Chiusa fino al 18 giugno: ennesimo disservizio senza alternative
I napoletani devono stringere i denti, ancora una volta. La funicolare di Montesanto, gestita dall’Azienda Napoletana Mobilità (Anm), si ferma da oggi fino al 18 giugno, lasciando a piedi chi conta su questo collegamento vitale tra la Pignasecca e via Morghen, con scalo intermedio al corso Vittorio Emanuele. L’annuncio, buttato lì ieri su Facebook da Anm, parla di «manutenzione straordinaria» senza aggiungere dettagli. Un copione già visto, che sa di ennesima presa in giro per una città stremata da un trasporto pubblico allo sbando.
Non è un fulmine a ciel sereno. Qualche settimana fa, la funicolare Centrale aveva subito uno stop per un’ispezione dell’Ansfisa, l’ente del Ministero dei Trasporti che verifica la sicurezza di treni e impianti a fune. Controlli sacrosanti, ma che non mascherano l’incapacità di pianificare un servizio decente. La funicolare di Montesanto, infatti, avrebbe dovuto affrontare già da un paio d’anni i lavori di manutenzione ventennale richiesti dalla legge. Sono gli stessi interventi che, anni addietro, inchiodarono la funicolare Centrale per un anno e, più di recente, bloccarono la funicolare di Chiaia per quasi due anni.
L’impianto di Montesanto, racconta Fabrizio Geremicca sul «Corriere del Mezzogiorno», è rimasto in funzione grazie a un paio di deroghe concesse dall’Ansfisa, una soluzione temporanea che non risolve i problemi di fondo. Questo fermo di cinque giorni sembra un rattoppo d’emergenza per controllare e aggiustare componenti, cercando di tirare avanti fino al 2026, quando è previsto uno stop ben più lungo, di circa un anno. Una spada di Damocle che pende sulla testa dei cittadini, già alle prese con un sistema di trasporti che fa acqua da tutte le parti.
E come se non bastasse, non risulta che Anm abbia previsto alcun servizio alternativo, come navette o autobus, per chi si ritrova senza funicolare. Un’omissione che grida vendetta, un altro schiaffo a una popolazione costretta a navigare a vista in una giungla di disservizi. Napoli merita rispetto, non l’ennesima dose di caos e abbandono.