Tremila euro per operare una paziente oncologica: medico condannato

Ma il dottore «si dichiara completamente estraneo all’accusa»

È finito sotto indagine e poi sotto processo per avere chiesto tremila euro a una paziente oncologica affetta da un carcinoma alla mammella che voleva essere operata da lui, soldi che la donna avrebbe dovuto corrispondere anche se l’operazione fosse stata eseguita «in regime di Ssn». Il Tribunale di Napoli ha condannato a 4 anni e 4 mesi di reclusione il medico Renato Thomas, all’epoca dei fatti (ottobre 2018) dirigente della Clinica Mediterranea di Napoli, ritenuto dai giudici della terza sezione penale (collegio presieduto dal giudice Sergio Aliperti) colpevole di concussione.

Il medico è stato anche condannato al risarcimento dei danni in favore della Clinica Mediterranea (da liquidarsi in separata sede) e interdetto dai pubblici uffici per cinque anni. Al termine della sua requisitoria il sostituto procuratore Henry John Woodcock (da circa un anno in forze alla Dda di Napoli) aveva chiesto per l’imputato una condanna a 4 anni e 8 mesi.

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Il legale: ingiusta condanna fino al terzo grado di giudizio

«Il dottor Renato Thomas si dichiara completamente estraneo all’accusa formulata nei suoi confronti che ha portato ad una condanna in primo grado per l’ipotesi di reato di concussione. Il dottor Thomas ed il suo team hanno sempre avuto a cuore la salute delle pazienti e possono testimoniarlo le migliaia di donne da lui visitate ed operate sempre con la massima professionalità e trasparenza e rispetto delle leggi». Così in una nota l’avvocato Paolo Cerruti, legale del medico.

«Nel merito – spiega il legale – la richiesta del corrispettivo è stata avanzata per una prestazione privata in cui il chirurgo era stato liberamente scelto dalla paziente poi operata, come unico possibile operatore per eseguire l’intervento. Corrispettivo erogato dopo l’intervento chirurgico e per il quale è stata emessa regolare fattura. Inoltre, come emerso in fase di dibattimento durante la quale sono stati esaminati conti correnti e fatture del dott. Thomas, non emergono altri casi del genere».

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«Va sottolineato che questa che consideriamo una ingiusta condanna fino al terzo grado di giudizio presuppone tutte le garanzie di legge e il dottor Thomas va considerato fino alla conclusione dei vari gradi di giudizio, innocente. Ogni violazione diretta e indiretta di questi principi dell’ordinamento giudiziario – conclude l’avvocato – sarà valutata per ogni azione di rivalsa e di risarcimento in sede civile e penale».

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