Bruciato vivo mentre era in videochiamata: nessuno sconto per l’imputato

I difensori hanno annunciato ricorso in Appello

La Corte d’Assise di Napoli ha emesso una condanna all’ergastolo nei confronti di Pasquale Pezzella, accusato dell’omicidio di Nicola Liguori, 36 anni. L’episodio risale al luglio 2022, quando Liguori fu cosparso di benzina e dato alle fiamme mentre si trovava su una panchina a Frattamaggiore.

La ricostruzione

La vittima stava effettuando una videochiamata con la fidanzata al momento dell’aggressione. Riportò ustioni di terzo e quarto grado su gran parte del corpo, affrontando dieci mesi di cure e sofferenze prima di morire. Prima di perdere conoscenza, Liguori riuscì a pronunciare il nome «Pasquale» alla famiglia, dettaglio che ha orientato le indagini. Pezzella fu arrestato pochi giorni dopo

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Anche la fidanzata di Liguori, che ha assistito all’agguato in videochiamata, ha fornito una descrizione del responsabile, che però all’epoca non venne ritenuta del tutto collimante con quella dell’indagato. Pezzella e Liguori si conoscevano fin da bambini, perché vivevano nello stesso quartiere, quello dove è avvenuto l’attentato.

L’indagato ha sempre respinto ogni accusa ammettendo di essere arrivato sul luogo del fatto poco dopo, quando Liguori già non c’era più, e di aver spento le fiamme che ancora avvolgevano la panchina. Durante l’inchiesta è poi emerso che all’indomani del fatto il padre di Pezzella avrebbe contattato i familiari della vittima, intimando loro di non coinvolgere il figlio e offrendosi di sostenere le spese mediche. I familiari di Liguori hanno affermato di non aver rivelato subito questa circostanza per timore di ritorsioni.

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La tesi della difesa

I legali dell’imputato, Fernando Pellino e Marcella Monaco, hanno sostenuto che il decesso, sopraggiunto 10 mesi dopo, fosse avvenuto per cause non direttamente collegate all’aggressione, ma tale tesi non è stata accolta dai giudici. La Corte ha stabilito, infatti, che l’azione di Pezzella abbia avuto un nesso causale diretto con la morte di Liguori, portando alla condanna all’ergastolo. I difensori hanno annunciato ricorso in appello.

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