Il «cimitero delle auto» contamina la zona nel silenzio generale
Poggioreale, via del Riposo. A due passi dal cimitero, sorge quello che per tutti ormai è il «cimitero delle auto». Forse erroneamente, visto che l’ecobomba è più viva che mai. Migliaia di carcasse arrugginite, abbandonate come cadaveri metallici su un terreno nudo, senza alcuna protezione. Una distesa di mezzi di trasporto di ogni tipo che da anni marcisce indisturbata sotto gli occhi di tutti. Batterie esauste, oli motore, vernici industriali e metalli pesanti potrebbero – se non lo hanno già fatto – infiltrarsi nel terreno, contaminando il suolo e le falde acquifere.
Un disastro ambientale denunciato ormai da anni, che ha il sapore dell’abbandono, ma anche della vergogna. In tanti hanno provato ad accendere i riflettori sulla questione, a portarla all’attenzione del grande pubblico, ma in pochi hanno fatto finta di interessarsene, per poi lasciare il problema lì, irrisolto.
La prima denuncia pubblica e le promesse non mantenute
Tra i primi – se non il primo – a denunciare pubblicamente c’è stato Alfredo Di Domenico, un cittadino che appartiene alla Napoli che non si volta dall’altra parte dinanzi ai problemi quotidiani della città, anzi. Nel 2022 era riuscito a far parlare dell’ex deposito giudiziario la trasmissione Striscia la Notizia.
In quel caso Luca Abete – inviato di Striscia la Notizia – riuscì a strappare una mezza promessa di interesse all’allora assessore all’Ambiente del Comune di Napoli, Paolo Mancuso: «È una situazione che si trascina da tempo. È indispensabile agire. Abbiamo già avviato degli accertamenti e vedremo che risultati a breve ci porteranno». È purtroppo sotto gli occhi di tutti che a quelle parole non c’è stato seguito. Oltretutto, l’assessore poco più di un anno dopo lasciò l’incarico.
«Nessuna istituzione sembra voler vedere questo disastro ambientale, tanto evidente quanto ignorato», dice oggi Alfredo Di Domenico a ilSud24.it. «Lavorando come infermiere in un reparto di diagnostica radiologica, non posso fare a meno di notare un netto aumento dei casi oncologici nella popolazione». E aggiunge: «È difficile non collegare questi dati all’inquinamento persistente e impunito che ci circonda ogni giorno». Di Domenico, però, non è il solo ad avere a cuore il destino di quest’area della città di Napoli.
Emergenza ignorata

Eros Dolce, attivista territoriale di Fatti di Napoletani Perbene, ci tiene a ribadire quanto questa emergenza ambientale sia tra le più gravi e trascurate del territorio napoletano. «Dalla segnalazione mediatica di Striscia, la zona è rimasta totalmente abbandonata dalle istituzioni competenti. Nessuna bonifica è stata avviata, nessun piano di risanamento è stato reso pubblico», dice Dolce. «Al contrario, oggi la situazione è ulteriormente peggiorata: ai rottami si sono aggiunti cumuli di rifiuti di dubbia provenienza, trasformando l’area in una discarica abusiva a cielo aperto».
«Abbiamo l’assenza di ogni forma di sorveglianza, controllo o intervento da parte del Comune e della Municipalità 4, che sembrano oscillare tra disinteresse e disorientamento amministrativo: questo disastro ambientale non è più tollerabile», rileva.
L’attivista non si limita a puntare il dito verso il «disinteresse» e il «disorientamento amministrativo», ma prova a dare qualche idea pratica per affrontare la situazione, e propone: «Una mappatura completa dell’area contaminata, l’avvio di una bonifica certificata e trasparente, il ripristino del decoro urbano e della sicurezza ambientale».
Sottolinea poi come la salute dei cittadini non possa più essere ignorata e rimandata, e conclude: «Ogni giorno di inerzia contribuisce ad aggravare una ferita che rischia di diventare irreversibile. È tempo di passare dalle parole ai fatti. Ora».
Il pericolo incendi e l’urgenza della bonifica
Anche il consigliere PD della IV Municipalità Nunzio Esente si augura che sia data attenzione a una situazione molto pericolosa. «Bisognerebbe con urgenza bonificare tutta l’area», sottolinea. «Inoltre vi è un pericolo sicurezza perché alcuni resti delle auto sono altamente infiammabili. Questo potrebbe causare incendi, sia di natura dolosa che non, considerando anche le alte temperature». Conclude poi il consigliere: «Per evitare danni maggiori, sia sul territorio che sulla salute dei cittadini, il Comune e chi di dovere dovrebbe agire per una bonifica dell’area».
Una bomba ecologica dimenticata da tutti
Sono tante le voci che si levano e si mobilitano per questo «mostro ambientale» lasciato lì, all’aria, a marcire: un altro schiaffo in faccia a questa città. E se tante sono le voci, poche sono le mani che fanno qualcosa. Anzi: nessuna. Nel 2022 si era paventata l’ipotesi di una seconda vita per quest’area. Sarebbe potuta diventare – grazie ai fondi del PNRR – un sito di compostaggio, ma anche questa possibilità è sfumata, e il «cimitero delle auto» è ancora lì.
Manfredi e la giunta: silenzio assordante
Viene da chiedersi, e chiedere, perché in tanti anni nessuno, né Comune di Napoli, né Municipalità, si sia interessato concretamente al problema. Il sindaco Manfredi e la sua giunta come e quando pensano di affrontarla visto che sono a conoscenza dell’accaduto grazie alle segnalazioni di Di Domenico e di Striscia la notizia?
È vero, il «cimitero delle auto» non è visibile dalla strada, perché protetto dalla vista da alte mura ma è ben visibile dal cimitero – quello vero – che sale anch’esso spesso agli onori della cronaca per varie problematiche. Ma questa è un’altra storia. Ironia della sorte: sul cancello giallo dell’ex Deposito Giudiziario abbandonato campeggia la scritta «Pace». Una parola beffarda, per un luogo dove regnano solo degrado e veleno.