Escluse le aggravanti della premeditazione e dei futili motivi
Il Tribunale di Napoli ha condannato il 22enne Aurelio Taglialatela a 17 anni e 4 mesi di reclusione. L’imputato è stato riconosciuto responsabile dell’omicidio volontario di Corrado Finale, del tentato omicidio di Umberto Galdiero e dell’attentato incendiario contro l’abitazione della famiglia Galdiero, avvenuto nell’agosto del 2024.
Il giovane, difeso dagli avvocati Luigi Poziello e Alfonso Vozza, ha ottenuto l’esclusione delle aggravanti della premeditazione e dei futili motivi, ma le responsabilità sui tre episodi, racconta Ferdinando Bocchetti su «il Mattino», sono state confermate dal collegio giudicante. Se la decisione non verrà impugnata, di cui saranno depositate le motivazioni entro sessanta giorni, c’è la possibilità di uno sconto di pena: in base ai benefici introdotti dalla riforma Cartabia, la condanna potrebbe scendere a 14 anni e 11 mesi.
I fatto di sangue risale all’agosto del 2024. Corrado Finale, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, venne investito e ucciso volontariamente con un’auto in via del Mare, a Marano, al termine di una lite con Taglialatela. In quel momento la vittima si trovava su uno scooter insieme a Galdiero. Le indagini hanno messo in luce una serie di contrasti maturati da tempo tra i tre giovani, sfociati poi in un’escalation culminata nell’omicidio.