Ue, i socialisti spagnoli aprono a Raffaele Fitto: si apre uno spiraglio per la von der Leyen

Pedro Sanchez pronto a votarlo per ottenere il sì a Teresa Ribera

A poco più di ventiquattrore dal D-Day sulle nomine dei commissari europeo si apre uno spiraglio per lo scioglimento di una impasse che potrebbe minacciare direttamente Ursula von der Leyen. I socialisti spagnoli, guidati dal premier Pedro Sanchez, hanno fatto sapere di essere pronti a votare Raffaele Fitto come vicepresidente esecutivo abbassando così le armi di fronte ad una nomina che, nel centrosinistra europeo, è vista come il biglietto di ingresso della destra in maggioranza.

L’obiettivo di Sanchez è uno, innanzitutto: sbloccare il gioco di veti incrociati che, complice la trincea del Partido Popular, rischia di far capitolare la nomina di Teresa Ribera ad una dei sei vice di von der Leyen. «L’Ue non può inabissarsi nella instabilità con veti incrociati di corta visione. Per proteggere l’Europa, per responsabilità, è imprescindibile una Commissione che vada avanti, che non dipenda dalle manovre di Trump e dall’estrema destra», hanno spiegato fonti del governo di Madrid.

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Di questo, a margine del G20 in Brasile, Sanchez parlerà direttamente con von der Leyen in un incontro che, secondo El Pais, sarebbe previsto ad horas. Ma a Rio de Janeiro sono presenti anche Giorgia Meloni, Emmanuel Macron e Olaf Scholz, a capo dei principali governi comunitari e leader dei Conservatori, dei Liberali e dei Socialisti. È in questo consesso, più che all’interno di una maggioranza Ursula dilaniata da tensioni e ripicche, che si può sciogliere il nodo della Commissione von der Leyen bis.

Il nodo Pd

L’apertura del Psoe a Fitto potrebbe cambiare la posizione anche del Pd, che finora ha sempre detto di essere scettico sull’arrivo di Fitto in Commissione non per il profilo del ministro italiano ma per il ruolo apicale assegnato ad un esponente della destra europea. Resta da vedere se anche le delegazioni tedesca e francese, all’interno del gruppo S&D, ammorbidiranno le loro posizioni. Molto, moltissimo dipenderà dall’atteggiamento di Manfred Weber e del Ppe nei confronti di Ribera.

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Finora il presidente dei Popolari ha tenuto la barra dritta sulla posizione del leader del Pp Alberto Nunez Feijoo, deciso a fare di tutto per bocciare Ribera sulla scia delle polemiche per le alluvioni di Valencia. Il Ppe ha ribadito di voler attendere l’audizione della vicepremier iberica a le Cortes, prevista mercoledì, ovvero nel medesimo giorno in cui a Bruxelles è stata convocata la conferenza dei presidenti per decidere sui tre commissari la cui approvazione è stata sospesa: Fitto, Ribera e l’ungherese Oliver Varhelyi. La svolta targata Sanchez, tuttavia, potrebbe isolare Feijoo.

La delegazione popolare spagnola avverte

E forse non è un caso che dal leader del Pp sia arrivato un nuovo avvertimento: la delegazione popolare spagnola non voterà in ogni caso Ribera e se, la candidata socialista passasse, potrebbe non votare von der Leyen alla Plenaria di Strasburgo. Possibile che, all’interno delle commissioni competenti sia su Ribera sia su Fitto si vada alla conta, ovvero al terzo scrutinio che prevede il quorum della maggioranza semplice e il voto segreto.

Ma se una parte del Ppe – oltre a S&D, Liberali e Verdi – appoggiasse Ribera la spagnola potrebbe passare anche con il no sia del Pp sia di Vox. E se fosse certificata l’apertura di Sanchez a Fitto i meloniani avrebbero più di una difficoltà a non votare Ribera. L’impressione è che il nodo si possa sciogliere definitivamente solo a ridosso del giorno del voto sull’intera Commissione a Strasburgo, il 27 novembre.

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