarella a parte la giornata politica è stata occupata dal confronto tra governo ed opposizione. Il primo incontro dopo l’invito formale fatto in Senato dal premier Conte a vedersi attorno un tavolo. Per ora si è trattato di un incontro interlocutorio, tanto che è stato annunciato dallo stesso ministro per i Rapporti con il Parlamento D’Incà che a inizio settimana è previsto un vertice tra Conte e i leader dei partiti di Centrodestra. E probabilmente in quella occasione di risolveranno molti nodi.

Centrodestra chiede 100 miliardi per contrastare crisi economica

Dall’opposizione, in particolare Forza Italia, si ritiene che per fronteggiare l’emergenza economica sarà necessario uno stanziamento di circa 100 miliardi di euro, di cui 25 sono stati già mobilitati per il ‘Cura Italia’. Quindi l’ipotesi per il decreto Aprile sarebbe di 75 miliardi di euro. Di diverso avviso il ministro Gualtieri che prima di parlare di risorse vorrebbe che ci si concentrasse sulle misure e sugli interventi da fare. Questo anche perché il governo attende di capire se mai giungeranno stanziamenti dall’Europa e in che misura.

Lollobrigida: Disponibili ma no a giochi di poltrone

Sul fronte delle reazioni politiche il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Francesco Lollobrigida spiega che «Siamo disponibili a condividere le responsabilità sulle scelte da fare nell’interesse del popolo italiano. Non ci interessano giochi di poltrone. Ora vogliamo capire come il governo intenda affrontare l’emergenza del momento per mettere i paletti su quella che dovrà essere la ripartenza economica dopo aver prima salvaguardato il lavoro e le imprese».

Oltre mille gli emendamenti al ‘Cura Italia’. Prossima settimana primi voti in Commissione

Intanto in Senato si sono chiusi i termini per la presentazione degli emendamenti al decreto ‘Cura Italia’. In tutto oltre 1.100 gli emendamenti, sforato quindi il tetto che gli stessi partiti della maggioranza che si erano dati, cioè quello di non depositare più di una cinquantina di proposte ciascun gruppo. Quasi in linea il Pd che ne ha depositati 57, mentre 95 ne ha inviate il M5S e 110 Italia Viva. Dal gruppo Misto-Leu 67 emendamenti. In tutto i partiti di governo ne hanno presentati 329. Numeri consistenti anche dall’opposizione: Forza Italia 221; Lega 204; FdI 168. Le altre componenti del Misto 104; le Autonomie circa 100. Per metà della prossima settimana si potrebbe iniziare il voto dei singoli emendamenti nella Commissione Bilancio, il tutto per consentire l’approdo in Aula del decreto per il prossimo 8 aprile.

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