Scontro nei Contini, centomila euro e un Rolex per fermare la faida

Le tensioni tra i Marigliano e Rullo appianate dopo che il gruppo di ‘O nano avrebbe cercato il supporto dei Mazzarella

Centomila euro e un Rolex al boss per fermare una guerra di camorra. Accade nella zona del rione Case Nuove, a Napoli, nel quartiere Mercato. Lo scontro, in atto da mesi e durato almeno fino a pochi giorni fa, era in seno al clan Contini. Da una parte il gruppo Marigliano, composto da giovanissimi (di cui faceva parte anche il 14enne arrestato per tentato omicidio pochi giorni fa), dall’altra il vecchio boss Nicola Rullo, capo dei Contini, tornato in libertà di recente.

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Secondo informative, Rullo avrebbe preteso la tangente sulle piazze di spaccio gestite dalla paranza. Questi ultimi non avrebbero pagato. Ne è nata una serie di raid, stese e azioni intimidatorie. Fino a che i Marigliano non avrebbero cercato l’appoggio dei Mazzarella, acerrimi nemici dei Contini. Una cosa è lo scontro con un gruppo di giovanissimi, altra è una guerra con l’altro emisfero di camorra presente a Napoli (i Mazzarella).

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Così è prevalsa la via della mediazione, sotto forma di soldi per il clan e un regalo al boss. Un prezioso Rolex, appunto. Quello dei Marigliano è un gruppo storico della zona delle Case Nuove. Una famiglia della quale hanno parlato anche alcuni pentiti. Come Salvatore Maggio, che nel 2017, fu ascoltato in merito ai Caldarelli e su un accordo che fu preso nella zona.

Il racconto dei pentiti

Il pm chiese se tale accordo fosse stato reso operativo: «Si – rispose Maggio – Ci sono state reazioni armate alle azioni armate del clan Sibillo. In particolare, ricordo che uomini del clan Sibillo andarono a sparare sotto la casa di ‘O Nano’, che di cognome fa Marigliano, avendo i suoi due figli avuto con loro una discussione. Organizzammo pertanto una risposta armata che fu eseguita nella roccaforte dei Sibillo in pieno giorno, difronte a Forcella. Il fatto si verificò prima dell’arresto di Lello Caldarelli».

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Poi il pm chiese: «I Marigliano fanno parte del clan Caldarelli?». Maggio rispose: «No, non fanno parte del clan Caldarelli ma gestiscono tutti e tre una piazza di spaccio di cocaina a via Marina. Si riforniscono dai Caldarelli cui pagano la settimana».

Anche il pentito Campanile parlò dei Marigliano: «Ricordo che i Sibillo spararono sotto l’abitazione di Ciro Marigliano, detto ‘o nano, che insieme a suo genero, gestiva e gestisce una piazza di cocaina volante e pagava come continua ra farlo la tangente al clan Caldarelli. Anche i suoi figli gestiscono due distinte piazze di spaccio. Gli uomini del gruppo Sibillo vennero a sparare uno dei Marigliano aveva fatto questione con un membro di questo clan in quanto suo cugino aveva telefonicamente infastidito la donna di uno dei membri di questo clan; ci fu una riunione tra Marigliano, Caldarelli e Salvatore Maggio e si decise di rispondere con una ‘stesa’ ai danni della famiglia Sibillo».

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