ilSud24.it: oggi comincia l’avventura. Alla faccia del coronavirus

Per dirla con una metafora sportiva: il Mezzogiorno non deve essere più considerato soltanto un pallone da calciare in campagna elettorale. E, per di più, lanciandolo in fallo laterale o in calcio d’angolo, solo per guadagnare un po’ di tempo e non perdere la partita, provando a strappargli – magari immeritatamente – l’intera posta in palio. Tanto più che, il Sud ha tutte le potenzialità, le qualità, le ricchezze ambientali e storiche e i Top player indispensabili per vincere. Ma deve innanzitutto cominciare a credere in se stesso, nelle sue risorse e nelle sue eccellenze.

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ilSud24: attacchiamo il coronavirus

Nascono da questa considerazione l’idea e il progetto alla cui realizzazione abbiamo lavorato per mesi, prima di deciderci a vararla. Forse non ci crederete, ma a darci la spinta definitiva ed uscire «allo scoperto!» proprio in questo momento è stato il ‘covid-19’, meglio noto come coronavirus. Un’infezione che dobbiamo fermare, stando attenti alle regole che gli esperti ci dettano, e non deve fermarci.

Allora, via alla faccia del virus, sapendo che, come sempre anche stavolta, dopo il diluvio, il sole tornerà a riscaldarci. E, così, oggi ‘il Sud24’, finalmente, alza le vele, toglie le ancore e salpa verso il mare aperto. E abbiamo deciso di battezzarlo proprio così, perché siano chiari, sin dall’inizio, il suo obiettivo, lo spirito meridionalista che lo anima e la voglia di tutti noi di contribuire a rimettere in moto la nostra terra.

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Sin dal primo momento, l’idea di dare vita a questo progetto, si è nutrita, a sua volta nutrendola, dell’idea di autonomia macroregionale contenuta nel mio saggio ‘Capitale Sud – Autonomia meridionale per tornare primi’. Ora prende corpo, sostanza, forma e prova a sottoporsi al vostro giudizio. Per il momento, soltanto online, ma presto proveremo ad accompagnarlo – ovviamente, se troverà il vostro consenso e noi le risorse necessarie per farlo – a un periodico mensile di approfondimento cartaceo.

Lo fa favorito dall’onda impetuosa, di cinque eventi di notevole importanza. Il primo ‘antico’ ovvero il ‘no’ al referendum del dicembre 2016 che ha letteralmente stracciato la deforma costituzionale Renzi-Boschi e quattro decisamente più ‘recenti’ e significativi:

1) la pesantissima sconfitta elettorale dei vecchi partiti Pd e FI, che ha consegnato il Paese a M5s e Lega, prima e M5S e Pd, in quanto – costretti dai numeri – si sono uniti in una sorta di matrimonio civile che – checché ne dicano loro – rispetto al Mezzogiorno rappresenta un vero e proprio governo degli equivoci e ribadisce come al Sud manchi un movimento di riferimento che facendosene carico, formuli soluzioni vere ai suoi problemi;

2) il successo della raccolta di firme sui quesiti che saranno oggetto – dopo le elezioni regionali di maggio – della consultazione referendaria per l’istituzione della Macroregione dell’Italia del Sud che rappresenta la dimostrazione che i meridionali si sono finalmente resi conto che è arrivato il momento di farla finita con i ‘nonsipuotisti’ in servizio permanente effettivo, le inutili lamentazioni, l’assistenzialismo e hanno, deciso – giustamente e legittimamente – piegarsi a 90° gradi, al cospetto di chi «viene da lontano» e gli promette, per tenersela buona, un po’ di carità pelosa e finge, poi, di fargliela, semplicemente, restituendole qualche briciola di quanto le ha sottratto in precedenza con l’inganno ed il raggiro;

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3) la presentazione dell’ennesimo piano di sviluppo del Mezzogiorno presentato dal premier Conte e dal ministro per la coesione territoriale Provenzano. Ma di questo progetto decennale di 123 miliardi, abbiamo parlato in altra nota, nella quale abbiamo espresso tutte le nostre perplessità sulla sua effettiva realizzazione;

4) il «no» della Lega alla risoluzione di FdI al Senato nella quale si chiede al Governo di risolvere la sperequazione nell’accesso ai Fondi europei creata dall’inserimento fra i parametri di calcolo per la suddivisione regionale dei Fondi europei del ‘Piano di sviluppo Pluriennale’ 2020/2027 dell”indice di prosperità relativa rispetto’ in base al quale le regioni italiane meno sviluppate (quelle meridionali) riceverebbero un sostegno inferiore, rispetto a quello attuale e l’eventuale aumento della dotazione italiana andrebbe a beneficio delle regioni settentrionali. Una risoluzione, approvata da tutti, ma non da Salvini e dagli altri senatori della Lega.

Sud, se vuole emanciparsi deve decidersi a fare da solo

Ciò che ha spinto tutti noi a dare il via a questa iniziativa è la convinzione che l’Italia del Sud, se davvero di emanciparsi dalla colonizzazione in cui l’hanno ridotto, deve trovare il coraggio di fare fronte comune dal Garigliano al Capo Passero. Unirsi, credere e scommettere su se stessa, sulle sue enormi potenzialità, le sue ricchezze, le sue risorse umane, i suoi giovani e le sue capacità. E soprattutto deve cancellare gli atteggiamenti autolesionistici, figli della paura e della rassegnazione che non l’aiutano ad evolversi, ma fanno soltanto il gioco dei potenti e dei loro servi sciocchi meridionali che sfruttandone le frustrazioni, prima, hanno distrutto il Regno delle due Sicilie e, poi, il Mezzogiorno, appropriandosi dei suoi tesori.

E’ necessario, però, che si liberi dalla trappola della retorica e delle lagne del meridionalismo piagnone, sempre pronto a chiedere un po’ di elemosina e si faccia portatore di idee, iniziative e progetti, che abbiano al centro le sue grandi potenzialità. Quelle, cioè, in grado di farla crescere nella sua interezza, purché arricchite delle necessarie infrastrutture socio-economiche, indispensabili al suo sviluppo. Ed è proprio ciò che ‘ilSud24’ intende fare, perché il nostro futuro sia all’altezza del nostro meraviglioso passato, cominciando a rendere meno pesante e più sostenibile, il nostro presente e quello della nostra terra. Noi ci crediamo, se ci crederete anche voi, insieme arriveremo molto lontani. Nel nome e nell’interesse del Mezzogiorno.

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