Le Pornoprecarie debutterà al Teatro Cilea il 10 ottobre
«Le “Pornoprecarie” è lo spettacolo che avrei voluto mi fosse sottoposto come attrice. Poiché non è capitato, me lo sono scritto da sola». Maria Bolignano, raccontandosi a ilSud24, entra così nel cuore della sua nuova commedia, che debutterà il 10,11 e 12 Ottobre, dopo un lungo percorso fatto di attese, riscritture e ostinazione.
Un progetto a quattro mani con la regista Fabiana Fazio e un fantastico cast: oltre alla stessa Bolignano, sul palco ci saranno Nunzia Schiano, Angela De Matteo, Yulya Mayarchuk, Alessio Sica e Chiara Di Girolamo.
Un lavoro che, già dal titolo, spiazza e incuriosisce, ma che in realtà porta, con leggerezza, al centro della scena temi complessi e quotidiani: il precariato femminile, il ruolo delle piattaforme digitali e la resilienza delle donne comuni.
«Non si dovrebbe perdere questo spettacolo perché, pur essendo al femminile, non è pensato solo per le donne. È fresco, coinvolgente, divertente e ha una buona morale. Io credo che seminare in maniera leggera sia sempre meglio che forzare la mano».
L’attrice, autrice e comica napoletana ci accoglie con la sua verve e il suo entusiasmo contagioso, guidandoci dentro la genesi di un progetto che ha richiesto dieci anni di lavoro e ostinazione.
Da spettatrice ad attrice: «il mio percorso è stato controcorrente rispetto a tanti colleghi»
Racconta che la sua avventura nel teatro è cominciata per caso, negli anni dell’università. «Avevo dei buchi tra le lezioni e lì vicino c’era una scuola di teatro. Da spettatrice ero già un’appassionata, ma non immaginavo che sarebbe diventato il mio lavoro. Avevo studiato per diventare direttrice d’albergo, quindi la mia idea di futuro era tutt’altra. Ho iniziato per curiosità, poi dal teatro classico sono passata a quello sperimentale e infine alla comicità, che mi ha rapita. Ho capito che quella era la mia missione, anche se il mio percorso è stato controcorrente rispetto a tanti colleghi».
Alla domanda se si senta più attrice o autrice, la risposta non lascia dubbi: «Sicuramente attrice. Ho scritto due raccolte di racconti umoristici e naturalmente questa commedia, ma scrivo solo quando i personaggi bussano alla mia porta. Non ho la necessità impellente della scrittura, mentre l’interpretazione per me è vitale. Le pornoprecarie è nata proprio così: desideravo che qualcuno mi affidasse una storia del genere, visto che non accadeva, me la sono scritta da sola».
Resilienza e riscatto femminile al centro dello spettacolo
Lo spettacolo affronta temi delicati e attuali: il precariato femminile, il mondo delle piattaforme e la trasformazione della sessualità e della pornografia nell’era digitale. «È stato naturale unire questi elementi. L’autore osserva la realtà e io mi sono accorta che molte donne, soprattutto superata una certa età, vivono una condizione di invisibilità o di vergogna sociale se non hanno un compagno o un lavoro stabile. Nonostante si parli di emancipazione, spesso è solo facciata. Ho voluto accendere i riflettori su queste difficoltà che restano nascoste, ma sono concrete».
La commedia ha richiesto anni di rielaborazioni. «L’ho scritta dieci anni fa, quando le piattaforme non erano ancora così forti. Ogni anno la riscrivevo per aggiornarla ai tempi, perché un buon testo deve restare attuale. La vera sfida, però, era trovare una produzione che credesse in un progetto interamente femminile. Per dieci anni non è successo nulla, poi all’improvviso, ho incontrato Rino Pinto, che cercava proprio un progetto così. Quei dieci anni non sono stati persi: hanno reso lo spettacolo maturo e pronto».
In passato non sono mancate pressioni per modificarne l’impianto. «Spesso mi chiedevano di cambiare la sceneggiatura o magari di inserire un protagonista maschile. Ho provato a fare qualche variazione, ma non li ho mai presentati, perché snaturavano l’idea originaria».
Al centro del testo c’è il tema del riscatto e della resilienza femminile. «Ho voluto raccontare donne comuni, non eroine. Donne che fanno scelte quotidiane coraggiose, che accettano o rifiutano il giudizio, che si adeguano o si ribellano. Credo che il coraggio vero stia nelle decisioni di ogni giorno, non solo nei gesti eclatanti. Oggi si pensa che la parità sia stata raggiunta, ma non è così: ci sono ancora molte dipendenze sottili, economiche e sociali. Le pornoprecarie vuole aprire gli occhi proprio su queste realtà».
La scelta del cast
E naturalmente un’attenzione particolare è stata dedicata al cast. «Ho scelto attrici che stimo profondamente, prima ancora che amiche. Avevo in mente i personaggi e loro erano perfette per incarnarli. Con Yulya Mayarchuck avevo già lavorato e da lì è nata la scintilla: è stata lei a dirmi “riprendiamo in mano questa commedia”. Nunzia Schiano e Angela De Matteo sono artiste che amo da sempre e a cui avevo promesso che prima o poi avremmo condiviso il palco. Le altre le ho scelte in seguito. Così finalmente è accaduto».
Il risultato è uno spettacolo che intreccia comicità e riflessione, leggerezza e consapevolezza, confermando ancora una volta la forza di un teatro che sa parlare del presente senza retorica.