Blanco-gate a Sanremo: artista incompreso o modello sbagliato?

Nel pieno della performance ha preso a calci e sfasciato la scenografia

La prima serata della settantatreesima edizione del Festival di Sanremo, col suo 62.4% di share, si conferma, come ogni anno, un minestrone ben riuscito che, con ingredienti sapientemente selezionati, riesce a riunire attorno alla stessa tavola tutte le generazioni di italiani, coinvolgendo in un’unica maestosa manifestazione pezzi di storia della musica italiana e giovanissimi artisti emergenti.

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Le performances sono sempre intervallate da momenti fuori dalla gara, talvolta troppo lunghi, ma costellati di eventi polarizzanti e stravaganti essenziali per alimentare la proliferazione incontrollata di dibattiti e memes sui social media, che sono ormai parte integrante dell’esperienza del telespettatore.

Tra questi eventi polarizzanti, a nessuno è sfuggita l’esibizione di Blanco, campione in carica del Festival, che nel pieno della performance ha preso a calci e sfasciato la scenografia composta da diverse fioriere di rose, tra i fischi del pubblico dell’Ariston e lo sgomento dei telespettatori, fino all’intervento di Amadeus, al quale il cantante ha spiegato che la sua reazione poco ortodossa è stata causata da un problema tecnico che gli impediva di sentire la propria voce. All’invito da parte del conduttore a ricantare il pezzo a fine serata, Blanco ha risposto facendo spallucce.

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Pochi secondi dopo, la bomba mediatica è esplosa, con condanne impietose da una parte e giustificazioni dall’altra. Numerose sono le ricostruzioni complottiste secondo le quali l’intera situazione era già orchestrata, altri affermano che si tratti di un atteggiamento perfettamente in linea con il personaggio pubblico che Blanco ha costruito, altri ancora che l’uscita infelice del cantante sia perdonabile vista la giovane età.

La priorità assoluta di «fare lo show»

A prescindere dalla paternità della trovata, l’evento è uno spunto di riflessione su quanto talvolta nel rincorrere la priorità assoluta di «fare lo show», si sia disposti a lanciare messaggi sbagliati e pericolosi. Il gesto di Blanco insegna ai suoi giovanissimi fans che davanti a situazioni sfavorevoli si è in diritto di reagire d’impulso, dimenticando completamente il contesto che li circonda.

Blanco non ha ancora compiuto vent’anni, e si trova in una posizione inusuale e anche scomoda, ma certamente di netto privilegio, calcando palcoscenici che molti altri giovani artisti possono solo sognare. Un giovane uomo che a soli diciannove anni ha scalato tutte le classifiche per meritare il successo che lo ha portato a rappresentare l’Italia all’Eurovision e a tornare a Sanremo come ospite fuori concorso, dovrebbe aver raggiunto una maturità tale da saper modulare i propri atteggiamenti in base alle circostanze.

E’ giusto e sacrosanto che gli artisti siano irriverenti, che siano sé stessi, che abbiano modo di esprimersi appieno, ma non è giusto che un ragazzo così giovane che è già un professionista, che si esibisce in una scaletta circondato da altri professionisti, per un capriccio renda il palcoscenico temporaneamente inagibile.

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Le reazioni del giorno dopo

Il mattino dopo, sia il cantante che il direttore artistico si sono pronunciati sull’accaduto: il primo con una lettera dedicata all’Ariston pubblicata sui suoi profili social, che chiude comunque con un’apologia della propria imperfezione e «follia», il secondo dichiarando che era previsto che nella performance tirasse un calcio a un vaso, ma la reazione spropositata era un fuori programma, chiosando: «tra pochi giorni compirà 20 anni e credo che dobbiamo accettare le sue scuse con serenità».

Nell’attesa che le situazioni paradossali in serbo per le prossime puntate della kermesse oscurino l’incidente, è doveroso non condannare eccessivamente il gesto, ma nemmeno condonarlo del tutto, e sperare che Riccardo scelga in futuro di utilizzare la propria visibilità per lanciare messaggi più nobili, e impari presto che «da grandi poteri derivano grandi responsabilità».

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