Stretta contro la movida a Napoli: possibile un rinvio della discussione in Consiglio comunale

I gestori dei locali chiedono dialogo, maggioranza divisa

Probabilmente verrà rinviata la decisione definitiva riguardo i provvedimenti restrittivi destinati ai locali di piazza Bellini e vico Quercia. Secondo fonti non ufficiali, la maggioranza avrebbe fatto un passo indietro, accettando di chiedere un rinvio della delibera prevista a causa del rumore antropico eccessivamente elevato in quelle zone. Il provvedimento avrebbe dovuto prevedere una stretta sugli orari, sull’asporto e sulle concessioni dello spazio esterno.

La stretta per l’amministrazione, nei confronti dei locali, è necessaria dopo la condanna da parte del tribunale, il quale ha ritenuto il Comune, proprietario del suolo pubblico, responsabile dell’inquinamento acustico di Bellini e vico Quercia, imponendo un risarcimento di 1,2 milioni di euro ai residenti delle aree coinvolte e dei provvedimenti utili da applicare per contrastare il rumore antropico elevato, denunciato dagli abitanti della zona e certificato dagli enti competenti.

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La causa da parte dei residenti è stata traghettata, in qualità di avvocato, da Gennaro Esposito, consigliere di maggioranza al Comune di Napoli e presidente del Comitato Vivibilità Cittadina. Quindi, un consigliere comunale di maggioranza ha vinto una causa, come avvocato dei residenti, contro il Comune di Napoli.

Il provvedimento, proposto da alcuni assessori, utile a prevenire eventuali ulteriori condanne o risarcimenti, dovrebbe essere un’ordinanza restrittiva temporanea, probabilmente trimestrale, che prevede il divieto d’asporto dopo le 22:00 e lo stop ai tavolini esterni dopo le 24:00.

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La discussione per l’approvazione dell’entrata in vigore dell’ordinanza avrebbe dovuto avere luogo domani in Consiglio Comunale, ma probabilmente verrà rinviata dopo un documento firmato dai gestori dei trenta locali coinvolti, gli appelli degli avvocati che stanno seguendo la causa di piazza Bellini e vico Quercia, in particolare l’avvocato Roberta Valmassoni, e le dichiarazioni dei gestori e di Confcommercio.

Le divisioni in Consiglio Comunale

Perfino alcuni consiglieri di maggioranza si sono espressi nelle ultime ore a favore dei locali. Primi tra tutti, il consigliere Rosario Andreozzi (Napoli Solidale) e il consigliere e presidente della commissione legalità e polizia municipale Pasquale Esposito (Pd). Quest’ultimo ieri ha convocato la sua commissione con gli assessori cercando una mediazione, sostenendo che per i locali sia impossibile lavorare senza asporto dopo le 22:00 e pretendendo lo stop ai tavolini alle 24:00. Eppure, l’assessore alla legalità Antonio De Iesu sembrava irremovibile riguardo l’urgenza e le misure dell’ordinanza.

Le posizioni sembravano chiare, anche se Pasquale Esposito aveva preannunciato la possibilità di un rinvio. «La maggioranza – aveva spiegato Pasquale Esposito – non è compatta. Non credo che il testo passerà se resta com’è. Chiederemo di proporre emendamenti o un rinvio della discussione. I temi che dividono il Consiglio sono due: gli orari, troppo restrittivi per le attività e il fatto che il provvedimento riguardi solo due zone della città. Ciò crea una concorrenza sleale insostenibile». Infatti, il timore è proprio che queste misure inducano i giovani a spostarsi nelle zone in cui l’ordinanza non sarà in vigore.

Questi numerosi dubbi hanno indotto i componenti del Consiglio Comunale a valutare la possibilità di una delibera, piuttosto che di un’ordinanza come doveva essere in origine.

Proposte alternative e possibili compromessi

Alcuni consiglieri suggerivano di emendare la proposta pretendendo solo lo stop all’asporto dopo le 22:00, ma consentendo ai locali coinvolti di occupare il suolo pubblico, secondo le concessioni, fino a orario di chiusura, ovvero le 3:00.

Non sembrava essere stata accolta, anche se un’ulteriore contestazione riguardo i tavolini è sorta a causa dello spazio limitato all’interno dei locali coinvolti. Il provvedimento avrebbe dovuto prevedere il rientro dei tavolini alle 24:00, ma lo spazio riservato ai tavolini a chiusura coincide con lo spazio che i locali sfruttano per accogliere i clienti. Quindi, questo provvedimento, se applicato con gli orari previsti in origine, non consentirebbe ai locali di accogliere i clienti dopo le 24:00.

L’avvocato Valmassoni ha avanzato un’ulteriore proposta, quella di prolungare orario di asporto almeno fino alle 24:00, come da norma nazionale. Ci sarebbe anche la possibilità di anticipare l’orario di chiusura all’1 in settimana e alle 2 nel weekend, sulla scia del modello Milano, se fosse diffuso in tutta la città. Insomma, la notte a Napoli sta per cambiare e gli attori coinvolti sono tutti operativi nel tentativo di trovare una soluzione che possa tutelare i residenti, supportare l’economia locale e promuovere una vita notturna di qualità.

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