Associazione neonazista in Campania: sorveglianza speciale per 5 indagati

Si dichiaravano pronti ad un’azione militare con armi ed esplosivi

Cinque persone, appartenenti all’associazione eversiva di estrema destra «Ordine di Hagal», dal 2019 al centro di un’inchiesta della procura di Napoli, sono state raggiunte da misure di sorveglianza speciale e obbligo di soggiorno nei comuni di residenza, emesse dalla sezione misure di prevenzione di tribunale di Napoli, per periodi variabili da tre anni a tre anni e mezzo.

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Il gruppo criminale – che aveva la propria base operativa a San Nicola la Strada (Caserta), ma era attivo prevalentemente in provincia di Napoli – fu decapitato da un blitz eseguito nel novembre 2022 con l’arresto delle figure di vertice. Secondo quanto emerso dalle indagini l’«Ordine di Hagal» era una associazione terroristica neonazista, suprematista e negazionista i cui aderenti, su Telegram, si dichiaravano pronti ad un’azione militare con armi ed esplosivi contro una caserma dei carabinieri in provincia di Napoli e anche contro obiettivi civili, come un centro commerciale.

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L’associazione aveva come obiettivo quello di promuovere un «nuovo ordine mondiale», ispirandosi agli scritti del gerarca nazista Goebbels. Alcuni membri, sempre secondo le indagini, si sarebbero trasferiti all’estero per addestrarsi ai combattimenti corpo a corpo e all’uso di armi.

I coinvolti

Le misure riguardano quattro italiani e un ucraino, quest’ultimo irreperibile e ritenuto latitante. I destinatari dei provvedimenti sono Maurizio Ammendola, 44 anni, presidente dell’associazione finita sotto inchiesta; Michele Rinaldi (48) vice presidente; Massimiliano Mariano (47) che si occupava di indottrinamento; Gianpiero Testa (26) che era impegnato a procacciare proseliti e ad organizzare escursioni e riunioni e l’ucraino di Termopil Anton Radomsky (27), latitante. Nessun provvedimento, infine, è stato adottato per un ultimo indagato italiano, la cui posizione è stata ritenuta più lieve.

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Solo per Mariano è stata disposta una misura interdittiva di tre anni, mentre per i restanti la durata del provvedimento disposto dal giudice è di tre anni e mezzo. Le indagini della Digos coordinate dalla Procura di Napoli già nel novembre 2022 misero in risalto i profili di pericolosità degli indagati. Radomsky, irreperibile già all’epoca dei provvedimenti cautelari del gip Federica de Bellis, risultava essere in Ucraina e in contatto con il battaglione Azov, milizia impegnata nel fronteggiare l’invasione russa.

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