La tragedia del 2024 in cui persero la vita 3 persone
Una tragedia che ora arriva in tribunale. A più di un anno dal crollo dei ballatoi della Vela Celeste di Scampia, la Procura di Napoli ha chiesto il processo per sei dirigenti comunali ritenuti responsabili del disastro che, la sera del 22 luglio 2024, causò la morte di tre persone e il ferimento di altre undici, tra cui sette bambini. La notizia è stata riportata da Dario Del Porto su «Repubblica Napoli». L’inchiesta, coordinata dalla pm Manuela Persico insieme al procuratore aggiunto Antonio Ricci e condotta dalla polizia, ipotizza, a vario titolo, i reati di crollo colposo, lesioni colpose e omicidio colposo.
Gli imputati e le accuse
Gli imputati sono Francesco Cuccari, 53 anni, Vincenzo Brandi, 53 anni, che in tempi diversi hanno ricoperto l’incarico di dirigente responsabile del servizio tecnico patrimonio del Comune; Maria Aprea, 63 anni, in qualità di direttore centrale della direzione centrale Patrimonio; Paola Cerotto, 58 anni, per aver ricoperto l’incarico di dirigente responsabile del servizio Edilizia residenziale pubblica; Natalia D’Esposito, 53 anni, e Assunta Malinconico, 70 anni, come dirigenti responsabili del servizio Politiche per la casa.
Nelle prossime ore sarà fissata la data dell’udienza preliminare. In quella sede, tutti gli imputati potranno replicare alle accuse e fornire la propria versione dei fatti, assistiti dagli avvocati Roberto De Fusco, Giovanni Paolo Picardi, Marco Campora, Antonio Gravante e Silvana D’Ambrosi. Sarà poi il giudice per l’udienza preliminare a stabilire se procedere con il processo o disporre l’archiviazione.
Le ipotesi della Procura
Ai primi quattro funzionari viene contestato di non aver eseguito interventi di manutenzione nonostante lo stato di degrado del fabbricato di viale della Resistenza, che appariva «deteriorato e corroso nelle parti metalliche» fino a «presentare condizioni di distacco imminente». Alle due dirigenti del servizio Politiche per la casa, invece, i magistrati contestano di non aver dato seguito all’ordinanza di sgombero emessa il 12 ottobre 2015 – controfirmata dalla dirigente D’Esposito – che disponeva l’allontanamento «ad horas» degli abitanti dall’edificio.
Tra gli atti delle indagini figurano la consulenza tecnica redatta da due ingegneri, decine di pagine di documentazione acquisita negli uffici comunali e le dichiarazioni di varie persone informate sui fatti, tra cui il direttore generale del Comune, Pasquale Granata, oltre al legale rappresentante e al direttore dei lavori del progetto «Restart-Scampia». Il piano di risanamento prevede la demolizione delle celebri Vele, simbolo di degrado urbano, per costruire nuovi alloggi. L’unica a restare in piedi sarà proprio la Vela Celeste, che verrà ristrutturata e ospiterà un numero maggiore di abitazioni.




