Interrogati Alberto Stasi e Marco Poggi
Un colpo di scena dietro l’altro: prima l’unico indagato che non si presenta dai pm e tramite i legali dichiara «guerra dura senza paura» alla procura; poi la notizia della nuova perizia secondo la quale l’impronta sulle scale di casa Poggi vicino al corpo senza vita di Chiara, ritenuta 18 anni fa «totalmente inutile», appartiene a Andrea Sempio.
La giornata della tripla convocazione
La giornata in cui la tripla convocazione da parte degli inquirenti che indagano sull’omicidio della 26enne di Garlasco – uccisa il 13 agosto del 2007 – avrebbe dovuto rappresentare un punto di svolta per fare un minimo di chiarezza sulla nuova indagine, in realtà ha ingarbugliato ancora di più la vicenda. Tra Pavia, dove erano stati convocati sia Andrea Sempio sia Alberto Stasi, condannato in via definitiva a 16 anni per quell’omicidio, e Mestre, dove invece era atteso il fratello di Chiara, Marco Poggi, si è dunque assistito ad una serie di accelerazioni, indiscrezioni e prese di posizione che tutto hanno fatto meno che mettere punti fermi all’indagine.
Uno scenario al quale si aggiunge il racconto ‘de relato’ del supertestimone alle ‘Iene’, che chiama in causa la cugina di Chiara, Stefania Cappa, e le sentenze distribuite al circo mediatico da Fabrizio Corona. La prima mossa l’hanno fatta i legali 37enne amico di Marco Poggi, scegliendo di non prestarsi allo scenario ipotizzato in Procura, dove gli investigatori pare volessero rompere gli indugi sull’orientamento che li vede collocare Sempio sulla scena del delitto.
La nuova impronta riapre i dubbi
Un’ipotesi che si basa sulla nuova perizia, una consulenza dattiloscopica disposta dai pm e che riguarda un’impronta del palmo di una mano di Sempio. Non si tratta di un ritrovamento nuovo, ma di una rivalutazione: all’epoca delle prime indagini, infatti, il reperto era stato definito «totalmente inutile ad un esame dattiloscopico». In sostanza i segni di un palmo si trovavano sul muro delle scale che portano in cantina, scale su cui è stato trovato il cadavere di Chiara. Sempio però frequentava la villetta di via Pascoli in quanto amico del fratello della vittima.
Ed ecco che quindi gli inquirenti avrebbero voluto mettere a confronto, probabilmente proprio su questo particolare, Sempio, Stasi e Marco Poggi, pur sentendoli separatamente e nello stesso orario, in modo da evitare fughe di notizie che avrebbero potuto influenzare le risposte dei tre. L’interrogatorio del fratello di Chiara, e quello contestuale di Sempio servivano proprio a chiarire quanto assiduamente il giovane frequentasse la villetta dei Poggi e quali erano i suoi rapporti con Chiara.
Una linea alla quale la difesa ha risposto arroccandosi e non presentandosi all’interrogatorio: gli avvocati Angela Taccia e Massimo Lovati hanno eccepito la carenza nell’invito a comparire di un ‘avvertimento’ ritenuto fondamentale, la possibile convocazione coatta se negligenti. «Guerra dura senza paura» ha scritto su Instagram l’avvocata Taccia, aggiungendo un «Cpp we love you» che è un riferimento all’articolo del codice di procedura penale al quale si sono appellati i legali.
Che l’incontro fosse però un’unica occasione, irripetibile, è stato confermato anche dall’orientamento espresso dagli inquirenti – in risposta all’assenza a sorpresa – che vede la convinzione, al momento, di non riconvocarlo. «Andrea sta bene – hanno commentato gli avvocati – ma non vuole «collaborare più. Siamo parti contrapposte del processo e quindi ognuno va per la sua strada come dovrebbe essere». «D’altra parte – hanno aggiunto – hanno riaperto l’indagine con gli stessi elementi di quella precedente archiviata».
Una spiegazione per quell’impronta
La nuova impronta isolata spariglia però decisamente le carte, anche se la difesa di Sempio l’archivia in fretta come «una bufala», mentre Marco Poggi e Stasi continuano a sostenere le posizioni già espresse. E da ora tutto si giocherà intorno a una spiegazione plausibile per quell’impronta su quel muro. Il fratello di Chiara «ha confermato la convinzione della estraneità di Sempio» mentre Stasi ha ribadito «di non conoscere Sempio e di non averlo mai visto nella villetta», rispondendo a lungo ai pm.
«È stata una giornata molto positiva – ha detto il suo legale Antonio De Rensis – Siamo molto contenti di essere venuti e aver risposto a tutte le domande. Noi abbiamo avuto fiducia in questa indagine sin dal primo giorno e continuiamo ad averla, sempre più forte». A complicare lo scenario c’è anche il cosiddetto ‘supertestimone’ che alle Iene racconta che una donna di Tromello (oggi defunta) gli aveva detto di aver visto, la sera del delitto, Stefania Cappa agitata con «una borsa pesante» entrare nella casa di sua nonna materna dove non andava mai. «Era nel panico» E poi di aver sentito un tonfo in acqua. Nello stesso punto dove i carabinieri hanno da poco rinvenuto oggetti nel canale. Un giallo nel giallo.