Il Governatore e il presidente M5S e la palla in tribuna: no a nomi
Sotto la scorza di parole melliflue e l’aplomb istituzionale, il solito copione: il potere che vuole scegliersi il successore. Ancora una volta a recitarlo è Vincenzo De Luca che, tra un’inaugurazione e l’altra, trova il tempo per bacchettare i vertici romani e per lanciare segnali a Giuseppe Conte.
«Il presidente Conte ha avuto una posizione estremamente corretta», dice De Luca da Caserta, commentando l’incontro romano con il leader del Movimento 5 Stelle. Un attestato di stima che sa più di convenienza che di sincero apprezzamento. Perché la «correttezza» di Conte, secondo De Luca, starebbe nel rinviare la partita dei nomi. Un modo per prendere tempo mentre Roberto Fico attende di poter ufficializzare la sua candidatura alla guida della Campania.
Si stanno scalmanando
De Luca non lo nomina mai, ma il bersaglio è chiaro. «Siccome c’è gente che si sta scalmanando, bisogna prima discutere di un programma, delle cose da fare, tenendo conto che il punto di partenza essenziale è il lavoro fatto in questi anni dalla Regione Campania; questo è il miracolo che è stato fatto».
Miracolo? Per De Luca, sì. Per i cittadini campani, che continuano a fare i conti con sanità in sofferenza, trasporti scadenti e disuguaglianze, decisamente no. Ma la propaganda serve anche a questo: rivendersi il proprio regno come un trionfo, così da screditare chiunque osi mettere in discussione la sua eredità politica.
«Al momento non si parla di nomi», prosegue il governatore, rimandando ogni decisione all’interno della coalizione. Ma il messaggio è fin troppo esplicito: i nomi vanno scelti con criterio, ovvero pescando nel bacino dei fedelissimi. Un successore che De Luca possa istruire e, se necessario, guidare.
La lezione al centrosinistra romano arriva puntuale: «Il problema non è la campagna elettorale, visto anche il lavoro che abbiamo fatto, ma chi governa la Campania, perché ci sono molti che a Roma non hanno capito che cos’è la Regione Campania, che è la trincea più impegnativa e difficile». Conte incassa e lascia fare, almeno per ora. L’uno legittima l’altro: De Luca resta il custode della Campania, Conte finge di fare da garante e di non disturbare troppo il manovratore. Fico, intanto, aspetta e continua la campagna elettorale. Per ora.