Camorra, sequestro da 6,5 milioni di beni per un imprenditore legato ai Casalesi

A un imprenditore condannato in via definitiva per associazione mafiosa

Figurano anche 33 immobili, tra le province di Napoli, Caserta e L’Aquila, tra i beni per un valore complessivo pari a circa sei milioni e mezzo di euro sequestrati dai carabinieri del raggruppamento operativo speciale (ROS) di Napoli e dai finanzieri del Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata (GICO) di Napoli a Giuseppe Fontana, imprenditore legato da vincoli di parentela con Francesco Zagaria (deceduto), soprannominato «Ciccio ‘a benzina», cognato del boss Michele Zagaria (ha sposato la sorella Elvira).

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Le forze dell’ordine hanno messo i sigilli, complessivamente a 26 immobili in provincia di Caserta, sei nella provincia di Napoli e uno nella provincia de L’Aquila. Sequestrati anche 4 terreni in provincia di Napoli, 3 società in provincia di Caserta, del settore edile e immobiliare, 5 autoveicoli e rapporti finanziari. Il provvedimento è stato emesso, su richiesta della DDA di Napoli, dalla Sezione per le Misure di Prevenzione del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere.

Fontana, che è detenuto, soprannominato «Pino» o «Pinuccio», è un imprenditore edile di Casapesenna (Caserta) condannato in via definitiva per associazione mafiosa. Per i giudici è stato legato alla fazione Zagaria del clan dei Casalesi. Venne arrestato, insieme ad altre persone, nell’ambito dell’operazione “Sistema Medea” del Ros, il 14 luglio 2015.

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Gli inquirenti contestarono agli indagati i reati di associazione mafiosa, concorso esterno in associazione mafiosa, corruzione, intestazione fittizia di beni, rivelazione ed utilizzazione di segreti d’ufficio, turbata libertà degli incanti, finanziamento illecito a partiti politici ed altri delitti aggravati dalle finalità mafiose.

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