Matteo Messina Denaro: schede telefoniche e referti ricostruiranno la latitanza

Il boss lasciava numeri di cellulari che ora sono al vaglio dei pm

I documenti sanitari trovati nell’ultimo covo del boss Matteo Messina Denaro stanno aiutando gli investigatori a ricostruire almeno gli ultimi periodi della sua lunghissima latitanza.

Nell’appartamento di vicolo San Vito, a Campobello di Mazara, sono stati scoperti decine di referti, fatture e prescrizioni relative a diverse patologie, anche oculistiche, che risalgono a prima del 2020, anno in cui con certezza il boss si è trasferito nel centro del trapanese e si è fatto operare di cancro al colon nell’ospedale di Mazara del Vallo. I documenti sono stati rilasciati da diversi professionisti tra i quali alcuni di Marsala e Trapani. Ai medici il boss lasciava il numero di cellulare come contatto. E proprio «seguendo» i telefonini i magistrati stanno cercando di ricostruire mosse e rapporti del capomafia. Si tratterebbe di sim diverse da quelle trovate nel covo di Campobello: le celle telefoniche agganciate guideranno gli investigatori ai luoghi frequentati da Messina Denaro, i tabulati saranno utili a ricostruire la sua rete di contatti.

Pubblicità

Le indagini sulle cure mediche a Matteo Messina Denaro

Dopo l’arresto del medico Alfonso Tumbarello per concorso esterno in associazione mafiosa e falso ideologico proseguono, intanto, le indagini per risalire al professionista che per primo ha diagnosticato al boss il tumore.

«Le indagini in corso, certamente ancora nella loro fase iniziale tesa a ricostruire nell’immediatezza la rete dei soggetti più vicini al latitante nella località ove questi nell’ultimo periodo ha abitato, non hanno consentito di acquisire ancora agli atti elementi che comprovino con sicurezza che Tumbarello abbia direttamente diagnosticato la grave patologia di cui Messina Denaro è risultato essere affetto», ha scritto il gip che, martedì, ha disposto il carcere per il professionista.

Pubblicità Federproprietà Napoli

Di certo, secondo gli inquirenti, «Tumbarello ha prestato la propria attività professionale, quanto meno, prescrivendo gli esami e le analisi propedeutiche all’intervento chirurgico poi effettuato da Messina Denaro il 13 novembre 2020 presso l’ospedale di Mazara del Vallo, redigendo e sottoscrivendo personalmente la scheda di accesso in ospedale e la relativa prescrizione di ricovero chirurgia generale» in tutto il percorso terapeutico «inframezzato dall’ulteriore intervento chirurgico» subito il 4 maggio 2021 alla clinica La Maddalena di Palermo, fino al giorno dell’arresto.

Oltre 100 prescrizioni

Due anni di terapie, dunque, oltre 100 prescrizioni tutte intestate al geometra Andrea Bonafede, assistito del medico che godeva di perfetta salute e che il professionista, come ha riferito la sua segretaria, non aveva mai ricevuto allo studio. Secondo il gip, insomma, Tumbarello era ben consapevole di prestare la sua attività professionale in favore di un paziente diverso da Bonafede.

«E non si vede quale altra ragione possa esservi nell’utilizzare una falsa identità in un percorso terapeutico per una patologia di tale gravità se non quella di assicurare al suo effettivo e reale beneficiario, Messina Denaro, di accedere alle cure sanitarie nonostante il suo notorio stato di latitanza perdurante da decenni», ha concluso il giudice.

Potrebbe interessarti anche:

Setaro

Altri servizi

Il fallimento della politica: la Casa dello Studente di Scampia marcisce nell’abbandono

Pronta all’80%, chiusa al 100%: ormai è un relitto A vederla da fuori sembra finita. Una struttura imponente, cinque piani affacciati su viale della Resistenza,...

Stalking a Sangiuliano, rischio processo per Boccia: «Condotte ossessive e di controllo»

La procura ha notificato all’indagata l’atto di conclusione indagini L’imprenditrice Maria Rosaria Boccia, al centro del caso che nel settembre scorso è culminato con le...

Ultime notizie

Maestra morì in un incidente stradale: arrestato l’autista del pullman

Distratto dallo smartphone, il mezzo tamponò un tir La colpa dell’incidente mortale che lo scorso 19 maggio lungo l’autostrada Pedemontana a Lomazzo, nel Comasco, costò...

Traffico di droga, sgominate organizzazioni a Napoli e Marano: 12 arresti

Sequestrate circa 5 tonnellate di sostanze stupefacenti La Squadra Mobile di Napoli e il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Roma, al termine di...

Caso Godzi, il padre denuncia la polizia di Ibiza per omicidio volontario

Sarebbe stato percosso senza motivo Un esposto in cui si denuncia la polizia di Ibiza per omicidio volontario è stato presentato alla magistratura spagnola da...