Omicidio Tommasino: chiesto il processo per i boss del clan D’Alessandro

Sono ritenuti i mandanti dell’assassinio del consigliere comunale

Il pm antimafia Giuseppe Cimmarotta ha chiesto al gup di Napoli Federica De Bellis il rinvio a giudizio per Sergio Mosca e Vincenzo D’Alessandro, elementi di spicco del clan d’Alessandro, ritenuti, tra l’altro, mandanti dell’omicidio del consigliere comunale del Pd di Castellammare di Stabia (Napoli) Luigi Tommasino, assassinato il 3 febbraio 2009. Un omicidio, quello del consigliere comunale, il cui movente è ancora avvolto nel mistero.

Il magistrato ha chiesto al giudice il processo con il rito abbreviato, per altri capi d’accusa, nei confronti dei tre «pentiti» Salvatore Belviso, Raffaele Polito e Renato Cavaliere, anche loro coinvolti nell’omicidio di Tommasino con Catello Romano (per questi quattro le condanne sono definitive). Nel procedimento in corso davanti al Gup De Bellis si sta valutando la posizione di otto imputati, a giudizio, a vario titolo, per cinque omicidi e due tentati omicidi.

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Il pm Cimmarotta ha chiesto 14 anni di carcere per Salvatore Belviso, 6 anni per Raffaele Polito e 12 anni per Renato Cavaliere. Richiesta di ergastolo, invece, per Paolo Carolei, Antonio Lucchese, e Catello Romano. Carolei, che non è coinvolto nell’omicidio Tommasino, risponde, nella veste di mandante, anche della morte di una vittima innocente della camorra: si tratta di Federico Donnarumma una delle due persone uccise il 28 ottobre 2008 a Gragnano (Napoli).

Il vero obiettivo dell’agguato era Carmine D’Antuono e Donnarumma venne colpito da Romano perché era in compagnia di D’Antuono. Nelle prossime udienze, fissate per il 10 e il 17 marzo, sono previste, tra l’altro, le discussioni delle difese degli imputati e, il 17, verosimilmente anche la sentenza.

Setaro

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